La 10.ma edizione della Le Mans Classic, in programma nel fine settimana sul Circuit de la Sarthe, offrirà una meravigliosa retrospettiva della leggendaria 24 Ore di Le Mans.

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Non solo, perché da sempre la classicissima francese è prima di tutto un luogo di incontro e di passione, sia in occasione della gara riservata alle vetture moderne sia per la versione classica. Infatti, si tratta indubbiamente del raduno di auto d’epoca più grande a livello planetario: circa 500 auto da corsa, suddivise in sei plateau che vanno dal 1923 al 1981 a giocarsi la vittoria in pista nel corso di tre manche ciascuna di un’ora circa anche in notturna, e oltre 8.000 auto d’epoca che trovano posto nell’area recintata. Quindi un evento nel quale i protagonisti non sono sole le auto ed i piloti in pista ma tutti gli appassionati, peraltro invitati a recarsi in circuito con un abbigliamento in linea con le varie epoche rappresentate, lo “sporty chic” come da modelli suggeriti sul sito ufficiale. Nell’ultima edizione, nel 2018, furono circa 195.000 gli appassionati che risposero alla “chiamata”.

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La Le Mans Classic è un evento molto ambito dai gentleman driver, sottoposti ad una attenta selezione anche in funzione delle macchine di cui dispongono, ma anche dalla Case che in misura sempre maggiore scelgono di essere presenti, tramite le loro strutture “Classic”, a questi eventi di grande prestigio mondiale per ribadire la propria storia e, di conseguenza, valorizzare la propria immagine. Nel titolo abbiamo parlato di stelle, perciò partiamo proprio dalla Mercedes-Benz che sarà presente a Le Mans con uno schieramento davvero eccezionale. Innanzitutto, la Casa della Stella festeggia la fantastica doppietta conquistata 70 anni fa con due 300 SL (W194) che tagliarono una dopo l’altra il traguardo dell’edizione 1952 della 24 Ore di Le Mans, pilotate rispettivamente da Mercedes-Benz 300 SL da competizione (W 194). Alla 24 Ore di Le Mans del 1952, Hermann Lang-Fritz Riess e Theo Helfrich-Helmut Niedermayr, riportando il Marchio sul palcoscenico del motorsport internazionale dopo la Seconda Guerra Mondiale. Da questa scintilla iniziale nacque la versione di serie, la 300 SL "Gullwing" (W 198), appena due anni dopo.

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Tra i tanti pezzi forti allo stand Merecedes-Benz Classic, la 300 SL Roadster (W 198) del 1960, proveniente da Merecedes-Benz Classic dopo essere stata sottoposta al restauro in fabbrica. La Roadster è rifinita nella rara combinazione di colori del blu Mercedes con pelle rossa e capote grigio chiaro, mentre il tetto rigido è verniciato nel colore della carrozzeria.

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Occhi puntati sulla W 196 R con carrozzeria aerodinamica, la Freccia d'Argento che nel 1954 segnò il rientro Mercedes nei Gran Premi, dopo un'interruzione di 15 anni. Nella prima gara, il 4 luglio 1954 a Reims, Juan Manuel Fangio e Karl Kling realizzarono una spettacolare doppietta. Dopo altre tre vittorie, Fangio terminò la stagione come Campione del Mondo di Formula Uno.

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E come dimenticare la Sauber-Mercedes C 9 Gruppo C, che nel 1989 ottenne una doppietta alla 24 Ore di Le Mans con Stanley Dickens-Jochen Mass-Manuel Reuter e Kenny Acheson-Mauro Baldi-Gianfranco Brancatelli. A fine stagione Jean-Louis Schlesser vinse il titolo piloti nel Campionato Mondiale Gr. C con la C 9.

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Peugeot sarà presente con un prototipo molto interessante e pure curioso, la CD Peugeot 66, che partecipò alla 24 Ore del 1966 lasciando il segno grazie all’aerodinamica innovativa e al motore di serie. Il prototipo è frutto di una partnership tra Charles Deutsch (CD), ingegnere e produttore di automobili, e la Casa del Leone. Nel 1961, Deutsch iniziò a sviluppare un'auto sportiva sia per uso stradale che da competizione. Tra i suoi obbiettivi anche quello di prendere parte alla gara automobilistica più prestigiosa del mondo, la 24 Ore di Le Mans. 1966. Deutsch aveva bisogno di un motore per la sua auto; perciò, si rivolse alla Peugeot che ha deciso di affiancarlo fornendogli il motore della nuovissima 204, appena varata. Nonostante le modeste caratteristiche del motore di 1.130 cm3, che aveva una potenza di 105 CV, il prototipo raggiunse la velocità massima di 250 km/h grazie ad un peso non superiore a 760 kg e ad un'aerodinamica particolarmente curata grazie in particolare a due imponenti ali posteriori verticali.  Il design spettacolare e il coraggio di questo costruttore-artigiano fecero guadagnare al CD Peugeot una popolarità immediata, ma purtroppo nessuna delle tre vetture schierate arrivò alla bandiera a scacchi: due si ritirarono per incidenti, la terza per un guasto alla frizione. Quest'ultima, conservata nelle collezioni Aventure Peugeot, è iscritta alla Le Mans Classic 2022, guidata dai giornalisti Etienne Bruet e Thomas de Chessé.

