Era il 1990 e sullo schieramento di partenza c’erano due Ferrari, quella di Mansell e quella di Prost. Quando mancavano tre minuti al via, lo staff tecnico della macchina di Prost si agitò e tirò via una bandella dall’ala posteriore, lo staff di Mansell non fece in tempo a copiare e alla fine il francese vinse la gara. Per rivedere una rossa vincere in Messico sono passati 34 anni e anche stavolta le due squadre Ferrari si sono confrontate, ieri ha vinto Sainz e Leclerc, terzo, si è mostrato indispettito, ma contro lo spagnolo in tutto il week end, non c’è stata una volta che il monegasco avesse messo l’ala davanti.
Di Paolo Ciccarone – RMC Motori
Segno che non ha capito la pista e non era concentrato al meglio. Quindi una Ferrari a due facce.
La notizia buona è che la Ferrari ha vinto il GP del Messico e non lo faceva dal 1990, con Alain Prost e la gestione Fiorio. Carlos Sainz vincente in un week end perfetto è la cattiva notizia perché in un mondiale dove le porte e il sogno mondiale sono ancora aperti, di fatto è mancato Leclerc che col terzo posto, agguantato grazie a uno svarione a pochi giri dalla fine (era infatti secondo).
La Ferrari ha fatto pieno di punti una settimana dopo Austin, dove la doppietta iridata e lo stato di forma della macchina, hanno convinto la famiglia Elkann a presentarsi in massa nei box messicani per godersi un successo che si può definire storico, ovvero tornare a vincere una gara importante dopo 34 anni di delusioni. Quindi un successo con l’amaro in bocca per quello che avrebbe potuto essere per Sainz e che poteva essere in futuro, perché scoprire di dover lasciare la squadra nel momento in cui hanno ritrovato il bandolo della matassa, fa picchiare la testa contro il muro. E che lo spagnolo e il suo clan non siano per niente felici del tutto, lo dimostra la freddezza di papà Carlos nei confronti del presidente Elkann che si era congratulato per la vittoria del figlio. Come dire prima mi mandate via e poi mi fate i complimenti.
Capitolo Verstappen e Norris. L’olandese ha perso una occasione, quella di mostrarsi sconfitto con onore, perché va bene difendersi, va bene essere duri, ma spingere fuori pista l’avversario per due volte di fila, non è sportivo, non è corretto e getta ombre su un pilota che ha talento da vendere ma che a volte stacca il cervello e cerca la rissa. Come dire che Verstappen ha perso l’occasione di mostrarsi completo e non falloso e ci ha rimesso molto. Se perde il mondiale lo deve a questi episodi, non solo alla carenza della sua Red Bull. Vedremo in Brasile come andrà ma i commissari sono stati chiari, una volta tanto. Per cui campione avvisato…Perché i 20 secondi del Messico potrebbero essere una gara di squalifica e a quattro GP dalla fine, meglio pensare a come ottimizzare il tutto.
Norris, invece, mostra i limiti caratteriali. Perché se uno è duro, per vincere devi esserlo di più. Vedi Hamilton 2021 sconfitto dalla direzione gara ma non da Verstappen. Max lo sa e ha gioco facile con Norris. L’ostruzionismo messicano è un messaggio psicologico più che altro.
Foto by Pirelli e Ferrari