Audi è tornata alla vittoria nella 24 Ore del Nürburgring, seppure in versione ridotta. Infatti, mentre lo scorso anno venne stabilito il nuovo record di distanza percorsa, pari a 162 giri, quest’anno è stata l’edizione più corta della storia della gara, con soli 50 giri percorsi per un totale di 1.296 km. Ma una vittoria è una vittoria e non è certo stata colpa dei vincitori se la Direzione Gara ha dovuto esporre bandiera rossa alle 23,30 e fermare la “giostra” per la fitta nebbia formatasi nella zona del GP-Strecke, la parte nuova del tracciato dove corre la F. 1.

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Poi, dopo 14 ore di sosta si è cercato di far ripartire la gara ma dopo cinque giri percorsi dietro la Safety car è stata data la bandiera a scacchi, che ha sancito la vittoria dell’Audi R8 LMS EVO II del Scherer Sport PHX Team, al comando al momento dello stop serale, pilotata da Franck Stippler-Christopher Mies-Ricardo Feller-Dennis Marschall.

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Alle loro spalle, a completare il podio, la Porsche 911 GT3 R del Manthey Racing pilotata da Vanthoor-Preining-Estre-Guven e la BMW M4 GT3 di Harper-Hesse-Weerts che aveva firmato la pole position. Difficile dire come sarebbe andata la gara in condizioni normali; infatti, sono in molti a poter recriminare per lo stop improvviso che ha determinato il risultato stravolgendo le strategie inatto.

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Tra questi la Ferrari, che l’anno scorso aveva festeggiato con la vittoria il debutto della 296 GT3 mentre quest’anno si deve accontentare solo di un dodicesimo posto come miglior piazzamento. In partenza la Ferrari 296 GT3 #1 è scattata dalla sesta posizione con Daniel Keilwitz che si è ben comportato nelle condizioni iniziali di pista umida.

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Il meteo molto incerto, con pioggia a intermittenza, ha caratterizzato le prime ore di gara, con la 296 GT3 che è riuscita a rimanere nelle parti alte della classifica grazie alla condotta accorta dei suoi piloti Keilwitz-Luca Ludwig-Nicolas Varrone-Felipe Fernandez Laser, fino allo stop con bandiera rossa alle 23.30 di sabato.

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Alle 13.30 di domenica le vetture sono ripartite per effettuare cinque giri dietro safety car al fine di verificare se vi fossero le condizioni di sicurezza sufficienti per terminare la corsa, con la Ferrari di Frikadelli Racing Team in sesta posizione prima di scivolare al dodicesimo posto finale dovendo effettuare l’ultimo pit stop in regime di safety car. 

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Pirelli, che ha fornito ufficialmente i propri pneumatici, appositamente studiati per le varie tipologie di vetture e condizioni climatiche, ad alcune vetture iscritte in sei differenti classi, si è dovuta consolare con la vittoria nella categoria SP3T della nuova Mini John Cooper Works PRO al suo debutto mondiale (71° in classifica assoluta).

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La vettura #317 gestita da Bulldog Racing ha usato P Zero e Cinturato, nelle versioni progettate per le Turismo. La cugina #474, in classe VT2, è comunque salita sul podio di classe al terzo posto (78° posto assoluto).

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Festeggia invece il poker di vittorie in classe TCR nella classica tedesca la Hyundai, con le Elantra N TCR che hanno occupato interamente il podio, con Mason Filippi-Harry Gottsacker-Bryson Morris-Mark Wilkins del Team Americas sul gradino più alto.

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Come detto, una vittoria è una vittoria e non si discute, però dato il grande impegno, in tutti i sensi, che Case e team mettono in campo per conquistare l’ambita vittoria in questa gara simbolo, forse sarebbe il caso di riflettere se non sia il caso di spostare un po’ più avanti nel calendario, magari metà luglio, la gara per avere meno probabilità di incorrere nelle bizze del meteo che scompagina i piani e, soprattutto, il lavoro svolto dalle squadre e l’impegno dei piloti. Meditate gente, meditate.

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