Una volta prima di arrivare a dirigere un GP di F.1 dovevi avere un curriculum lungo così e scalare tutte le categorie, prima di arrivare su quel trespolo a dare le indicazioni ai piloti. Era così in F.1 con Charlie Whiting, scomparso alla vigilia del GP d’Australia e poi sostituito da Michael Masi, uno che aveva fatto esperienza con Charlie e sapeva come trattare i piloti, fino a quel disgraziato GP di Abu Dhabi 2021. Poi sono arrivati il duo Freitas-Wittich che sono durati quanto un gatto in tangenziale, visto che il brasiliano residente in Portogallo è finito a occuparsi del WEC mentre il tedesco è stato licenziato in tronco prima del GP di Austin, dove la palla è passata a Rui Marques, che stava facendo la sua onesta gavetta in F.2 e F.3. Catapultato di colpo in F.1, la prima gara gli è andata bene. Nella seconda no. Ovvero, più che parlare del vincitore Verstappen sarebbe il caso di parlare della direzione gara.

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Di Paolo Ciccarone –  RMC Motori

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Una spina nel fianco della Fia che si ritrova a fare piazza pulita con una serie di licenziamenti in tronco che lasciano stupiti (ultimo Tim Mayer e Janette Tan, assistente di Marques in F.2). Si vede che il problema è molto sentito dal presidente Ben Sulayem che non accetta discussioni e tronca i rapporti senza nemmeno aspettare fine anno, con diplomazia e tatto. Per fare un esempio, Verstappen avrebbe ostacolato Russell in qualifica mentre entrambi erano nel giro di rientro. Ovvero, andava troppo piano. La penalità, di un posto (mai letta sul regolamento) è stata affibbiata quando in Qatar era l’una e un quarto di notte. Ovvero le 23,15 ora italiana. Come dire che su molti giornali la notizia la trovavi on line ma chi ha comprato il giornale era certo di vedere l’olandese primo. Cosa accaduta alla prima curva del via della gara, ovviamente, ma non era così che doveva andare.

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E qui torniamo all’esperienza dei direttori di gara, che si avvale della collaborazione di un collegio di esperti, fra cui un esponente locale, uno steward internazionale ex pilota di F.1 e altri che seguono i monitor. Ovvero, scaricare tutte le colpe solo su Marques è sbagliato, di sicuro ci sono cose condivise che hanno stravolto il GP. Hamilton falsa partenza? Ci ha pure rimesso posizioni. Russell con la safety car e 5 secondi di penalità, affibbiati a due giri dalla fine.

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Norris per non aver rallentato a sufficienza alle bandiere gialle, come se ci fosse un codice che dice a quanto devi passare, Albon per aver ostacolato Magnussen, e via di questo passo. Alla fine ci ha rimesso Norris, che almeno un punto, anzi due, li ha recuperati col 10 posto e il giro veloce. Ma stravolgere un mondiale a tavolino, come se il protagonista fosse il giudice invece del pilota, è sbagliato. Deve averlo capito pure Ben Sulayem, ma entrare a gamba tesa lasciando a casa chi lo ha contestato o chi non segue le sue indicazioni, a mondiale in corso è sbagliato.

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Quindi, tenetevi la classifica del GP con Verstappen, Leclerc, Piastri, Russell, Gasly (e questo da dove è spuntato?), Sainz e compagnia cantando. La gara su una pista mediocre, indegna della F.1 (ma ormai siamo abituati a tutto) coi piloti che danno il massimo, non può essere vanificata dal cartellino giallo quando, almeno ogni tanto, la direzione gara meriterebbe un bel cartellino rosso…

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Foto by Pirelli