Freddo, determinato, sicuro e tranquillo, come se invece di resistere per tre quarti di gara a un mastino come Leclerc, Oscar Piastri stesse facendo una passeggiata al parco con gli amici. E’ il segnale che distingue i campioni dai semplici piloti e dopo Baku, con la seconda vittoria in carriera, stavolta si può davvero dire che è nata una stella, perché il modo in cui Oscar Piastri ha vinto il GP Azerbaijan merita di essere incorniciato.

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Di Paolo Ciccarone –  RMC Motori

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Partito alle spalle di Leclerc in prima fila, ha seguito il pilota della Ferrari per 17 giri, prima di superarlo alla prima curva con una manovra che ai più è sembrata incredibile. Infatti, la Ferrari era nettamente davanti al punto che Leclerc ha lasciato aperto un portone in cui non pensava potesse entrare Piastri. E invece il giovane italo australiano della McLaren, i nonni sono toscani, ha infilato come un pollo il monegasco e se ne è andato al comando.

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Da quel momento in poi è stata lotta di nervi, freddezza e mestiere. Leclerc aveva passo e ritmo, ma non ha mai trovato un varco dal 17.mo al 51.mo giro di gara, al punto da aver imparato a memoria gli scarichi della McLaren. La rossa era nettamente superiore nel primo tratto di pista, quello veloce, dove rosicchiava tre o quattro decimi alla volta, la McLaren era meglio nel misto dove recuperava quanto perso. E qui, in una continua altalena di ritmo, mestiere, tentativi di sorpasso e guida d’alta scuola, coi due che uscivano di traverso dalle curve galleggiando sui cordoli, lo spettacolo ha tenuto col fiato sospeso i presenti e chi seguiva in Tv la gara.

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Ebbene, con sette gare da disputare, a partire da Singapore domenica prossima, i 59 punti di divario di Norris e i 78 di Leclerc, terzo, con Piastri quarto a 91, lasciano la porta aperta a questi quattro piloti. Norris deve recuperare almeno 8 punti a gara a Verstappen, che di fatto ha due Gp di vantaggio. La matematica non esclude nemmeno Leclerc e se la Ferrari viaggia come ha fatto a Monza e Baku, c’è da pensare a tutto. Peccato che a livello di squadra sia stata una occasione persa per Sainz.

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Il senno del poi non serve, di certo se i due avessero corso usando un altro metro di giudizio, avremmo qualcosa di bello da raccontare. Invece l’unico che festeggia è Piastri, freddo, astuto, indistruttibile e col mestiere di un veterano quando invece è ancora un ragazzino di anni 22. Tenere a mente, questo farà strada. Con le pive nel sacco, così si può definire la gara della Ferrari che dopo la pole position di Leclerc al sabato e 17 giri in testa alla corsa, porta a casa un secondo posto e un ritiro per Sainz, innescato proprio da una lotta fra i due piloti della rossa negli ultimi due giri.

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Quando Leclerc ha dovuto alzare bandiera bianca contro Oscar Piastri. E’ stato in quel frangente, con i continui tentativi di Leclerc di superare Piastri, con numeri di alta scuola, traversi sui cordoli, muretti baciati ed esercizi da funamboli del volante, hanno portato a una usura delle gomme posteriori di Leclerc e la bandiera bianca contro Piastri. Dietro, invece, Perez con la Red Bull non aveva sbagliato niente, aveva mantenuto ritmo e gestione gomme, meglio di lui Sainz, che era risalito fino al punto da infilare prima Perez diventando terzo, poi attaccare Leclerc che gli ha chiuso il portone in faccia, mandandolo largo e consentendo al messicano di infilarsi al fianco della Ferrari che, a sua volta, si stava spostando per chiudere il tentativo del messicano. Risultato, due macchine a muro, ritiro amaro per entrambi autori di una gran gara e con la possibilità di un risultato incredibile sul finire e la Ferrari che da due macchine sul podio e una classifica costruttori e piloti più favorevole dell’attuale, torna a casa sconfitta in pista dalla McLaren mentre a una Ferrari manca sempre qualcosa per chiudere il cerchio e che, mancando Newey, passato alla Aston Martin, ripete il mantra che conta il gruppo. Vero, ma provate a dire a una orchestra che senza il maestro Muti o Von Karaian sono la stessa cosa e capirete perché la dichiarazione made in Maranello è solo una replica della storiella della volpe e l’uva.

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(Foto by Pirelli)