Potrebbe sembrare la trama di un film di fantascienza, dove due cattivoni capitani “redbulliani” alla guida delle rispettive astronavi RB018 hanno invaso il pianeta Formula 1 imponendo a tutti la propria legge ed invece, purtroppo per tutti gli altri ma anche per gli appassionati, non è altro che la triste realtà di questo inizio di stagione del Mondiale 2023. Scambiandosi le parti, anche a causa del problema tecnico accusato da Verstappen in qualifica, Sergio Perez ha prima conquistato la pole e poi la vittoria nel Gran Premio dell’Arabia Saudita corso sul Jeddah Corniche Circuit, il cittadino più veloce del Mondiale che, pur indubbiamente spettacolare da vedere in TV, non si può certo definire un inno alla tanto sbandierata sicurezza da parte della FIA.
L’unica sbavatura per il messicano è stata la partenza, dove si è fatto infilzare dal matador Fernando Alonso, rimettendo prontamente le cose a posto non appena ha potuto disporre del DRS. Situazione in cui le Red Bull appaiono decisamente di un altro pianeta, ma anche nelle curve non scherzano, come ha mostrato bene l’olandese sverniciando alla grande l’ex compagno di squadra Gasly. Stante questo divario, anche il campanello d’allarme suonato in qualifica con la rottura della trasmissione accusata da Verstappen, che certo non va sottovalutata, così come il rapporto non idilliaco tra i due piloti, come evidenziato dalla smorfia di Perez alla notizia del giro più veloce del compagno che lo ha fatto scivolare al secondo posto in classifica generale, in Red Bull possono comunque dormire sonni abbastanza tranquilli.
Agli... umani non è rimasto che litigare con i cavilli legali per giocarsi l’unico gradino del podio disponibile: il terzo. Alla fine, l’ha spuntata Russell, grazie alla penalizzazione di 10” inflitta ad Alonso per l’errato posizionamento in partenza e per non avere scontato nel modo corretto la relativa penalità. FORMULA 1 – EXTRATERRESTRI! Davvero un peccato per lo spagnolo, che avrebbe strameritato il podio e che ha parecchio da recriminare perché oltre al danno, per l’indubbia leggerezza, ci si è messa pure la beffa dell’uscita della safety car, peraltro incomprensibile, proprio nel momento del pit stop. Rimane la soddisfazione della conferma della competitività della Aston Martin, come confermano anche le prestazioni di Stroll, e quindi della possibilità di rifarsi.
Se lo spagnolo è stato defraudato del podio, l’inglesino non lo ha certo demeritato, per aver condotto una gara consistente, dove ha tenuto dietro un mastino come il compagno di squadra, quinto alla fine, nonostante una Mercedes sempre in affanno. Ora a Brackley dovranno decidere se proseguire, con le opportune modifiche su questa strada, oppure parcheggiare l’attuale monoposto per tirare fuori la tanto sbandierata soluzione B.
Se nel quartier generale della Stella è il momento delle grandi decisioni, a Maranello dovranno certamente rimboccarsi le maniche per porre rimedio ad una monoposto che se in condizioni di qualifica riesce a dire la sua, una volta in gara non riesce a tenere un ritmo in grado di impensierire non solo le astronavi Red Bull ma neppure l’Aston Martin di Alonso. Con entrambi costretti, a litigare tra loro, nelle posizioni di rincalzo. Una condizione ben peggiore di quella dell’anno scorso in avvio di stagione.
Dopo la “falsa partenza” in Bahrain, l’Alpine torna invece da Jeddah con il morale decisamente più alto, soprattutto, entrambi i piloti nella top ten: Ocon ottavo e Gasly nono.
Una iniezione di fiducia anche per la Haas, con Magnussen che conquista il primo punto ridato strappandolo con i denti a Tsunoda. Resta infatti piuttosto in ombra l’Alpha Tauri, mentre è sempre nebbia fitta per Alfa Romeo e Williams.
Appuntamento tra quindici giorni a Melbourne per il Gran Premio di Australia.
(Foto by Pirelli)