Che gara! Questa è la prima considerazione a caldo. L’altra, che speriamo vivamente venga confermata, è che lo spettacolo offerto in Arabia Saudita da Verstappen e Leclerc sia il gustoso antipasto di quanto potremo vivere nel prosieguo della stagione. Magari con l’inserimento ai vertici di qualcun altro. Alla fine, ha vinto, meritatamente, il Campione del Mondo in carica, che così ha pareggiato il conto con la sfortuna del Bahrain. Ma quanto a merito Charles Leclerc avrebbe meritato l’ex aequo. Purtroppo, non è possibile, perciò attendiamo con trepidazione lo “spareggio” tra quindici giorni in Australia.
Battute a parte, il ferrarista aveva fatto tutto per bene, mostrando sempre intelligenza e lucidità: bruciato in partenza dal fulmineo scatto di Perez aveva soprattutto badato ad evitare guai, poi dopo aver preso la testa aveva condotto la gara con autorità e, pure, gestito con “decisione” la ripartenza “decisa” dopo la Safety Car al 20.mo giro, riuscendo a tenere a distanza di sicurezza il rivale della Red Bull che approfittando della fase di pit stop, non senza partenza a rischio dalla piazzola box, si era portato alle sue spalle. Purtroppo, è invece rimasto fregato dalla Virtual Safety Car causata dal “solito” Latifi al 38.mo giro. Al termine della neutralizzazione, al 42.mo giro, il suo vantaggio di quasi due secondi si è ridotto, “magicamente”, ad uno consentendo a Verstappen di rientrare in zona DRS e potendo così contare sulla maggiore velocità della sua monoposto. Dopo un emozionante “parapiglia” durato alcuni giri, con sorpassi e controsorpassi effettuati con grande maestria e correttezza, l’olandese ha avuto la meglio sul ferrarista che ha tentato il tutto per tutto al penultimo giro restando in coda alla Red Bull per giocare a sua volta la carta DRS ma, anche a causa delle bandiere gialle, non è bastato.
Dopo il ko in Bahrain la Red Bull è tornata a mettere le ali ai suoi piloti. A Checo Perez in qualifica, che con un guizzo velocistico finale ha beffato il monegasco conquistando la sua prima pole position, diventando anche il primo pilota messicano ad ottenerla, ed a Verstappen in gara nei tratti veloci del Jeddah Corniche Circuit, così come già visto sul circuito di Sakhir. Insomma, indubbiamente è arrivata una bella conferma per la Ferrari, sia a livello prestazionale sia come affidabilità, però se la squadra del Cavallino vorrà consentire ai suoi piloti di continuare lottare per il vertice, entrambi hanno dimostrato di poterlo fare anche se Leclerc appare al momento ancora più “completo” rispetto a Sainz pur sempre ottimo terzo al traguardo, dovrà trovare quello scatto in più come punta velocistica.
Per ora, proprio grazie alla costanza di risultati, i piloti del Cavallino mantengono saldamente la testa della classifica Conduttori, con Leclerc e Sainz, rispettivamente a 45 e 33 punti, che precedono Verstappen 25, Russell 22, Hamilton 16, Ocon 14, Perez e Magnussen 12, Bottas 8, Norris 6 e via via gli altri, così come la Ferrari comanda la classifica Costruttori, a quota 78, precedendo Mercedes 38, Red Bull 37, Alpine 16, Haas 12, Alfa Romeo 9, Alpha Tauri 8, McLaren 6.
Se in Bahrain le disavventure dei piloti Red Bull avevano consentito alla Mercedes di tirare, almeno in apparenza, un sospiro di sollievo portando a casa addirittura un podio assolutamente insperato, a Jeddah le difficoltà delle monoposto stellate sono state fin troppo evidenti. Basti pensare al sette volte campione iridato Hamilton, in grande difficoltà anche rispetto al compagno di squadra, eliminato in Q1 e costretto a partire dalle retrovie. A salvare la baracca ci ha pensato anche in gara il sempre brillante Russel, con un quarto posto che comunque rimane un brodino per quella che è stata l’armata invincibile degli ultimi anni, mentre non è andato bene il colpo tentato da Hamilton che, tradito dalla chiusura della pit lane quando avrebbe voluto sostituire gli pneumatici in regime di Virtual Safety, si è dovuto accontentare di un deludente 10.mo posto.
Ancora segnali positivi dalla Alpine, con Ocon e Alonso che però hanno pensato bene di perdere tempo, e rischiare un clamoroso botto in famiglia, dando vita ad un acerrimo duello per svariati giri. Poi Alonso ha dovuto alzare bandiera bianca per un problema tecnico, mentre il francese ha conquistato un bel quinto posto.
Qualche segnale di leggera ripresa dalla rediviva McLaren, con Norris sesto mentre Ricciardo è stato messo ko da un problema tecnico, mentre l’Alpha Tauri fatica oltre a patire problemi di affidabilità, Ancora peggio Aston Martin e Williams.
Mentre si conferma la netta crescita delle altre due squadre motorizzate Ferrari: Haas, dopo il grande spavento per il disastroso botto di Schumi Jr. in qualifica, ancora a punti con il consistente Magnussen ottavo, così come l’Alfa Romeo stava facendo una bella gara con Bottas, altrettanto in zona punti prima di dover alzare bandiera bianca per un problema tecnico. Il no comment è invece d’obbligo per Zhou, perciò con una Alfa Romeo così in forma fa ancora più rabbia vedere il nostro Giovinazzi spettatore ai box. Il botto di Schumi, ma anche altri, ci spingono ad una riflessione sul circuito di Jeddah, certamente spettacolare e da “pelo”, ma forse ci si è spinti un po’ oltre con un cittadino dalle medie così elevate e con zero spazi di fuga, per giunta con muretti privi di strutture di assorbimento degli urti. La FIA che va predicando sicurezza, forse, dovrebbe porsi delle domande. Ma ora pensiamo all’Australia, tra quindici giorni.
(Foto by Pirelli)