Dopo oltre sessant’anni ritorna la Scuderia Castellotti. Porta la data di martedì 20 aprile 2021 l’attestato provvisorio di licenza sportiva rilasciato dall’Ufficio Licenze dell’Automobile Club d’Italia alla Scuderia Castellotti, che ritorna così ufficialmente nel mondo dell’automobilismo sportivo.

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Non saranno, almeno per il momento, le piste ad ospitare le prove dei soci della scuderia lodigiana ma le strade dove si svolgono le gare di regolarità riservate alle auto storiche. Attualmente sono oltre 20 i soci che partecipano a questo tipo di gare ma il numero è destinato ad aumentare nelle prossime settimane dopo il rilascio della licenza sportiva da parte dell’Aci.

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La Scuderia Castellotti venne costituita a Lodi alla fine del 1958 per iniziativa di alcuni amici del campione lodigiano con l’obiettivo di aiutare giovani piloti. Nel 1959, Enzo Ferrari concesse alla scuderia l’uso gratuito della nuova Dino 196/S, biposto con motore sei cilindri di 2000cc che vinse la gara del debutto a Monza, la Coppa Sant’Ambroeus, con Giulio Cabianca. In seguito, lo stesso Cabianca, in coppia con Giorgio Scarlatti, ebbe alterne fortune in gare del Mondiale Marche e in alcune gare in salita.

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Il periodo migliore della Scuderia dedicata a Eugenio Castellotti fu quello legato all’arrivo dalla Ferrari, sempre a titolo gratuito, dei motori che nel 1955 avevano spinto le Ferrari Super Squalo nel Mondiale F. 1 e che vennero montati su telai Cooper per realizzare la prima monoposto di F. 1 di una scuderia privata equipaggiata con motori Ferrari. Era la “Cooper-Eugenio” che venne guidata da Scarlatti e Gino Munaron nel debutto poco fortunato a Monte Carlo nel 1960. Risultato positivo nel Gran Premio d’Italia all’Autodromo di Monza con Cabianca al quarto posto finale.

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La stagione successiva inizia con un nuovo arrivo da Maranello, un motore 4 Cilindri/3000cc da montare sul telaio Cooper per la Formula Intercontinentale. Il debutto del campionato a Silverstone non vede però al via la Scuderia Castellotti, liquidata dopo la morte del suo pilota, Giulio Cabianca, durante una sessione di prove all’Aerautodromo di Modena. Come Eugenio Castellotti.

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