Gli automobilisti europei vorrebbero una maggiore possibilità di scelta in termini di mobilità sostenibile. Un report europeo rileva che l’80% dei consumatori vorrebbe contribuire a un settore automotive più green, ma ad un prezzo equo. Inoltre, il 31% ritiene che si possa offrire una scelta più adeguata alle diverse esigenze degli automobilisti.
Petronas Lubricants International (PLI) ha pubblicato i risultati del nuovo report europeo che evidenzia il divario che esiste tra la consapevolezza e il comportamento dei consumatori quando si tratta di scegliere veicoli più sostenibili. L’80% dichiara di voler contribuire a un'industria automotive più green, ma oltre un terzo (38%) non sembra disposto a pagare di più per acquistare prodotti alternativi.
L'aumento dei prezzi dell'energia e del costo della vita stanno portando i consumatori di tutto il mondo a limitare le proprie spese, ostacolando la diffusione di soluzioni più sostenibili. La ricerca di Petronas Lubricants International, condotta su un campione di 7.000 consumatori in sei Paesi, ha rilevato che gli intervistati di Italia, Spagna, Polonia e Francia sono propensi a pagare una piccola percentuale in più (dall'11 al 20%) per prodotti che favoriscono una mobilità più sostenibile, diversamente dalla Gran Bretagna, che è il Paese meno disposto ad accettare un sovrapprezzo.
Ulteriori differenze si riscontrano a livello generazionale: anche il 46% della Generazione Z è disposto a pagare l'11-20% in più, ma la maggioranza degli over 55 sostiene che i prezzi non dovrebbero cambiare (62%). Ciò riflette le pressioni sul reddito e sulle uscite nelle diverse fasi della vita, come le rate del mutuo, le pensioni e la proprietà di un veicolo. Inoltre, questo dato conferma il divario generazionale quando si tratta di guardare alla sostenibilità in senso più ampio.
La consapevolezza sui fattori chiave che possono incidere sull'impronta di carbonio di un veicolo si attesta a un buon livello; tuttavia, si rischia di trascurarne alcuni al fine di risparmiare nel breve periodo. I cinque principali fattori che si ritiene abbiano un impatto comprendono:
1. Utilizzo del giusto carburante (77%)
2. Età dell'auto (75%)
3. Abitudini di guida (73%)
4. Manutenzione dell'auto (72%)
5. Lubrificanti (71%)
Accanto a questi elementi, tra i vari Paesi e tra le varie età si riscontra anche un gap relativo alla conoscenza delle azioni che si possono intraprendere. In media, il 12% degli europei non sa cosa si potrebbe fare per ridurre l'impronta di carbonio dell’auto. Ciò evidenzia l'opportunità, per i leader del settore, di tracciare una chiara roadmap che consenta agli automobilisti di compiere scelte più consapevoli. Non è solo questione di carburante. Ci sono altri elementi da considerare, come la scelta dei lubrificanti utilizzati: i fluidi più performanti possono consentire di ottenere un risparmio sui consumi del 3% e di ottimizzare l'efficienza termica, con conseguenti vantaggi economici generali e migliori prestazioni del veicolo. Anche l'imballaggio dei prodotti, come la scelta di bag-in-box o di taniche in plastica riciclata, può fare la differenza.
Inoltre, il 40% degli intervistati ritiene che il settore automotive potrebbe impegnarsi di più per rendere i veicoli più sostenibili. Si tratta di un obiettivo che molti Paesi si sono posti per ridurre le emissioni di CO2, ma l'83% del campione auspica che anche le aziende facciano di più per contribuire a questo risultato. I costi rappresentano ancora una volta un ostacolo significativo al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità: il 42% ritiene che i prezzi debbano essere abbassati e che si possa offrire una scelta più adeguata alle diverse esigenze degli automobilisti (31%).
Meditate politici, meditate!
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