Il circuito del Mugello, di proprietà della Ferrari dal 1988 che proprio qui festeggerà i suoi 1000 gran premi, si appresta ad ospitare il suo primo Gran Premio di Formula 1. Situato sulle colline toscane, il Mugello è caratterizzato da continui dislivelli e una sede stradale piuttosto stretta che presenta anche alcuni "dossi". È un circuito dai tratti "old-school", inaugurato nella sua configurazione attuale nel 1974 ma le cui radici risalgono al tracciato stradale del 1914.
Dal punto di vista sportivo, se non si dovessero ripetere delle situazioni impreviste che hanno propiziato la corsa più pazza del mondo della settimana scorsa a Monza, è ipotizzabile che si torni alla “solita” solfa con le Mercedes a fare da lepre e tutti gli altri alla loro caccia. Ma la “blindatura” ad una sola mappatura ha, forse, mostrato qualche difficoltà in più anche per le “Frecce nere”, mentre i motori Renault hanno mostrato una costante crescita, con le McLaren più brave da approfittarne mentre le Renault a Monza sono apparse sotto tono, così come i motori Honda, basti vedere come ne hanno saputo approfittare Gasly e l’Alpha Tauri. Dopo la battuta a vuoto in Brianza possiamo ipotizzare anche un ritorno della Red Bull, così come sono sempre più pressanti le “Mercedes rosa”. Insomma, in condizioni normali almeno due gradini del podio dovrebbero già essere prenotati, mentre per il terzo la lotta potrebbe essere incandescente. E comunque, Monza docet, ma mai dire mai. Una citazione che, ahnoi, a meno di miracoli difficilmente potrà riguardare la Ferrari, che sulla pista di casa indubbiamente potrà godere del vantaggio di avere tutti i parametri possibili ma dato il suo livello di competitività attuale dovrà accontentarsi di festeggiare in modo almeno onorevole i suoi 1000 gran premi.
Sotto il profilo tecnico, invece, ci facciamo guidare come sempre dai tecnici Pirelli e Brembo, per capire come le caratteristiche del tracciato toscano potrebbero influenzare le scelte tecniche e strategiche dei team.
Pirelli, che oltre ad essere title sponsor del gran premio ricorda che sulla proprio sulla pista toscana provò per la prima volta nell’agosto 2011 gli pneumatici di F. 1, ha nominato le tre mescole più dure: C1, C2 e C3 quali White hard, Yellow medium e Red soft. Questa nomination è la più adatta per affrontare sia le diverse caratteristiche e i rapidi settori del tracciato, sia le incognite del fine settimana: il Mugello, infatti, è al debutto assoluto nel calendario F1. È molto probabile che le temperature siano particolarmente elevate, visto che la gara si disputa nella seconda settimana di settembre: un'altra ragione per scegliere le tre mescole più dure della gamma, quelle più adatte a sopportare il degrado termico. Le 15 curve sono a media-alta velocità, senza vere e proprie chicane strette e brusche frenate, su un giro lungo 5,245 km. Le due ‘Arrabbiate’ sono le curve più veloci dell’intero tracciato: con tutta probabilità le F1 attuali le percorreranno in pieno, a una velocità di 260 o 270 km/h. È un tracciato piuttosto tecnico, con curve tutte diverse tra loro. Nelle Luco-Poggio Secco-Materassi a inizio giro è fondamentale mantenere la massima velocità nel punto di corda e una perfetta traiettoria, mentre le due Biondetti a fine giro creano quasi una chicane naturale dove è fondamentale l’uscita per rilanciarsi al meglio nel giro seguente. L’asfalto è particolarmente aggressivo e impegnativo sui pneumatici. La pista è stata completamente riasfaltata per l’ultima volta nel 2011. Infine va segnalato che il Mugello ospiterà l'ultima gara di Formula 3 della stagione, insieme alla Formula 2 che però proseguirà con altri round in Russia e Bahrain.
Secondo i tecnici Brembo il circuito del Mugello rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 è segnato con un indice di difficoltà di 3, il più basso dei GP delle ultime settimane. Il GP costituisce anche il numero mille della Ferrari in F.1, 777 dei quali utilizzando almeno un componente frenante Brembo. Il record ufficioso per la F.1 al Mugello risale al febbraio del 2004 quando Rubens Barrichello con la Ferrari completò un giro in 1’18’’704, a quasi 240 km/h di media. Le monoposto attuali dovrebbero essere più veloci di un paio di secondi, pur utilizzando i freni per oltre 17 secondi e mezzo ogni giro, mentre a Monza i freni sono invece impiegati per 7 secondi in meno. Delle 6 frenate del GP Toscana Ferrari 1000 due sono considerate altamente impegnative per i freni. La più dura per l’impianto frenante è la San Donato, la prima dopo il traguardo: le monoposto vi arrivano a 333 km/h e scendono a 147 km/h in soli 126 metri. Per riuscirci i piloti frenano per 2,22 secondi esercitando un carico di 116 kg sul pedale del freno ed affrontando una decelerazione di 4,5 g, mentre dalla partenza alla bandiera a scacchi i piloti di F.1 esercitano un carico di quasi 37 tonnellate e mezzo sul pedale del freno.