Per il secondo gran premio della stagione la Formula 1 fa tappa a Imola, dove aveva fatto ritorno lo scorso novembre dopo un’assenza di 14 anni. Il tracciato in riva al Santerno è molto tecnico, quindi ideale per verificare gli effettivi valori in campo dopo che i tecnici hanno avuto alcune settimane di tempo dal debutto in Bahrain per valutare i dati raccolti e, di conseguenza, effettuare ulteriori sviluppi o apportare correzioni alle monoposto.
Una verifica che tuttavia potrebbe essere soggetta ad alcune variabili. Innanzitutto legate al meteo, con le previsioni che pur non segnalando pioggia indicano temperature piuttosto basse, con le massime intorno ai 15°. Inoltre vi sarà solo la Formula Regional come gare di supporto, perciò la pista non sarà gommata come nei tradizionali weekend quando vi sono le gare della GP2, GP3 e Porsche Supercup. E sappiamo bene quanto sia importante far funzionare a dovere gli pneumatici.
A questo proposito Pirelli ha nominato per questo gran premio le mescole C2, C3 e C4, che corrispondono rispettivamente a P Zero White hard, P Zero Yellow medium e P Zero Red soft, le stesse che in Bahrain hanno consentito un'ampia varietà di strategie. Peraltro la nomination è uguale a quella dell'ultima gara disputata a Imola quasi sei mesi fa, con la differenza che quest'anno la struttura degli pneumatici è cambiata per offrire una maggiore durabilità e consentire l'utilizzo di pressioni più basse a vantaggio di una maggiore resistenza all'overheating.
Inoltre Imola è un circuito storico che propone grandi sfide tecniche, con curve e velocità molto diverse da settore a settore, una superficie a tratti irregolare e alcuni cordoli piuttosto impegnativi che mettono a dura prova tutte le componenti della monoposto. La sede stradale piuttosto stretta di questo tracciato rende i sorpassi abbastanza difficili e enfatizza ulteriormente la strategia. Nel 2020 la tattica è stata stravolta dall'ingresso della safety car negli ultimi giri, oltre che da una virtual safety car a inizio gara. Lewis Hamilton (Mercedes) ha vinto utilizzando tutte e tre le mescole disponibili, dopo essere partito su medium. Senza la safety car, però, la strategia migliore sarebbe stata quella a una sosta per la maggior parte dei piloti, anche a causa del tempo di percorrenza della pit lane, pari a circa 25 secondi.
La pista di Imola è piuttosto severa anche per l’impianto frenante, con staccate veramente impegnative. I piloti utilizzano i freni per poco più di 9,5 secondi a giro, con carichi elevati sul pedale del freno, tanto che mediamente dalla partenza all’arrivo un pilota è chiamato ad esercitare un carico totale di quasi 58 tonnellate e mezzo, oltre 10 tonnellate in più del GP Bahrain. La frenata più dura per l’impianto frenante è quella alla Rivazza, la curva 17: le monoposto vi arrivano a 309 km/h e scendono a 145 km/h in soli 96 metri. Per riuscirci i piloti frenano per 1,62 secondi esercitando un carico di 137 kg sul pedale del freno e affrontando una decelerazione di 5,6 g.