Con la doppietta conquistata in questa edizione numero 89, aprendo così la nuova era Hypercar con la sua GR010 Hybrid, Toyota ha completato un fantastico poker di successi nelle ultime quattro edizioni della regina delle gare Endurance.

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Leggendo semplicemente il risultato finale verrebbe da dire tutto come da programma, ed in parte è vero perché le due biposto giapponesi erano ampiamente favorite, invece non è stata proprio una passeggiata, soprattutto all’inizio con la pioggia e durante la notte con asfalto umido e parecchio insidioso. D’altronde, non per fare quelli che l’avevano detto oppure per “tirarla” a qualcuno, ma appunto l’avevamo detto che in una gara così lunga e variabile, non solo per il meteo che comunque di solito ci mette lo zampino, mai dare nulla per scontato.

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E in effetti i brividi ci sono stati fin dalla prima curva di questa 24 Ore, con Pla (Glickenhaus) che alla prima curva ha centrato la Toyota #8 gettando il panico nel box giapponese. Fortunatamente le due vetture hanno potuto proseguire, perdendo tuttavia tempo per i necessari controlli e una penalizzazione di Pla. A quel punto Buemi-Hartley-Nakajima, nonostante un buon recupero, si sono dovuti accontentare di fare da scudieri ai compagni di squadra, per mettere al sicuro il risultato, giungendo a due giri dai vincitori Kobayashi-Conway-Lopez. In definitiva, a parte il brivido iniziale che da quel momento ha comunque tenuto in tensione il box Toyota anche per il resto della gara, le GR010 Hybrid si sono limitate a controllare la gara evitando altri guai per finire con la spettacolare parata sotto la bandiera a scacchi.

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A completare il podio l’Alpine A480 di Lapierre-Negrao-Vaxiviere, staccata di quattro giri dai vincitori, che ha avuto la meglio sulle due Glickenhaus di Franck Mailleux-Oliver Pla-Pipo Derani e Ryan Briscoe-Romain Dumas-Richard Westbrook, che oltre alla penalizzazione a Pla hanno pagato anche qualche noia tecnica nelle prime ore della mattina.

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Finale al cardiopalmo in LMP2, con la grande beffa per i leader Robert Kubica-Louis Deletraz-Yifei Fe che all’ultimo giro restano fermi per mancanza di benzina, lasciando la vittoria ai compagni del team WRT Robin Frinjs-Ferndinand Hansburg-Charles Milesi che precedono Sean Gelael-Tom Blomqvist-Stoffel Vandoorne e Paul Di Resta-Alex Lynn-Wayne Boyd.

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Sempre con una LMP2 ci fa piacere segnalare l’arrivo, in 32.ma posizione assoluta, della Oreca #84 schierata dal team Ultimate per Takuma Aoki-Nigel Bailly-François Hériau, con i primi due piloti disabili. La vettura ha corso nella classe Innovative, un progetto portato avanti dalla associazione SRT-41 di Frédéric Sausset, che nel 2016 fu il primo pilota con amputazioni ai quattro arti a disputare e portare a termine la maratona della Sarthe. Quindi missione compiuta!

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Le Ferrari hanno sovvertito i pronostici della vigilia che le vedvano in affanno rispetto alle Porsche, anche per una discutibile variazione del BOP all’ultimo minuto, dominando con le vetture AF Corse entrambe le classi GT. Nella LMGTE PRO Alessandro Pier Guidi-James Calado-Come Ledogar hanno bissato il successo ottenuto solo tre settimane fa alla 24 Ore di Spa, battendo la Corvette di Antonio Garcia-Jordan Taylor-Nick Catsburg e la Porsche di Kevin Estre-Neel Jani-Michael Christensen.  La 488 GTE Evo avrebbe potuto centrare la doppietta, ma lo scoppio di un pneumatico ha tolto dalla lotta per il podio Sam Bird-Daniel Serra-Miguel Molina, che ha chiuso al quinto posto.

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Nella LMGTE AM François Perrodo-Nicklas Nielsen-Alessio Rovera hanno vinto il duello con l’Aston Martin respingendo il tentativo di rimonta nel finale di Felipe Fraga-Ben Keating-Dylan Perera. A completare la grande festa del Cavallino, il terzo gradino del podio conquistato da Callum Ilott-Rino Mastronardi-Matteo Cressoni.

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Archiviata questa edizione della 24 Ore dal risultato tutto sommato scontato, che ha segnato il ritorno del pubblico sulle tribune con 50.000 presenze, aspettiamo con ansia il prossimo anno quando a movimentare la categoria top Hypercar entrerà la Peugeot e, naturalmente, ancora di più il 2023 quando alla compagnia si uniranno anche Ferrari, Porsche e Audi. Ma non solo, perché nell’intenso weekend di Le Mans sono anche state gettate le basi per un futuro decisamente più luminoso per l’endurance. Innanzitutto va segnalato l’accordo tra ACO, FIA e IMSA per allineare i regolamenti e consentire ai prototipi di correre nei vari campionati a livello globale. Questo grazie ad una sorta di BOP (che abbiamo già illustrato su Motorstyle.tv) che in base a tipologia di trazione e dimensioni pneumatici, profilo di accelerazione, capacità frenante e aerodinamica, volto ad allineare le prestazioni delle LMH (Le Mans Hypercar), la categoria attualmente già attiva nel WEC, e LMDh (Le Mans Daytona), che sarà introdotta nel 2023. In atto anche l’evoluzione della categoria GT, con un regolamento che dovrebbe avvicinarsi a quello GT3, in modo tale da consentire l’accesso a più marchi. Infine si guarda decisamente al futuro con il programma MissionH24, creato nel 2018 da ACO con l’obbiettivo di vedere in gara nell’edizione 2024 una classe di prototipi con propulsore elettrico-idrogeno. Insomma ci sono tutti gli elementi per aspettarci una crescita spettacolare e globale dell’endurance.

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