di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca
E’ stato un autentico show quello messo in mostra da Verstappen e la sua Red Bull nel Gran Premio del Messico, che però, a parte i 150.000 spettatori presenti sul circuito dedicato ai fratelli Rodriguez, hanno visto in pochi: dai telespettatori, perché la fuga dell’imprendibile binomio è stata inquadrata pochissimo, ma soprattutto dagli inseguitori, sempre tenuti a debita distanza.

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Ancora una volta super Max ha dato una dimostrazione di forza indiscutibile che, polemiche di budget cap a parte, rende l’idea di quanto sia meritato il numero 1 sulla carrozzeria della sua Red Bull. L’olandese ha così firmato la sua 14.ma vittoria stagionale, superando il precedente record di 13 detenuto da Schumacher e Vettel, quando mancano ancora due gare al termine della stagione. Verstappen ha guidato in modo impeccabile durante tutto il weekend, quando chi più chi meno i suoi avversari sono incappati tutti in qualche errore, sfruttando al meglio il potenziale a disposizione, sia stabilendo la pole position sia scattando in modo irresistibile al via, giudicato da tutti fondamentale, prendendo la testa della corsa per non mollarlo più se non per un breve periodo nel gioco dei pit stop. 

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A questo proposito, come evidenzia bene la tabella Pirelli, la gara si è giocata in misura determinante sulla scelta strategica delle gomme, in funzione anche di come queste hanno reso sulle varie monoposto.

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La Red Bull ha scelto una soluzione di attacco, con gomme rosse all’inizio e gialle nella seconda fase, che ha reso al meglio. La stessa scelta è stata adottata dalla Ferrari, ma con una resa ben differente, che non ha assolutamente pagato, soprattutto sulla monoposto di Leclerc in crisi per tutto il fine settimana con la guidabilità e velocità della sua Ferrari.

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Per contro, la Mercedes ha fatto una scelta più conservativa, con pneumatici gialli all’inizio e bianchi per la seconda fase di gara, sperando che la resistenza della mescola più dura avrebbe potuto fare la differenza nelle fasi finali con gli altri, magari, costretti ad un secondo pit stop per il deterioramento della mescola media. Difficoltà che, invece, non si è verificata, mentre le gomme hard hanno reso le cose difficili ad entrambi i piloti Mercedes. Quindi una scelta decisamente non azzeccata, che magari avrebbe potuto essere almeno diversificata sulle due monoposto. Infatti, data la ritrovata brillantezza delle monoposto d’argento, non è assurdo pensare che Hamilton con le scarpe giuste avrebbe potuto perlomeno impensierire Verstappen. A questo proposito va sottolineato che l’inglese a sua volta pare avere ritrovato lo smalto dei giorni migliori e, alla faccia di quelli che lo avevano bollato troppo precipitosamente come “bollito”, ancora una volta ha messo dietro l’arrembante compagno di squadra.

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In ogni caso, con il secondo e quarto posto rispettivamente conquisto dai piloti Mercedes, il team stellato si è rifatto sotto nella classifica Costruttori portandosi a soli 40 punti dalla Ferrari nella lotta per la piazza d’onore, che per inciso vale molto in termini monetari. Questa la classifica aggiornata: Red Bull assolutamente imprendibile a quota 696 punti, quindi Ferrari 487, Mercedes 447, Alpine 153, McLaren 146, Alfa Romeo 53, Aston Martin 49, Haas 36, Alpha Tauri 35, Williams 8. Ma oltre al valore economico, per la Casa del Cavallino sarebbe davvero uno smacco perdere anche la seconda posizione al termine di una stagione iniziata alla grande, tanto da poter pensare ad un ritorno iridato. Perciò a Maranello si impone una veloce riflessione su quanto successo e un pronto riscatto, soprattutto per il fatto che le Rosse stanno utilizzando un pacchetto propulsivo nuovo in chiave 2023 e se il risultato è una gara incolore con Sainz e Lecler rispettivamente quinto e sesto al traguardo staccati di circa un minuto dal leader la cosa si fa preoccupante.

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Intanto, con il terzo posto nella gara casalinga che, bontà loro, ha infiammato la miriade di tifosi messicani sugli spalti, il buon “Checo” Perez ha superato Leclerc nella classifica piloti portandosi alle spalle dell’imprendibile “caposquadra”; perciò, a maggior ragione urge una rapida reazione da Maranello. Così la classifica Piloti aggiornata: Verstappen 416, Perez 280, Leclerc 275, Russell 231, Hamilton 216, Sainz 212, Norris 111, Ocon 82, Alonso 71, Bottas 47, Vettel 36, Ricciardo 35, Magnussen 24, Gasly 23, Stroll 13,
Schumacher e Tsunoda 12, Zhou 6, Albon 4, Latifi 2.

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La lotta si fa accesa anche per le posizioni immediatamente successive, sia per quanto riguarda la classifica Costruttori, tra Alpine e McLaren staccate di sole 7 lunghezze, sia per quella piloti. Ancora una volta si è visto un Alonso in formato leone, poi incavolatissimo con la sua monoposto che ancora una volta lo ha tradito, così come non si sono risparmiati Ocon e Norris, rispettivamente ottavo e nono, superati da un redivivo Ricciardo, settimo nonostante la penalizzazione per il crash con Tsunoda. A chiudere la top ten un altro redivivo, Bottas con l’Alfa Romeo, anch’essa in declino dopo un avvio di stagione interessante.

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A costo di incappare nelle ire di Jos Verstappen, non possiamo non commentare con delusione la decisione della Federazione rispetto all’infrazione commessa dalla Red Bull. Una sorta di buffetto a fronte di un indubbio vantaggio di cui ha goduto la squadra di Milton Keynes. Naturalmente non possiamo, e non vogliamo neppure, avventurarci nella stima di quanto possa valere in concreto questo vantaggio, ma se un concorrente infrange volontariamente le regole deve essere adeguatamente punito. Anche per non creare precedenti che non si sa dove potrebbero portare. Principio che più di qualcuno dei responsabili di altre squadre ha fatto presente, in maniera più o meno decisa. Proprio questa mancanza di decisione e di prese di posizione nette ci insinuano un dubbio, che non è dettato dalla concomitanza con le festività di Halloween: non è che tutti, chi più chi meno, abbiano qualche scheletro, o perlomeno qualche ossicino, nell’armadio?

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Ma veniamo alle certezze: la Formula 1 dà appuntamento tra quindici giorni a Interlagos per il Gran Premio del Brasile, penultimo appuntamento della stagione.

foto by Pirelli