Dopo la trasferta in Canada, la Formula 1 torna in Europa per disputare i prossimi 6 GP. Si comincia con il Gran Premio d’Austria, al Red Bull Ring, in casa del team campione del mondo e tuttora ampiamente in cima alle classifiche iridate Costruttori e Piloti, con Max Verstappen.
Il fine settimana di Spielberg sarà il secondo in calendario con la F1 Sprint. La qualifica per decidere la griglia di partenza del Gran Premio è in programma venerdì pomeriggio, dopo l’unica sessione di prove libere al mattino. La giornata di sabato sarà invece dedicata alla Sprint Shootout e alla Sprint Race. Nelle tre brevi sessioni della Sprint Shootout (rispettivamente 12, 10 e 8 minuti), le squadre dovranno obbligatoriamente montare dei set nuovi di pneumatici e utilizzare in Q1 e Q2 le mescole Medium. In Q3 è invece previsto l’uso di mescola Soft. I team avranno a diposizione per il Gran Premio d’Austria la mescola C3 come P Zero White hard, C4 come P Zero Yellow medium e C5 come P Zero Red soft. Come nella gara precedente a Montréal, verranno quindi utilizzate le tre mescole più morbide della gamma.
“Il Red Bull Ring è un circuito dove i pneumatici non hanno tregua. Le vetture percorrono le dieci curve del tracciato in un tempo leggermente superiore al minuto e i pochi rettilinei non permettono alle gomme di riposarsi. L’asfalto ha una micro e macro rugosità abbastanza alta, dovuta all’età del manto, e il grip è elevato in partenza. Trazione e frenata sono elementi chiave e particolare attenzione dovrà essere dedicata alla gestione del surriscaldamento dei pneumatici: i piloti che non dovessero riuscire a raffreddarli adeguatamente potrebbero infatti avere difficoltà nel difendersi dagli attacchi degli avversari, soprattutto nel primo e nell’ultimo settore. Un fattore importante sarà quindi anche la temperatura ambientale, con condizioni tradizionalmente piuttosto variabili. La gara dello scorso anno si è giocata sulle due soste con mescole Medium e Hard ma quest’anno, nel caso il degrado non sia eccessivamente elevato, la sosta unica potrebbe essere un’opzione valida”, spiega Mario Isola, Responsabile Pirelli.
Il Red Bull Ring ha solo dieci curve ed è il circuito del calendario iridato in cui i piloti impiegano meno tempo per effettuare un giro completo. Il record in gara è di Carlos Sainz che nel Gran Premio di Stiria del 2020 concluse il 68° giro in 1m05.619s con la sua McLaren motorizzata Renault su Soft C4. La variazione di altezza tra i vari punti della pista, rende il Red Bull Ring il secondo circuito del campionato con la maggiore differenza altimetrica dopo Spa-Francorchamps. Tra il punto più vicino al livello del mare, prima di curva 1, e il punto più alto, dopo curva 2, c’è una variazione di più di 60 metri.
Date le sue caratteristiche, di tracciato corto (4.318 mt) e veloce con continui saliscendi, il circuito Red Bull Ring, sede del Gran Premio di Austria, può essere considerato una sorta di ottovolante. Una “giostra” che gira vorticosamente, sia in qualifica dove i tempi possono essere molto vicini tra loro creando grande incertezza sull’esito finale, anche perché i piloti potranno azzardare più giri dato il tempo di percorrenza limitato, sia in gara dove sbagliare strategia può significare restare intruppati nel traffico e gettare alle ortiche la possibilità di un buon risultato.
Ma queste non sono le uniche variabili possibili a Zeltweg. Innanzitutto, il meteo particolarmente variabile in questa stagione in Stiria ci potrebbe mettere lo zampino, con escursioni termiche in grado di condizionare in misura importante il rendimento delle monoposto. L’altra variabile sarà determinata dal format del weekend, che limiterà le sessioni di prove libere proprio su una pista dove i tecnici devono trovare il migliore compromesso tra il carico aerodinamico, necessario sulle curve veloci come la 9, la penultima dove i piloti sono sottoposti ad una forza di 4,7g, il grip meccanico necessario per le curve più lente, all’uscita dalle quali occorre avere anche un’ottima trazione, e una buona frenata bilanciata nelle violente staccate in discesa.