Lando Norris, 110 e lode, verrebbe da dire. Infatti, ci sono voluti 110 GP per vederlo vincere e dopo la serie di podi, di secondi posti in cui aveva sfiorato il successo, sembrava quasi ci fosse una maledizione fra lui e il primo gradino del podio.
Di Paolo Ciccarone – RMC Motori
A Miami ha raccolto tutto quello che aveva seminato in questi anni e la sua vittoria merita un plauso speciale perché è avvenuta battendo in pista Max Verstappen, che dopo una ventina di GP vinti in carrozza, ha finalmente trovato qualcuno che in pista lo abbia superato. Mentre in Australia c’era stato il ritiro e la vittoria della Ferrari di Sainz era anche il frutto di questa situazione.
La notizia, quindi, è che la Red Bull si può battere in pista. Infatti Max Verstappen ha dovuto cedere la posizione a Norris, favorito da una safety car che gli ha fatto cambiare le gomme al momento giusto, ma appena la gara è ripartita in condizioni normali, il passo gara di Norris era superiore a quello di Verstappen e la dimostrazione di forza arriva anche da Piastri che, dopo aver resistito a Sainz e lottato da leone, dopo essere stato toccato dallo spagnolo è finito in fondo al gruppo.
L’australiano di origini toscane è risalito con forza, segnando anche il giro più veloce. Come dire che qui la McLaren, con tutte le modifiche portate, era la prima forza su un asfalto scivoloso, privo di aderenza. E questa è la buona notizia di questa gara, ovvero che lavorando sodo, senza proclami e molta sostanza, si può giungere al vertice.
Cosa che alla Ferrari manca ancora e si spera che per Imola le cose possano migliorare con le annunciate modifiche. Ecco, la differenza sostanziale fra McLaren e Ferrari è che la prima non ha detto mai niente e ha lavorato, la seconda fa annunci ogni due giorni ma la situazione non cambia molto. A Miami si sperava molto in Leclerc e Sainz. A parte il pigiamino azzurro da puffo, di novità concrete se ne sono viste poche. A parte la grinta di Sainz nel lottare con Piastri e la delusione di una penalità di 5 secondi per averlo toccato, che non sta in cielo né in terra. Ma coi vigili urbani della F.1 c’è poco da fare. Funziona così. La Ferrari alla vigilia aveva detto di avere un buon passo gara, di potersela giocare con la Red Bull. In effetti se il metro di paragone era la Red Bull, stavolta non si era troppo distanti. Il problema era che fosse la McLaren da tenere d’occhio invece di Verstappen, che a questo punto, visto i tempi e le prestazioni di Perez, è davvero l’elemento che fa la differenza più che la RB20 progettata da Newey.
Quindi un GP che si chiude con qualcosa di bello e nuovo, ma anche con qualche dubbio in merito agli sviluppi Ferrari. Non resta che aspettare Imola, tra due settimane, per capire se ci sono. O ci fanno…
CLASSIFICA PILOTI
1. Max Verstappen (Red Bull) 136; 2. Sergio Perez (Red Bull) 101; 3. Charles Leclerc (Ferrari) 98; 4. Carlos Sainz (Ferrari) 85; 5. Lando Norris (McLaren) 83; 6. Oscar Piastri (McLaren) 41; 7. George Russell (Mercedes) 37; 8. Fernando Alonso (Aston Martin) 33; 9. Lewis Hamilton (Mercedes) 27; 10. Yuki Tsunoda (RB) 14; 11. Lance Stroll (Aston Martin) 9; 12. Oliver Bearman (Ferrari) 6; 13. Nico Hulkenberg (Haas) 6; 14. Daniel Ricciardo (RB) 5; 15. Esteban Ocon (Alpine) 1; 16. Kevin Magnussen (Haas) 1.
CLASSIFICA COSTRUTTORI
1. Red Bull 239; 2. Ferrari 187; 3. McLaren 124; 4. Mercedes 64; 5. Aston Martin 42; 6. Racing Bull 19; 7. Haas 7; 8. Alpine 1.
(Foto by Pirelli)