Dopo l’esordio vincente al Rally del Marocco, con una sonante doppietta firmata da Nasser Al-Attiyah e Sebastien Loeb nell’ordine, i Dacia Sandriders sono tra i più attesi al battesimo del fuoco nel raid dei raid, la Dakar, che prende il via oggi da Bisha con il prologo.
Per prepararsi al meglio alla massima sfida i tecnici Dacia hanno valutato fin nei minimi dettagli le informazioni ricevute in terra marocchina. “La doppietta conseguita al Rally del Marocco ha dimostrato che Sandrider offre ottime prestazioni, ma abbiamo posto l’accento sull’affidabilità in previsione della Dakar. Abbiamo lavorato sodo sull’affidabilità del motore a Sweet Lamb, ma anche sull’ottimizzazione del raffreddamento e altre questioni nella galleria del vento climatica del Centro MIRA nel Regno Unito. In Marocco, avevamo riscontrato problemi con l’elettronica che controlla le ventole di raffreddamento e abbiamo potuto approfondire la questione per prendere le misure necessarie. Abbiamo anche valutato la durata di vita dei singoli componenti per averne a sufficienza per tagliare il traguardo e ottimizzare la possibilità di ottenere il miglior risultato possibile per la prima partecipazione di Sandrider alla Dakar”, ha commentato Philip Dunabin, Direttore Tecnico dei Dacia Sandriders.
Il Sandrider, dotato di un innovativo cruscotto modulare, può anche contare su un peso inferiore di circa una quindicina di chili rispetto a prototipi concorrenti, grazie ad un telaio tubolare più leggero, alla eliminazione di tutti i pannelli della carrozzeria non essenziali e l'impiego della fibra di carbonio per gli altri.
Inoltre, l'assenza di elementi aerodinamici ingombranti, come dimostra la forma del corpo vettura disegnato per produrre una bassa resistenza aerodinamica, contribuisce a contenere il consumo di carburante. e che dispone di prese d'aria di raffreddamento del motore posizionate strategicamente. Il propulsore 3.0 V6 di Dacia Sandriders, oltre ad essere compatto e leggero e disporre di prese per il raffreddamento posizionate strategicamente, garantisce una potenza massima 360 CV a 5.000 giri/min e una coppia massima di 531 Nm a 4.750 giri/min erogate fin dai regimi intermedi, doti ideali per garantire la migliore guidabilità sulle dune e affidabilità, così come la compattezza del veicolo.
I tre equipaggi ovviamente sono stati puntualmente coinvolti in questo processo di miglioramento continuo, dimostrando grande umiltà di fronte alla sfida che stanno per affrontare.
Dopo essere diventato per la terza volta Campione del Mondo Rally-Raid, vincendo con Sandrider, Nasser Al-Attiyah cercherà di partire alla grande per difendere il suo titolo. “Il mio obiettivo è sempre quello di vincere, ma la concorrenza è molto accanita e il percorso particolarmente impegnativo quest’anno, ha affermato il pilota del Qatar, che sarà affiancato dal copilota Édouard Boulanger. La prima settimana si preannuncia pazzesca, per cui ci vorrà un approccio intelligente. Detto questo, mi sento molto bene al volante di Sandrider, che ha dato prova di robustezza in Marocco. Ho fiducia nel team e nell’auto, per cui spero che riusciremo a mettere tutto a punto per correre una bella prima Dakar”.
Come sottolinea Nasser, vincitore dell’evento per ben cinque volte, gli organizzatori hanno previsto un percorso impegnativo di 7.700 chilometri, di cui 5.100 chilometri di speciali, per questa sesta edizione della Dakar in Arabia Saudita. Da oggi, gli equipaggi affronteranno il Prologo, già di per sé determinante in quanto i dieci piloti più veloci potranno scegliere che posto occupare nell’ordine di partenza sabato. Ci sarà poi un crescendo di intensità, soprattutto con la tappa 48H cronometrata. Organizzata su due giorni, obbliga i concorrenti a spegnere i motori al calar della notte, fermandosi in una delle sei aree di sosta minimaliste in pieno deserto, prima di riprendere le ostilità all’alba.
Questa è solo la prima difficoltà di una lunga serie, tra cui la tappa Marathon e altre sezioni cronometrate tra terreni vulcanici, tratti sabbiosi e sentieri rocciosi. In queste condizioni che spingono uomini e macchine al limite, gli pneumatici BF Goodrich avranno il compito di garantire un’aderenza ottimale, offrendo al contempo la migliore resistenza a urti e forature. I Dacia Sandriders potranno contare anche su tante innovazioni pensate per facilitare la vita, come le aree magnetiche integrate nella carrozzeria in caso di intervento.
La seconda settimana sarà caratterizzata dall’attraversata delle dune del Rub al Khali, la più vasta ed ininterrotta distesa di sabbia del mondo, fino all’arrivo a Shubaytah, venerdì 17 gennaio.
Un percorso variegato, che richiede un approccio unico, come sottolineato da Sébastien Loeb: “Sarà una Dakar difficile e forse dovremo guidare con la testa ancora più del solito per essere in grado di vincere - ha confermato il nove volte campione del mondo dei rally, affiancato da Fabian Lurquin -. Vedremo di giorno in giorno come si evolve la situazione e non vedo l’ora che cominci. Siamo pronti a dare il massimo, così come il team”.
Settima in Marocco, anche Cristina Gutiérrez è pronta a raccogliere la sfida, affiancata da Pablo Moreno, un anno dopo aver vinto la categoria Challenger della Dakar: “Si provano sempre sensazioni uniche prima della partenza. Dall’ultima edizione, è stato un anno incredibile. Io e Pablo siamo come due bambini. Pensiamo di aver affrontato con successo il lavoro di apprendimento e adattamento alla nostra nuova categoria. Questo ci permetterà di ottenere il meglio da noi stessi. I Dacia Sandriders sono una vera e propria famiglia in cui regna un’ottima atmosfera. Affrontiamo la Dakar con entusiasmo e fiducia, pur restando consapevoli che è il nostro primo anno”.