Il London Concours, andato in scena la scorsa settimana nell’affascinante cornice della Honorable Artillery Company vicino a Old Street, nel cuore della City, ha celebrato Zagato con una retrospettiva che illustra le creazioni del celebre Carrozziere tramite l’esposizione di disegni esclusivi dei progetti e di alcuni selezionati modelli.
Dalle prime auto come l'Abarth 750 Zagato DB del 1958 fino alla rarissima Bristol 406 Zagato, a modelli più recenti e super esclusivi, come Ferrari 550 Barchetta GTZ e Aston Martin V12 Zagato, oltre ad offrire la rara opportunità di vedere affiancate l'Alfa Romeo SZ del 1991 con la sorella scoperta, la RZ decappottabile.
Partiamo, anche per ordine temporale, con un piccolo grande gioiello: l’Abarth 750 Zagato DB del 1958. Questa vettura sportiva leggera è stata la pioniera del caratteristico design del tetto a "doppia bolla" di Zagato, un capolavoro di efficienza aerodinamica ed eleganza stilistica italiana.
Con un esuberante motore da 750 cc, abbinato a una carrozzeria leggera, divenne un formidabile concorrente sulle piste dell'epoca, vincendo numerose gare e riconoscimenti. Un'auto che esemplifica la capacità di Zagato di combinare abilmente prestazioni e bellezza estetica.
A impreziosire l'evento anche la presenza della rara Bristol 406 Zagato del 1960, una miscela unica di ingegneria britannica e design italiano. Sono state prodotte solo sei di queste gran turismo anglo-italiane, il che la rende uno spettacolo eccezionalmente raro. La Bristol 406 Zagato presenta un'elegante carrozzeria in alluminio, caratteristica di Zagato, ed è alimentata da un motore sei cilindri in linea da 2,2 litri. Con un peso di poco più di 1.100 kg, la Zagato era ben 260 kg più leggera della 406 standard, oltre che quasi trenta centimetri più corta e 5 pollici più bassa. Con miglioramenti significativi sia in termini di accelerazione che di velocità massima, Zagato ha trasformato le prestazioni della 406, offrendo allo stesso tempo un'esperienza di guida più agile e sportiva.
Non è certo passata inosservata l'Alfa Romeo SZ del 1991, spesso chiamata "Il Mostro" per il suo design audace e non convenzionale. Le linee brutaliste e spigolose e la presenza sorprendente della SZ rappresentavano un significativo allontanamento dallo stile tradizionalmente sinuoso dell'Alfa Romeo, dimostrando la volontà di Zagato di oltrepassare i confini del design; è sicuramente uno dei progetti di auto stradali più audaci in assoluto.
Basata sulla piattaforma della fidata Alfa Romeo 75, era alimentata da una versione rinnovata del sonoro V6 "Busso" da 3,0 litri, che inviava 210 cavalli alle ruote posteriori. Sono state prodotte solo 1.036 SZ, insieme a 278 RZ decappottabili. L’esposizione di uno di questi esemplari ha offerto al numeroso pubblico la rara opportunità di vederli fianco a fianco.
La Ferrari 550 Zagato GTZ Barchetta è stata un altro pezzo forte dell’esposizione dedicata alla Carrozzeria milanese. La GTZ è stata creata nel 2009 per commemorare il 90° anniversario del rapporto tra Ferrari e Zagato. La carrozzeria sinuosa della GTZ e la configurazione open-top sono ispirate alla Ferrari 250 GT Berlinetta del 1956. Era la miscela perfetta tra il pedigree prestazionale della Ferrari e l'estetica elegante di Zagato, con un motore V12 da 5,5 litri che produceva 485 cavalli. È una delle Ferrari moderne più rare in assoluto, si ritiene siano stati costruiti solo tre esemplari.
L’esposizione comprendeva anche una delle creazioni più recenti di Zagato, l'Aston Martin V12 Zagato del 2012. Questa vettura è stata anch’essa creata per celebrare un traguardo significativo, in questo caso il cinquantesimo anniversario dell'iconica DB4GT Zagato. È stata creata come un'interpretazione moderna della formula classica della DB4 Zagato, una macchina compatta ma muscolosa che combinava l'eleganza con un netto vantaggio sportivo. I miglioramenti includevano l'aggiunta del caratteristico tetto a doppia bolla e degli archi posteriori notevolmente ingranditi.
Il cuore della vettura è lo spettacolare motore V12 da 6,0 litri dell'Aston Martin, in grado di produrre 510 cavalli. Una fusione tra l'ingegneria britannica e l'arte del design italiano, la produzione della carrozzeria su misura della V12 Zagato ha richiesto circa 2.000 ore, cinque volte quelle dell'auto standard. Si ritiene che siano stati costruiti solo 65 esemplari.