Per tante generazioni, vedere nel retrovisore oppure imbattersi per strada in una Renault 4 o un’Estafette blu era sufficiente per innescare inevitabilmente un rapido esame di coscienza del tipo “Ho fatto qualcosa che non va?” È vero che, per diversi decenni, questi modelli del Gruppo Renault incarnarono la presenza della Gendarmeria Nazionale sulle strade francesi. Ma con lo sviluppo delle autostrade, negli anni Sessanta, emerse l’esigenza di veicoli specifici.

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La risposta giusta per questo nuovo tipo di interventi non poteva che essere quella di dotarsi di auto sportive, in grado di superare i 200 km/h. “Dato che la Gendarmeria era responsabile delle autostrade in concessione, le prime squadre di pronto intervento sono nate con lo sviluppo della rete autostradale - spiega il Capo Pattuglia e Direttore del Museo della Gendarmeria Richard Filmotte – Infatti era stata creata un’apposita squadra per le autostrade, con auto veloci che davano alla nostra istituzione un’immagine più moderna e tecnologica. Così fu introdotta l’Alpine A110 Berlinetta, che utilizzammo a partire dal 1967”.

 

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 Se nell’immaginario collettivo e cinematografico, l’intervento della Gendarmeria sulle autostrade si manifesta sotto forma di rocamboleschi inseguimenti, nella vita reale questi sono rari: «I veicoli di pronto intervento non sono destinati a compiere tutte le missioni della Gendarmeria – precisa Filmotte -. Il loro ruolo primario è quello di giungere velocemente sulla scena dell’incidente e proteggere gli altri utenti. Per intercettare gli automobilisti che infrangono i limiti di velocità, infatti, abbiamo molti altri mezzi rispetto all’inseguimento. Però importante disporre di un veicolo abbastanza potente che possa raggiungere alte velocità in breve tempo”.

 

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Anche gli equipaggi a bordo sono scelti con grande cura: «Il personale delle squadre di pronto intervento è selezionato attraverso esami medici e dopo aver accertato le capacità di guida su pista – prosegue il Capo Pattuglia -. Perchè per portare a termine con successo missioni a 230 km/h è necessario che i conducenti dei nostri veicoli di pronto intervento siano tutt’uno con l’auto”. Infatti i candidati prescelti seguono poi una formazione sul Circuito Bugatti di Le Mans. L'idea è che la formazione dovrebbe far dimenticare al conducente i vincoli del veicolo per concentrarsi al 100% sulla missione. «Il veicolo deve essere uno strumento al servizio dell’anticipazione”.

Dopo la mitica Berlinetta, si sono succedute altre Alpine nell’istituzione. Nel 1973 subentra la A310, che resterà in servizio fino al 1987. In seguito, sono state messe a disposizione della Gendarmeria Nazionale vari modelli di automobili: dopo le Alpine A610, che però non entreranno mai in servizio sulle autostrade, il testimone fu preso da vari modelli Renault, come la 18 Turbo (dal 1984 al 1987), la 21 2 litri Turbo (dal 1992 al 1995), la Mégane IDE (dal 2001 al 2006) e, in tempi più recenti, la Mégane R.S. (dal 2011 al 2021). Modelli che sono ora preziosamente custoditi nel Museo della Gendarmeria di Melun (nella regione parigina), di cui Richard Filmotte è Direttore.

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Ora il testimone torna all’Alpine. Infatti l’Istituzione ha appena ordinato 26 nuove Alpine A110 che, a breve, sostituiranno le Renault Megane R.S. nelle missioni di pronto intervento su autostrada. Lo scorso ottobre, il Gruppo Renault si è, infatti, aggiudicato l’appalto indetto quattro mesi prima. L’Alpine A110 ha conquistato tutti con le sue prestazioni e la precisione di guida in ogni circostanza, grazie alla combinazione tra telaio e motorizzazione da 252 cv.

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La tinta delle nuove Alpine A110 non sarà il mitico blu metallizzato della Marca Alpine, ma una tonalità più marcata, l’Abyss Blue. Richard Filmotte spiega così il perché di questa scelta: “già da alcuni anni, la Gendarmeria non utilizza più i veicoli nella tinta blu tradizionale. Per questioni di costo, prendiamo il colore più simile proposto dal costruttore”.

Montate e assemblate nello stabilimento di Dieppe, queste Alpine A110 saranno successivamente allestite da Durisotti, presso la sede di Sallaumines (Pas-de-Calais). Oltre all’equipaggiamento originale, i 26 veicoli avranno allestimenti specifici: serigrafie, sticker catarifrangenti, lampeggiante, segnalatore acustico, pannello luminoso a messaggio variabile, ecc.

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Tra qualche anno, poi, un’unità della nuova “A110 Gendarmeria” probabilmente andrà ad arricchire la collezione del Museo della Gendarmeria, affiancando i suoi illustri predecessori. Richard Filmotte potrà prendersene cura, come già fa con la A310 che ha avuto l’onore di guidare personalmente ad inizio carriera.