Sono bastati i 19 km del prologo disputato ieri per accendere immediatamente le polveri della sfida che sarà il tema dominante della edizione numero 44 della Dakar: riuscirà l’Audi con il suo avveniristico prototipo elettrico a mettere il primo storico sigillo della nuova era della mobilità sbaragliando gli avversari in gara con le motorizzazioni tradizionali?

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Certo, i 19 km del prologo sono davvero troppo pochi rispetto agli 8.375 km totali, di cui 4.258 km di prova speciale, che dovranno percorrere i concorrenti nelle 12 tappe che li riporteranno verso il traguardo finale di Jeddah il prossimo 14 gennaio, ma sono bastati per far capire che sarà una sfida bella tirata. Almeno questo è quello che si augurano in casa Audi, per la quale è pure suonato un piccolo campanello d’allarme. Infatti è vero che il “Matador” Carlos Sainz ha chiuso in seconda posizione staccato di soli 12” dal leader Nasser Al Attiyah, che dopo due piazze d’onore va senza mezzi termini alla caccia della vittoria con la sua Toyota, ma è altrettanto vero che per trovare un’altra  RS Q e-tron dei quattro anelli bisogna scorrere la classifica fino al decimo posto, occupato  dal plurivincitore Stephane Peterhansel staccato di oltre un minuto.

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Inoltre non mancano altri accreditati pretendenti alle posizioni di vertice, che incalzano. Alle spalle dei primi due, infatti, racchiusi in una manciata di secondi hanno chiuso nell’ordine il pluriiridato rally Sebastien Loeb, con l’Hunter del Bahrain Extreme Team, Al Rajhi (Toyota), Roma (Hunter) e De Villiers (Toyota), graziato dall’ultimo tampone negativo.

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Per contro le nuove regole e, di conseguenza, il nuovo format di gara strizza l’occhio, per precisa volontà degli organizzatori che hanno imboccato la strada green per il futuro, proprio ai veicoli azionati da energie alternative. Innanzitutto, addio ai tapponi lunghi che in molti casi avevano fatto la differenza nella storia della gara. Ora le tappe saranno più brevi, peraltro spezzettate in due o tre tronconi e diluite tra settori selettivi, trasferimenti e neutralizzazioni. Il tutto per consentire ai mezzi di fare rifornimento nel corso di una neutralizzazione, a discapito di chi vanta serbatoi molto capienti che prima consentivano di annullare le soste. I mezzi elettrici, invece, avranno la possibilità di ricaricare, almeno in parte, le batterie.

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Ma anche per questi non sarà una passeggiata. In casa Audi, infatti, guardano con una certa apprensione la prima parte della tappa “marathon”, cioè senza possibilità di assistenza alla sera, che si correrà il 3 e 4 gennaio. Infatti, per poter ripartire il giorno successivo sarà necessario portare a termine la prima frazione di ben 585 km. Questo potrebbe essere uno dei punti topici di tutta la gara. 

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Non solo, perché per finire fuori dalla classifica generale, dovendosi accontentare di proseguire nella categoria Dakar Experience, basterà anche forare più di due gomme sempre nella tappa marathon: la sera prima della partenza della terza tappa ad Hail, infatti, le gomme di ogni vettura prioritaria FIA, le quattro montate più le due di scorta, verranno marcate dai commissari e le stesse gomme dovranno arrivare al bivacco della quarta tappa, altrimenti l’equipaggio verrà messo fuori gara. 

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Insomma, la grande carovana della 44^ Dakar è pronta a muovere. In gara ben 1.030 concorrenti, in rappresentanza di 63 nazioni, che muoveranno 560 veicoli così suddivisi: 166 moto e quad, 193 auto e SSV, 57 camion, 144 mezzi della Dakar Classic.

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