Il Gran Premio di San Paolo chiude una lunga trasferta della Formula 1 nel continente americano. Il fine settimana di gara di Interlagos, all’Autodromo José Carlos Pace, segue infatti quelli di Austin e Città del Messico, tutti a distanza di sette giorni l’uno dall’altro.
La pista è tra le più amate dai piloti: il giro inizia su una velocissima semicurva che attraversa il traguardo – l’Arquibancadas – e porta in discesa verso curva 1, la celebre “S do Senna”, che prende il nome dal leggendario pilota di Formula 1, paulista, scomparso 30 anni fa sulla pista di Imola. Dopo la esse la Curva do Sol viene percorsa in pieno e porta sulla Reta Oposta, un rettilineo con DRS in fondo al quale si trova curva 4, la Descida do Lago, sulla quale è possibile compiere sorpassi e i piloti si trovano a sfidare eccezionali forze gravitazionali. La pista risale leggermente e si entra nel settore 2, il più tortuoso del circuito con, in sequenza, le curve dalla 6 - la Ferradura – alla 11 – la Mergulho – che immettono sul terzo e velocissimo settore. Gli ultimi secondi di pista, di fatto, si caratterizzano per un’unica vera curva, la Junçao, che riporta alla Subida do Boxes e all’Arquibancadas sulla linea d’arrivo, dove è possibile spalancare nuovamente il DRS.
C’è un filo, in questo caso molto scuro, che lega le tre piste nelle Americhe: l’asfalto nuovo. Ma se ad Austin e a Città del Messico la riasfaltatura è stata parziale, a San Paolo il manto è nuovo per tutti i 4,309 km di lunghezza del tracciato, pit-lane inclusa. I lavori sono terminati da poco e l’asfalto è stato accuratamente pulito, usando anche un sistema di lavaggio con acqua ad alta pressione che toglie la patina che solitamente copre un bitume totalmente nuovo aumentandone al contempo la rugosità.
C’è quindi una grossa incognita che aspetta piloti e squadre in questo weekend. A rendere il rebus ancor più complicato da risolvere si aggiunge anche la scelta effettuata da Pirelli di portare in Brasile un tris più morbido rispetto allo scorso anno: saranno infatti la C3 come Hard, la C4 come Medium e la C5 come Soft le mescole a disposizione. Inoltre, il Gran Premio si svolgerà col formato Sprint; quindi, con una sola sessione di prove libere per cercare il miglior assetto, anche se come si è visto ad Austin la gara “corta” nei fatti si sta dimostrando molto utile proprio per affinare il bilanciamento delle monoposto in vista del Gran Premio vero e proprio.
A Interlagos le forze laterali e longitudinali esercitate sugli pneumatici lungo le quindici curve che compongono il tracciato, che si percorre in senso antiorario, sono di intensità medio bassa e ben distribuite fra i due assi. Peraltro, uno degli effetti del nuovo asfalto potrebbe essere un abbassamento dei tempi sul giro e, conseguentemente, un aumento della frequenza dello sforzo cui vengono sottoposte le gomme.
Solitamente il weekend del Brasile promette spettacolo. L’autodromo intitolato a José Carlos Pace offre diverse opportunità di sorpasso ma altri fattori più casuali, come un’elevata possibilità di neutralizzazioni e un’estrema variabilità nelle condizioni meteorologiche, rendono l’esito del fine settimana spesso molto incerto e difficile da pronosticare. Solitamente, la strategia più veloce prevede due soste, privilegiando l’utilizzo delle mescole più morbide. Lo scorso anno, quasi tutti i piloti scelsero di partire con la Soft ma una bandiera rossa alla partenza consentì il passaggio alla Medium per poi completare la corsa con un secondo treno di Soft. Quest’anno lo step più morbido potrebbe offrire un ventaglio di soluzioni più ampio, rendendo così ancora più spettacolare la gara.
Il circuito di Interlagos ha ospitato 40 Gran Premi ma solo gli ultimi tre hanno assunto la denominazione della città paulista. Le precedenti 37 volte sono state valide come Gran Premio del Brasile, una corsa ospitata dieci volte anche all’autodromo di Jacarepaguà, a Rio de Janeiro.
Il pilota che ha vinto più volte in Brasile è Alain Prost, che ha trionfato sei volte, ma una sola a San Paolo, dove invece il primatista è Michael Schumacher, con quattro successi. Ayrton Senna è il primatista di pole position (6) nel suo Paese, equamente suddivise fra le due piste. A Interlagos altri quattro piloti hanno ottenuto altrettante pole come Senna: i suoi connazionali Felipe Massa e Rubens Barrichello, Mika Hakkinen e Lewis Hamilton. Fra le squadre, la McLaren è la squadra che ha vinto più volte in Brasile (11) ma la Ferrari ha ottenuto più successi a Interlagos (9). Il team inglese è invece primo in termini di pole position sia in Brasile (11) che sulla pista dove si corre questo fine settimana (9).
Quest’anno ricorre il trentennale della tragica scomparsa di Ayrton Senna e, così come accaduto nel maggio scorso a Imola, anche a Interlagos sono in programma iniziative e tributi. Ne sarà parte anche la Pirelli che, in collaborazione con l’Instituto Senna, metterà all’asta una versione particolare del Pole Position Award, personalizzata con i colori del Brasile e con il logo della leggenda brasiliana. Analogamente, così come avvenuto altre cinque volte quest’anno, il Pirelli Podium Cap sarà in edizione speciale, anche qui riproducendo gli stessi simboli, i colori della bandiera nazionale e il suo logo, di un pilota che rimarrà sempre nel cuore non soltanto di tutti i brasiliani ma anche di tutti gli amanti della Formula 1.