Esattamente 30 anni fa, il 18 novembre 1990, Roland Asch vinceva la “Yellow Pages 200” a Kyalami al volante di una Mercedes 190 E 2.5 Evolution II DTM dotata di sistema ABS in versione racing. Era la prima volta che una macchina da corsa vinceva una gara con questo dispositivo, oggi invece comunemente utilizzato su molte categorie di vetture da corsa: GT3, GT4, DTM, varie Turismo e vetture monomarca.

Quella volta, invece, si trattava di una vettura decisamente speciale. Normalmente adibita per i test, siglata “M7”, fu appositamente preparata per la competizione in Sudafrica, con ottimizzazione del raffreddamento ma soprattutto con una messa a punto particolare del motore in modo tale da rendere al meglio, o perlomeno limitare la perdita di potenza, ai 2.000 di altitudine del tracciato sudafricano e affrontare i 200 km di distanza della corsa. Ma il vero fiore all’occhiello era rappresentato dal sistema elettronico di antibloccaggio dei freni, l’ABS appunto, sviluppato dalla Bosch partendo dalla base di quello realizzato per la Mercedes Classe-S.

Un dispositivo sul quale, all’inizio, fu mantenuta la massima segretezza e, ricorda Roland Asch che aveva portato avanti i collaudi di tale sistema con entusiasmo, “quando gli altri piloti mi chiesero cosa fosse quel pulsante sul volante, gli spiegai che serviva per attivare o scollegare tale sistema di assistenza alla frenata”, ancora oggi quando ce lo raccontiamo ci viene da ridere pensando alla loro reazione di incredulità.

Peraltro, quella presenza rischiò di saltare, perché per la data in cui era previsto l’imbarco di vettura e materiale nel container per la spedizione via nave, la “M7” non era ancora pronta. Quindi il reparto sportivo della Stella era pronto a cancellare la partecipazione, ma l’importatore sudafricano AMG non voleva assolutamente perdere la possibilità di avere nella “sua” gara quella vettura speciale, perciò si rese disponibile ad accollarsi i costi di una spedizione aerea. Un Boing 747 SP della Air Namib, con a bordo vettura, materiale e il personale del tem, effettuò il volo da Francoforte verso il Sudafrica. In realtà, la gran parte dei costi li sostenne lo sponsor che poi “colorò” con la sua livrea la Mercedes di Asch, ma tutti furono contenti perché nel frattempo l’informazione “segreta” arrivò alla stampa che diede grande clamore al successo di quella innovazione tecnica. Insomma, una vittoria su tutti i fronti.

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