Quando Felice Bianchi Anderloni fondò la carrozzeria Touring, assieme a Gaetano Ponzoni, nel 1926, non di rado le auto uscivano dalla fabbrica prive di scocca e carrozzeria. Erano, poi, i carrozzieri specializzati a “vestirle” in maniera originale.
Nei tardi anni ‘30 la Touring brevettò un'idea geniale: sostituire la struttura in legno della scocca con un telaio tubolare di sottili tubi di acciaio al Cromo-Molibdeno. Scocca e telaio, perciò, non erano più separate ma unite assieme mentre la “pelle” esterna dell'auto veniva completata da sottili pannelli di alluminio o di altri materiali leggeri. L’intuizione che ha cambiato tutto. Che si può definire “il canone Superleggear”.
Ma non è solo da questa intuizione ad aver fatto la storia. Isotta Fraschini, Lancia Dilambda e Astura, Alfa Romeo, Bristol e Ferrari: ogni Touring Superleggera è unica, ognuna declinata interpretando e rispettando scrupolosamente le caratteristiche del modello di partenza.
Tutte, però, dalla prima Alfa Romeo 6C 2300B della Mille Miglia 1937 all'ultima Flying Star II Lamborghini 400 GTV del 1966, applicano con rigore e coerenza, contemporaneamente, due fondamentali principi stilistici:“Il peso è il nemico, la resistenza dell'aria è l'ostacolo”. Ecco l'essenza del marchio “Touring Superleggera”.
A questi principi, sostanziati da studi aeronautici e prove nella galleria del vento, Felice Bianchi Anderloni e il figlio Carlo Felice si attennero finché la loro carrozzeria fu in attività.
Un vero e proprio “canone” che ci ha regalato alcune delle auto più belle nella storia dei motori.