Ellen Lohr, unica vincitrice di una gara del DTM, dove ha corso per diverse stagioni prima di dedicarsi ai rally raid compresa la Dakar, non ha dubbi sul potenziale delle donne al volante e, per l’occasione della “Giornata Internazionale della Donna”, si dice fiduciosa circa il ritorno di una “pilota rosa” ai vertici della serie made in Germany, che nel motorsport è quella che vanta la maggiore presenza di quote rosa al volante.
Infatti sono ben 10 le donne che hanno corso nel DTM dal 1984 ad oggi. E la prima fu la nostra Lella Lombardi, ad oggi l’unica donna ad essere andata a punti anche in F. 1. La campionessa alessandrina disputò, in veste di ospite, le due gare nel round iniziale della serie 1984, a Hockenheim come gara di contorno al GP di F. 1, al volante di una Alfa Romeo GTV ottenendo un 10° e un 6° posto.
Due anni dopo, la tedesca Baete Nodes fu la prima donna a salire sul podio DTM, centrando con la sua Ford Sierra la terza piazza nella gara forse più esclusiva della serie, sul circuito semi cittadino dell’Avus. Sulla scia del clamore suscitato da questo successo, le presenze rosa divennero una costante nella importante serie tedesca, richiamando piloti anche da altre nazioni.
L'olandese Henny Hemmes corse alcune gare al volante di una Chevrolet, mentre l'austriaca Mercedes Stermitz e l'olandese Annette Meeuvissen disputarono rispettivamente una e tre stagioni come driver ufficiali BMW.
Bisognerà però attendere fino al 24 maggio 1992 per vedere il gradino più alto del DTM dipinto di rosa, con Ellen Lohr che vince la gara di Hockenheim davanti a due maschietti già celebrati campioni delle due ruote: il campione del mondo di F. 1 Keke Rosberg e Bernd Schneider, il pilota più titolato del DTM. La campionessa tedesca non ha dubbi: “quello è stato il momento clou della mia carriera. Tuttora mi sorprendo nel vedere quante persone se lo ricordano ancora”.
E pensare che la Lohr aveva già disputato tre gare in DTM con la BMW M3 Alpina, andando anche a podio nella gara di Salisburgo a fine 1987. Ma nello stesso fine settimana si era aggiudicata anche il titolo tedesco di Formula Ford, perciò dato che voleva proseguire la propria carriera in monoposto rifiutò un contratto come pilota ufficiale della casa bavarese. Accordo che invece accettò quattro anni dopo, nel 1991, su proposta di Norbert Haug per conto della Mercedes. "Semplicemente non potevo rifiutare un contratto di lavoro adeguato con uno stipendio e tutto ciò che ne derivava”, ammette Ellen Lohr, che un anno dopo conquisterà quella vittoria che regalerà la notorietà a livello globale.
Vita più dura invece per le driver che hanno corso in tempi più recenti, dal 2006 al 2012. Tra queste la forte scozzese Susie Stoddart, moglie dell’attuale team principal Mercedes F. 1 Toto Wolff, che proprio con le vetture della Stella ha conquistato in diverse occasioni la top ten, cosa non riuscita invece alla belga figlia d’arte Vanina Ickx, alla britannica Katherine Legge e alla svizzera Rahel Frey, tutte al volante di Audi.
Ma ora, secondo la Lohr, i tempi sono maturi per il ritorno ai vertici del DTM, ma anche di altre serie nel motorsport, delle donne, per diversi motivi: “Ci sono stati parecchi anni nei quali abbiamo visto poche donne nelle corse e nessuna di queste ha avuto la possibilità di scalare le categorie. Ma ora le cose stanno cambiando rapidamente, perché grazie a diversi programmi junior stanno crescendo delle ragazze molto interessanti e sono convinta che a breve alcune di loro avranno la chance di poter pilotare vetture ufficiali. Le donne hanno anche le caratteristiche fisiche necessarie nel motorsport Inoltre, credo che il passaggio del DTM alle GT3 possa ulteriormente agevolare questa possibilità”.
La prima rappresentante di questa offensiva rosa è la 22.enne tedesca Sophie Hofmann, impegnata nella serie Junior del DTM al volante di una Audi R8 LMS GT3