Max Verstappen ha vinto il quarto titolo mondiale. Forse quello più vero fra tutti e quattro. Nel senso che nel 21 il finale di stagione ha lasciato un’ombra indelebile sul titolo, anche se la stagione è stata di altissimo livello. Nel 22 vita facile con una Ferrari suicida di motore e strategie, nel 23 ha corso da solo e quindi tutto facile. Ma quest’anno ha dovuto usare il cervello, il mestiere, la classe e la psicologia nei confronti dei rivali.

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Di Paolo Ciccarone –  RMC Motori

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Non aveva la miglior macchina, a parte inizio stagione, dove ha incamerato il vantaggio che ha saputo gestire. E ha corso da solo, con un Perez inesistente al fianco, con la cattiveria di chi sa che deve vedersela da solo e ci riesce. E di contro aveva un Norris con uno sguardo da cane bastonato prima ancora di salire in macchina. Ovvero, ha vinto anche di testa nella lotta psicologica contro l’inglese. E poi il Brasile, capolavoro unico di classe, velocità e tattica. Un titolo meritato perché ha vinto il miglior pilota. Il guaio di Max è che sta antipatico alle frotte di tifosi ferraristi e agli inglesi che se lo trovano sempre in mezzo ai piedi, prima contro Hamilton poi contro Norris.

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Tifosi che accolgono come eroi soltanto chi guida in rosso, salvo poi scaricarlo alla prima occasione, vedi Sainz adesso ma anche Alonso e Vettel prima.

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E Max è uno dedito alle corse al 110 per cento, perché mentre gli altri fanno passerella al galà modaiolo o vanno in pizzeria con la loro supercar nel Principato, lui è in pista a guidare le DTM, le Acura della Imsa o a fare le gare virtuali di notte. Ecco, lui ama le corse, le competizioni, è dedito totalmente a questo sport. E sta antipatico perché i campioni dividono sempre. Alzi la mano chi a suo tempo, ovvero coi campioni in azione, abbia mai trovato simpatico un Lauda, Schumacher, Senna, lo stesso Hamilton. Sono di un’altra razza. Da valutare nel tempo e quando, smesso gli abiti dei piloti, diventano umani e li riscopri sotto un’altra luce. Quella del campione senza tempo. Ma per questo c’è ancora tempo, visto che qualche anno ancora sarà in pista e non è detto che quella voglia di Ferrari, nel dopo Hamilton, non possa concretizzarsi, perché di talenti cristallini come lui all’orizzonte per ora non se ne vedono.

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Venendo alla gara, Mercedes fa il miracolo di una doppietta vera, ottenuta con prestazioni incredibili tanto da Russell, primo, quanto da Hamilton secondo dopo essere partito decimo. Un ritorno al passato che dimostra come con queste macchine, basti poco per cambiare le carte in tavola.

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Sconfitta senza appello per la McLaren, non era in palla, ma con un Norris pilota di punta, forse sarebbe stato meglio cambiare qualcosa prima, perché per tre quarti di campionato avevano la macchina migliore ma hanno ottenuto molto meno di quanto avrebbero potuto. Adesso vediamo nelle ultime due corse in Qatar e Abu Dhabi cosa succede. Perché il mondiale costruttori è a portata di mano, ma avere una mentalità vincente è molto più difficile che avere una macchina vincente. E loro lo sanno.

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Classifica Mondiale Piloti:

1. Verstappen 403; 2. Norris 340; 3. Leclerc 319; 4. PIastri 268; 5. Sainz 259; 6. Russell 217; 7. Hamilton 208; 8. Perez 152; 9. Alonso 62; 10. Hulkenberg 35; 11. Tsunoda 30; 12. Gasly 26; 13. Stroll 24; 14. Ocon 23; 15. Magnussen 14; 16. Albon, Ricciardo 12; 18. Bearman 7; 19. Colapinto 5; 20. Lawson 4.

Classifica Mondiale Costruttori:

1.McLaren-Mercedes 608; 2. Ferrari 584; 3. Red Bull-Honda 555; 4. Mercedes 425; 5. Aston Martin-Mercedes 86; 6. Haas-Ferrari 50; 7. Alpine-Renault 49; 8. Racing Bulls-Honda 46; 8. Williams-Mercedes 17

Foto by Pirelli