Il Gran Premio di Spagna, in programma nel fine settimana sul Circuit de Barcelona-Catalunya, dà il via ad un incalzante trittico di gare che si svolgeranno nell’arco di tre settimane: dopo la Spagna le Formula 1 si trasferiranno in Austria e Gran Bretagna.
Il Gran Premio di Spagna giunge quest’anno alla sua cinquantaquattresima edizione. È entrato nel calendario iridato per la prima volta nel 1951 ma ne fa parte stabilmente dal 1986. Quello di Barcellona è il quinto tracciato su cui si è disputato questo Gran Premio: prima si era infatti corso su due tracciati cittadini nel capoluogo catalano – Pedralbes (2 volte) e Montjuic (4) – e su due autodromi permanenti, quello di Jarama (9), alle porte di Madrid, e quello di Jerez de la Frontera (5), in Andalusia. L’edizione di quest’anno è quindi la trentaquattresima che verrà ospitata sul Circuit de Barcelona-Catalunya. La Spagna ha ospitato altri sette appuntamenti iridati, sempre sotto il nome di Gran Premio d’Europa: nel 1994 e nel 1997 a Jerez, dal 2008 al 2012 sul tracciato cittadino di Valencia.
La decima tappa stagionale è un appuntamento “duro” per la Formula 1. Il Circuit de Barcelona-Catalunya è uno dei tracciati più impegnativi dal punto di vista tecnico non soltanto per le vetture ma anche per i pneumatici. Non è quindi una sorpresa che, come tradizione, Pirelli abbia selezionato per questo appuntamento le tre mescole da asciutto più dure – C1 come Hard, C2 come Medium e C3 come Soft – della sua collezione 2024, la stessa scelta effettuata per la prima gara dell’anno in Bahrain.
Il tracciato è uno dei più completi in assoluto nel mondo e non soltanto del calendario iridato. Ci sono rettilinei e tutte le possibili tipologie di curve, tra cui alcune come la 3 e la combinazione composta dalla 13 e la 14 che introducono al rettilineo principale da percorrere a velocità decisamente elevate. Le forze laterali esercitate sugli pneumatici sono particolarmente elevate, in particolare su quelli del lato sinistro della vettura, visto che le curve a destra sono nove su quattordici.
Per contro, secondo i tecnici Brembo il Circuit de Barcelona-Catalunya, di 4.657 metri di lunghezza, rientra nella categoria dei circuiti scarsamente impegnativi per i freni delle Formula 1. I piloti, infatti, frenano per 8 secondi e mezzo al giro, dato che solo 2 delle 6 staccate richiedono un uso dei freni di almeno 1,4 secondi e la decelerazione non raggiunge mai i 5 g.
Sul circuito catalano lo scorso mese ha gareggiato anche la MotoGP: i tempi sul giro delle moto, penalizzate dall’impossibilità di scaricare a terra tutta la potenza e dal delicato equilibrio dinamico, sono superiori di oltre 25 secondi a quelli delle monoposto. Il ricorso ai freni, invece, è decisamente più elevato: 32 secondi al giro per le moto, circa il 32% dell’intero GP, a fronte del 12% della Formula 1. D’altro canto, su questo tracciato la MotoGP ha bisogno dei freni in 10 curve, rispetto alle 6 della Formula 1. Malgrado entrambe le categorie dispongano di dischi Brembo in carbonio, le differenze sulle singole frenate sono notevoli: alla curva 1, per esempio, le moto perdono 239 km/h in 292 metri, ovvero circa un km/h in 1,22 metri mentre le monoposto riducono di 143 km/h la loro velocità in 81 metri, ossia un km/h in 57 centimetri, meno della metà della MotoGP.
Per tanti anni questo circuito è stata la sede dei test invernali delle squadre e, poiché apriva la fase europea della stagione, era il palcoscenico per il debutto dei primi upgrade significativi della stagione. Negli ultimi anni questa funzione è andata scemando ma Barcellona rimane una tappa probante e attesa con trepidazione per tutte le squadre perché, e non si tratta di un luogo comune, se una monoposto risulta competitiva qui lo dovrebbe essere in ogni tipologia di tracciato.
Dal 2023 è stata reintrodotta la configurazione originale usata dal 1991, anno di esordio di questo tracciato nella massima competizione automobilistica, al 2007, quando fu inserita una chicane prima dell’ultima curva, con lo scopo teorico, peraltro non ottenuto, di creare maggiori opportunità di sorpasso. Nei fatti, è stata proprio l’eliminazione della chicane, combinata con l’attuale configurazione aerodinamica delle vetture, a riportare in auge i sorpassi su questa pista che, non è un caso, lo scorso anno è passata dall’essere nella parte centrale della classifica di specialità a entrare fra le prime quattro della stagione scorsa.
Rispetto al 2023, quest’anno il weekend di gara si svolge tre settimane più tardi e le temperature potrebbero essere più elevate. Ciò potrebbe aggiungere un ulteriore fattore, quello termico, nella gestione degli pneumatici, il che potrebbe sfavorire quella C3 che lo scorso anno era risultata piuttosto competitiva anche in gara e che fu scelta per il primo stint da 16 piloti su 20. Dal punto di vista della strategia, la doppia sosta dovrebbe essere l’opzione più veloce, con tutte le mescole che potrebbero entrare in gioco. In caso di degrado più accentuato, ecco che le tre soste potrebbero rappresentare una variabile, anche alla luce del fatto che la gara dello scorso anno ha dimostrato che i sorpassi sono più agevoli rispetto al passato.
Un’altra tradizione legata al Circuit de Barcelona-Catalunya è il peso della pole position per il risultato finale. In ben 24 corse chi è partito davanti a tutti è poi passato per primo sotto la bandiera a scacchi. E se si considera che in quattro occasioni il pole man è stato costretto al ritiro, si capisce ancora di più quanto sia importante – almeno statisticamente – essere il più veloce il sabato pomeriggio.
Sono Michael Schumacher e Lewis Hamilton i piloti che hanno ottenuto più successi nel Gran Premio di Spagna, con sei vittorie ciascuno: grazie al primo posto nel Gran Premio d’Europa del 1994 Michael è il più vittorioso nelle gare di F1 disputate in territorio spagnolo. Il campione tedesco è primo anche nella classifica delle pole position (7), dei giri più veloci in gara (7) e dei piazzamenti sul podio (12). Fra i costruttori, la Ferrari è prima per numero di vittorie (12), pole position (14), giri più veloci in gara (14) e piazzamenti sul podio (38).