Vado, la vinco e torno. Il mantra di Leclerc ad Austin potrebbe essere stato questo dopo la clamorosa doppietta Ferrari con Sainz secondo, dopo un GP che per 50 giri ha offerto solo sonnolenza e che si è ravvivato sul finire col duello fra Norris e Verstappen per la terza posizione.
Di Paolo Ciccarone – RMC Motori
Ma non puoi fare il Verstappen se Verstappen non lo sei, per cui Norris se vuole vincere, e il divario è aumentato a 57 punti dai 52 iniziali, deve inventarsi altro. Un GP da rivedere solo negli ultimi 5 giri, per il resto noia totale e questo la dice lunga sullo svolgimento della corsa.
Intanto la Mercedes porta a casa un disastro per colpa dei piloti. Russell è andato a sbattere in qualifica e ha rovinato tutto perché per le riparazioni è partito dai box, Hamilton ha parcheggiato in sabbia dopo pochi giri per un suo errore, raro ma sempre errore è. Per cui potevano ambire al podio e invece tornano a casa con un pugno di mosche.
Vedremo in Messico fra meno di 7 giorni come andrà. Intanto prepariamo i popcorn e godiamoci questo finale. Con 57 punti di vantaggio Verstappen potrebbe essere campione del mondo a Las Vegas. Una gara spettacolo dove l’assegnazione del titolo farebbe gran gioco agli americani di Liberty, quindi potrebbe essere una di quelle coincidenze… coincidenti!
Intanto la Ferrari stupisce ad Austin: primo Leclerc, secondo Sainz, doppietta Ferrari come ai tempi eroici del passato. Un GP deciso da Leclerc alla prima curva in cui ne ha infilati tre in un colpo solo. Grazie alla lotta al coltello fra Verstappen e Norris che si sono ostacolati, coinvolgendo anche Sainz col risultato di vedere Leclerc davanti da solo. Ma a parte l’episodio che ha tenuto banco per 50 giri dei 56 di gara, infatti dopo il via non è successo niente, Leclerc e la Ferrari, vedi anche Sainz, hanno mostrato passo gara da primato, assetto adeguato, consumo gomme giusto e gestione pit stop perfetti. Non sembrava nemmeno una Ferrari degli ultimi anni ma il ritorno al passato di una epoca dimenticata. Invece era tutto vero.
Da un lato non deve stupire perché su questa pista, anche negli anni peggiori, la Ferrari ha sempre trovato il giusto feeling, dall’altro è il segno di un miglioramento e che con le condizioni meteo adeguate e la finestra giusta di utilizzo, queste F.1 si trasformano di colpo in un cigno da brutto anatroccolo del giorno prima. Un buon segnale con un finale di stagione in crescendo che fa bene al morale, anche se sul tappeto restano diversi interrogativi. Infatti questa è la macchina progettata da Cardile, il tecnico che se ne è andato quando ha saputo che arrivava Loic Serra al suo posto. E Serra è appena entrato in servizio, per cui buona parte della macchina del prossimo anno porta la firma e il coordinamento di uno che se ne è andato. Riusciranno a proseguire il filone o si è trattato di un episodio sporadico? Lo vedremo.
Foto by Pirelli e Ferrari