A distanza di nove anni la F. 1 torna all’Istanbul Park, uno dei tracciati più apprezzati tra quelli disegnati da Hermann Tilke, con curve ad alta velocità molto impegnative per gli pneumatici. Infatti, nell’ultimo gran premio disputato nove anni vinse Sebastian Vettel, su Red Bull, con ben quattro soste, mentre in totale i pit stop furono ben 80, favorendo il maggior numero di sorpassi in una gara su asciutto dal lontano 1983.
Ragion per cui, sportivamente parlando, ci aspettiamo spettacolo e incertezza. Anche se, realisticamente parlando invece, i favori del pronostico sono ancora una volta tutti per l’accoppiata dei record: Mercedes-Hamilton, con il pilota inglese che proprio qui potrebbe chiudere definitivamente anche la sua pratica iridata. Naturalmente confidiamo sul fatto che il “solito” Max Verstappen, con la sua Red Bull ufficialmente ultima vincitrice sulla pista turca dove potrebbe far valere le proprie qualità di “delicatezza” sugli pneumatici, possa nuovamente infastidire l’armata della Stella magari rompendo le uova nel paniere. Così come siamo in attesa di vedere se la “vera” Ferrari sia quella rivitalizzata di Portimao, pista simile a quella turca, oppure in ombra a Imola. Restando in ambito, più o meno, nostrano ci preme segnalare il traguardo dei 500 gran premi che l’attuale Alfa Romeo Racing, nato nel 1993 come team Sauber a Hinwill dove ha sede tuttora, festeggerà a Istanbul. Per il resto, sarà come sempre gran bagarre per le posizioni subito ai piedi del podio, con l coltello tra i denti per cercare magari di scalare qualche gradino.
Tornando alla pista, due sono i punti da tenere principalmente sotto controllo. La curva 8, decisamente la più impegnativa perché si tratta di un curvone verso sinistra che, probabilmente, le attuali Formula 1 percorreranno in pieno scaricando un carico impressionante sugli pneumatici, soprattutto l’anteriore destro, e la curva 1, molto simile all’Eau Rouge di Spa dato che il rettilineo presenta una parte in salita.
Date queste caratteristiche impegnative per gli pneumatici, per deportanza e carichi laterali ma anche per trazione, Pirelli ha scelto per il GP di Turchia le tre mescole più dure della gamma: P Zero White hard C1, P Zero Yellow medium C2 e P Zero Red soft C3. Una scelta conservativa, anche alla luce del fatto che il tracciato è stato recentemente riasfaltato e di conseguenza nessuno ha riferimenti. Inoltre non ci saranno gare di supporto durante il fine settimana, quindi il fondo potrebbe presentarsi particolarmente sporco e scivoloso, specialmente nella giornata di venerdì che peraltro è cruciale per tecnici e piloti per ricavare dati e riferimenti per definire la messa a punto in vista della qualifica e la strategia di gara.
Secondo i tecnici Brembo, invece, l’Istanbul Park rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. Valori molto simili alla pista di Imola, con la quale il tracciato turco condivide altre caratteristiche, tra cui ondulazioni che possono causare il rischio di arrivare lunghi nelle frenate in discesa oppure di frenare troppo nelle staccate in salita.
In base alle simulazioni, delle nove frenate ad ogni giro solo quattro sono considerate altamente impegnative. Tra queste la più dura è quella che precede la curva 12, dove le monoposto arrivano ad una velocità di 345 km/h e scendono a 97 km/h in soli 138 mt, perciò i piloti sono chiamati ad esercitare un carico di 140 kg sul pedale del freno, per 2,86 secondi, subendo una decelerazione di 4,9 g. Sempre secondo le simulazioni, i piloti dovrebbero utilizzare i freni per 14,53 secondi al giro, perciò significa che per l’intero gran premio sono chiamati ad esercitare un carico totale sul pedale del freno di 54 tonnellate.