La Formula 1 ha lasciato l’Europa per fare rotta sull’Asia, dove andranno in scena le prossime tre gare, a partire nel fine settimana dal Gran Premio di Singapore. Il circuito di Marina Bay, nella città stato confinante con la Malesia, è ormai un classico moderno del campionato diventando, al suo debutto nel 2008 il primo evento disputato interamente in notturna.
Il circuito di Singapore ha quasi sempre regalato gare avvincenti, ma sul suo tortuoso layout superare è sempre stato molto difficile e il ricorso alla Safety Car fa sì che a volte non si riesca a completare nemmeno il numero di tornate previsto prima dello scadere del limite delle due ore. C’era infatti praticamente un unico punto in cui era possibile tentare l’attacco, alla fine del primo settore in fondo al rettilineo. Quest’anno però gli organizzatori hanno deciso di introdurre un cambiamento radicale modificando tutta la zona che va dalla curva da 16 alla 19, che sono state eliminate, per creare un tratto rettilineo in più sul quale dovrebbe essere possibile sorpassare. Con questa modifica, la lunghezza del circuito è scesa 4.940 metri e quindi ci sarà un giro in più da percorrere, 62 anziché 61, ma il tempo sul giro dovrebbe abbassarsi di 12-15 secondi rendendo meno probabile la conclusione anticipata della corsa.
Nonostante il cambiamento introdotto, quello di Singapore resta un circuito da alto carico aerodinamico, sul quale la vettura viene messa sotto pressione per tutto quel che riguarda il raffreddamento delle componenti, a cominciare dal motore endotermico, benché esso venga sfruttato al massimo solo per poco più del 50% del giro. Anche l’impianto frenante è molto sollecitato, dato che viene chiamato in causa per quasi venti secondi ad ogni passaggio.
Su questo tracciato, in modo particolare, è necessario avere una vettura particolarmente efficace in trazione e ben bilanciata, così da permettere ai piloti di avere la giusta confidenza tra i muretti. E trattandosi di un tracciato cittadino, il pilota a Singapore può fare una differenza ancora maggiore. A partire dalle qualifiche, perché come per altri circuiti cittadini, la posizione in griglia di solito è fondamentale per raggiungere un buon piazzamento sotto la bandiera a scacchi, vista le limitate possibilità di sorpasso.
Lo stress sugli pneumatici non è particolarmente elevato in termini di carichi mentre particolare attenzione dovrà essere data alla gestione dell’asse posteriore, messo a dura prova in fase di trazione in uscita dalle curve lente. Le temperature sono solitamente piuttosto elevate e costanti, trovandosi Singapore a pochi chilometri (circa 150) dall’Equatore, il che aumenta il rischio di surriscaldamento, tanto delle gomme quanto di tutte le parti meccaniche della monoposto, senza dimenticare peraltro l’elemento determinante in una corsa automobilistica, vale a dire il pilota!
Come per i precedenti circuiti cittadini, anche a Singapore si correrà con il tris di mescole più morbide della gamma Pirelli. La C3 verrà utilizzata come P Zero White hard, C4 come P Zero Yellow medium e C5 come P Zero Red soft. Il Gran Premio di Singapore si corre in notturna con partenza alle 20 ora locale. L’elevata umidità, le alte temperature e la difficoltà nella dispersione del calore a causa dei muretti che delimitano il tracciato rendono la gara molto impegnativa per i piloti a livello fisico. Inoltre, il circuito di Marina Bay è caratterizzato dalla presenza di tanti elementi, come strisce e tombini, che contraddistinguono le strade utilizzate dalla viabilità pubblica, il che può variare in alcuni punti il livello di aderenza dell’asfalto, soprattutto in caso di pioggia.