Prodotto in serie dal dicembre 1945, il Maggiolino divenne quindi il nuovo “campione del mondo” in termini di numero di unità. Un risultato notevole per un modello per il quale gli esperti internazionali di automobili non avevano previsto un lungo futuro dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Lo stesso Heinrich Nordhoff, il quale assunse la direzione della fabbrica Volkswagen nel gennaio 1948, era inizialmente scettico sul Maggiolino. Progettata negli anni '30, la Volkswagen per eccellenza aveva ancora un certo numero di difetti antiquati, ma questi
vennero minimizzati da costanti miglioramenti del modello.
La Volkswagen, tanto affidabile quanto economica, divenne presto un bestseller non solo nella Germania occidentale, ma anche un simbolo del miracolo economico tedesco in molti mercati di
esportazione. Già il 5 agosto 1955 si celebrò l'anniversario di produzione di un milione di unità. Nel novembre 1958, una giuria di rappresentanti delle cinque principali associazioni americane d'ingegneria conferì a Ferdinand Porsche (postumo), così come a Heinrich Nordhoff e a tutta la forza lavoro della fabbrica Volkswagen, il Premio Elmer Sperry per il loro contributo alla progettazione, alla fabbricazione e alla distribuzione della Volkswagen. Mai prima d'ora questo premio per i risultati eccezionali nel campo dei trasporti era andato a non americani o a rappresentanti dell'industria automobilistica.
Per celebrare il traguardo raggiunto, la Volkswagen creò una serie speciale del Maggiolino, denominata Der Weltmeister (il campione del mondo, in tedesco). La serie limitata venne offerta in promozione di vendita dal 19 febbraio al 31 marzo 1972. Gli ordini diedero ragione all'idea: più di 6.000 Clienti approfittarono della proposta. La vasta gamma di dotazioni speciali del Maggiolino Der Weltmeister era davvero notevole. Il reparto Colori e Tessuti si era dato molto da fare per creare una tonalità di colore speciale, a cui la designer Gunhild Liljequist diede un nome molto appropriato: Marathon metallic.
Ulteriori punti di forza rispetto alla versione base 1302 erano i cerchi sportivi Lemmerz Weltmeister, i fari alogeni, il doppio clacson, le luci di retromarcia, il lunotto riscaldato, i sedili in velluto a coste nero, il rivestimento del cruscotto, ma anche pratici extra come i tappetini per il vano piedi e le fasce protettive in gomma sui paraurti. Come bonus, gli acquirenti del “campione del mondo” ricevettero un'affascinante selezione di oggetti celebrativi: oltre a un certificato di fabbrica, c'erano un adesivo, un portachiavi, un ciondolo e una medaglia d'oro con la scritta Der Weltmeister.
Le notevoli cifre di vendita della Volkswagen per eccellenza permisero di investire nel futuro e di scrivere una nuova storia di successo, con la Golf, nel 1974. All'inizio degli anni '70, l’allora Volkswagenwerk AG era in una fase di rinnovamento. L'Azienda doveva superare grandi sfide: la concorrenza sempre più agguerrita, i mercati saturi e le nuove esigenze dei Clienti portarono a un ambiente di mercato difficile. La Casa di Wolfsburg stava contrastando i primi segni di crisi con misure di riduzione dei costi nelle operazioni in corso. D'altra parte, l'Azienda stava anche investendo molto in una nuova gamma di modelli che, con la Golf come capofila, avrebbe dovuto rimettere la Volkswagen sulla strada del successo. Invece del collaudato motore boxer raffreddato ad aria, la nuova generazione di modelli sarebbe stata equipaggiata con motori anteriori raffreddati ad acqua. Una vera rivoluzione nella produzione automobilistica di Wolfsburg. Questo investimento nel futuro, compreso il cambiamento della filosofia progettuale, fu reso possibile da un unico modello: il Maggiolino.