Che la prima settimana di questa edizione della Dakar sarebbe stata dura e probabilmente selettiva, con la concentrazione della crono stage di 48 ore e la “Marathon” entrambe di due giornate senza assistenza, lo si era intuito alla vigilia della partenza, ma la realtà della gara, al termine del quinto stage che segna oggi il giorno di riposo, è andata oltre ogni aspettativa, con due degli attesi big come Sainz e Loeb fuori gara e un altro dei pretendenti alla vittoria, Al-Attiyah, in affanno. Tanto da poter dire che, al momento la parte del leone la stanno facendo gli outsider, con Henk Lategan al comando delle operazioni davanti a Yazeed Al Rajhi con l’altro Toyota Hilux della Overdrive, e Mattias Ekström con il Ford Raptor staccato di quasi 21 minuti.
Solo quarto Al-Attiyah, staccato di ben 35 minuti, l’altro grande favorito con l’unica Dacia ancora “realmente” in gara, fortemente penalizzato da un problema alla sospensione, fortunatamente riparata da Moreno, e da altri piccoli guai che gli hanno fatto perdere oltre 45 minuti nella seconda frazione della “Marathon”.
La crono stage di 48 ore è stata fatale a Carlos Sainz e Sebastien Loeb. Per entrambi la stessa motivazione: fermati dai commissari FIA per il danneggiamento del roll bar a seguito di un capottamento. Il matador nonostante l’incidente al km 327 ha raggiunto il traguardo della seconda tappa, ma dati i danni ha dovuto dire addio al sogno di mettere il quinto sigillo sulla Dakar.
Il francese, in grande recupero dopo i guai elettrici che l’avevano penalizzato nella prima frazione, ha capottato al km 12 della seconda giornata. Anch’egli aveva riportato la sua Dacia fino al traguardo, dove però è arrivata la doccia fredda dopo l’ispezione FIA. Perciò, per il nove volte iridato rally il successo alla Dakar rimane un miraggio.
Italiani protagonisti nella Dakar Classic, con Lorenzo Traglio e Rudy Briani, già secondi assoluti nel 2024, in testa alla classifica generale con un pick-up Nissan Terrano della Tecnosport.