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Non sarà da meno Renault, che scende in pista con tre Renault 4CV, primo veicolo a motore posteriore ad aver partecipato alla 24 Ore di Le Mans nel 1949, ricordando a tutti gli appassionati di gare d’auto d’epoca il successo ottenuto da questo popolare modello nel 1950. Le tre 4CV saranno guidate da equipaggi d’eccezione: Alain Serpaggi, vincitore della 24 Ore di Le Mans nel 1969, e Géraldine Gaudy, giornalista dell’Argus, al volante di una Renault 4CV replica dell’iconica versione del 1950; Julien Saulnier, campione in carica del Trofeo Alpine e Patrick Henri, pilota di WRC; ); pilota belga Christian Chambord e Jean-Pierre Prévot, con due 4CV repliche del 1951.

Accanto al circuito storico, Renault predisporrà una mostra per celebrare due icone della Casa di Boulogne-Billancourt: Renault 4CV e Renault 5. Quest’ultima, in particolare, festeggia nel 2022 il suo 50° anniversario. Renault Classic ha così preparato per tutti gli amanti delle auto d’epoca una mostra con 9 versioni della Renault 5 e 9 versioni della 4CV. Inoltre, alla festa si uniranno oltre 100 veicoli di collezionisti privati esposti nell’area Club Renault. Questa edizione di Le Mans Classic segna l’inizio della collaborazione tra Renault e Artcurial. Il prossimo 2 luglio, verranno messi in vendita 8 lotti eccezionali che offriranno ai collezionisti l’opportunità di diventare proprietari di un pezzo della leggenda Renault, dando così una seconda possibilità a tesori automobilistici che finora erano stati conservati nelle riserve della Marca. La prima star della sezione “The Renault Icons” sarà la Renault Formula 1 RE40-03 del 1983, quella di Alain Prost.

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A rappresentare la Toyota ci sarà Kazuki Nakajima, figlio maggiore del mitico Satoru Nakajima, che prima di diventare il primo pilota giapponese a segnare punti in Formula 1 partecipò alla prima sfida della Toyota alla 24 Ore di Le Mans, nel 1985, al volante del prototipo Toyota TOM'S 85C Gruppo C che si piazzò al 12° posto. Ora Kazuki, vincitore di Le Mans con Toyota Gazoo Racing nel 2018, 2019 e 2020 e Campione del Mondo FIA Endurance nel 2018-2019, sarà al volante di quella stessa vettura, 37 anni dopo. Il prototipo 85C da 500 CV, di proprietà privata, ha partecipato alle edizioni 2018 e 2020 della Le Mans Classic, nell'evento dedicato al Group C Racing, guidato alla leggenda delle corse giapponesi Masanori Sekiya, che corse in occasione dell’edizione 1985 con Satoru Nakajima e Kaoru Hoshino. Il prototipo 85C parteciperà alla gara di 60 minuti in programma sabato, insieme ad altre auto iconiche di uno dei periodi più suggestivi delle gare di durata, tra cui Porsche 962, Jaguar XJR-9 e Peugeot 905 vincitrici di Le Mans. 

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Sempre nella gara dedicata alle mitiche Gruppo C anche diversi nostri portacolori, tra i quali Marco Fumagalli e Stefano Zerbi che si divideranno l’abitacolo della Argo JM19 C del 1988 di Gruppo C2.

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Tra le vetture più classiche, invece, Alfa Delta schiera tre Alfa Romeo di prestigio. Due Alfa Romeo Giulietta SZ “Coda Ttronca” del 1961, schierate nel “Plateu 3” (1957-1961), per l’equipaggio italo-svizzero composto da Roberto Restelli, titolare Alfa Delta, e Antonio Carrisi, e per l’equipaggio tedesco formato da Mathias Korber, Christian Ondrak e Bernd Georgi.

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