La vigilia del Gran Premio di Monaco è stata movimentata dalla conferma del ritorno ufficiale della Honda in Formula 1, dal 2026, come fornitore della power unit per il team Aston Martin. Non certo una novità per la casa giapponese, che negli ultimi sessant’anni si è impegnata a più riprese in Formula 1, sia come Costruttore globale sia come fornitore di motori, ottenendo significativi risultati.
A spingere il colosso giapponese ad impegnarsi nuovamente nella massima categoria automobilistica è il cambio regolamentare che riguarderà le power uniti delle monoposto di Formula 1 dal 2026, come ha affermato Toshihiro Mibe, CEO di Honda "Uno dei motivi principali della nostra decisione di raccogliere la nuova sfida della F. 1 è che la massima categoria automobilistica da corsa sta compiendo una netta trasformazione verso la sostenibilità, filosofia in linea con la direzione che Honda sta prendendo verso la neutralità del carbonio, perciò questo nuovo impegno ai massimi livelli potrà diventare una piattaforma che faciliterà lo sviluppo delle nostre tecnologie di elettrificazione. Honda è un'azienda che ha una storia di crescita continua affrontando sfide e vincendo gare di livello mondiale. Con i nuovi regolamenti 2026, la chiave per vincere sarà un motore elettrico compatto, leggero e ad alta potenza con una batteria ad alte prestazioni in grado di gestire una potenza elevata e rapida, nonché la tecnologia di gestione dell'energia. Riteniamo che le tecnologie e il know-how acquisiti da questa nuova sfida possano potenzialmente essere applicati direttamente ai nostri futuri veicoli elettrici di produzione di massa, come un modello sportivo di punta elettrico, e tecnologie di elettrificazione in varie aree, tra cui eVTOL che è attualmente in fase di ricerca e sviluppo”.
Infatti, nel perseguimento dell'obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030, a partire dalla stagione 2026 la Formula 1 introdurrà nuovi regolamenti con un rapporto di potenza massima motore termico/motore elettrico pari a 50/50. Ciò rappresenterà un aumento significativo della distribuzione di energia elettrica rispetto al rapporto attuale, oltre all'utilizzo di un combustibile sostenibile al 100%. In particolare, le normative del 2026 richiedono una riduzione della potenza del motore triplicando la potenza del sistema di recupero dell'energia (ERS), che recupera l'energia cinetica in determinate situazioni, come la frenata, e la converte in energia elettrica. Ciò si tradurrà in una potenza massima che è approssimativamente uniforme tra le due tipologie di motori.
Ma al di là delle motivazioni più che valide, ovviamente, a distanza di poco più di un anno dall’abbandono in prima persona dalla Formula 1, pur restando impegnata come consulente tecnico per le power unit lasciate in eredità a Red Bull e Alpha Tauri, si conferma l’attrazione fatale che la massima formula esercita nei confronti della casa giapponese. Basta infatti scorrere gli ultimi sessant’anni di storia della Fromula 1 per vedere come a più riprese la Honda sia stata presente, sia come costruttore globale di telaio e propulsore sia come fornitore di motore ad altri team, situazione che ha decisamente giovato di più alla casa giapponese in termini di successi e soprattutto, di titoli iridati, Piloti e Costruttori.
L’avventura Honda in Formula 1 inizia infatti nel 1964, a soli quattro anni dall’inizio della produzione della prima autovettura stradale, con la squadra ufficiale che si occupa di realizzare sia il motore che il telaio, unica squadra allora assieme alla Ferrari. La prima vittoria arriva già l’anno successivo, al Gran Premio del messico con Richie Ginther. L'attività sportiva si differenzia, puntando anche alla Formula 2, dove nel 1967 vince tutte le corse del campionato con il team di Jack Brabham. Nel 1968, però, arriva il primo stop, probabilmente spinta anche dalla morte di Jo Schlesser nel GP di Francia.
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Il ritorno in Formula 1 è datato 1983, come fornitore di motori, inizialmente ad una squadra minore, la Spirit, e successivamente alle scuderie Lotus, McLaren, Tyrrell e Williams. Grazie ai potenti propulsori giapponesi i team anglosassoni riescono a vincere ben 6 titoli mondiali Costruttori e 5 titoli Piloti, prima che la casa nipponica decida un nuovo stop, nel 1992, della sua partecipazione nella massima formula.
Il successivo ritorno in Formula 1 della casa giapponese avviene nel 2000, sempre con la sola fornitura di motori alla scuderia British American Racing, poi rilevata nel 2006, con la quale ottiene il secondo posto nel campionato Costruttori 2004. Va molto meglio con la scuderia McLaren, con cui la Honda vince i titoli mondiali Piloti e Costruttori per quattro anni di fila, dal 2001 al 2005.Per due stagioni la Honda ha fornito propulsori ufficiali anche alla Jordan, precedentemente equipaggiata con i motori Honda preparati dalla Mugen, senza però ottenere risultati apprezzabili.
Il nuovo ritorno della Honda in Formula 1 è datato 2015, come fornitore del solo motore al team McLaren. Questa volta, però, il ritorno dello storico binomio McLaren-Honda si rivela fallimentare ed è destinato a giungere al termine dopo solo tre stagioni difficoltose. Tra il 2015 e il 2017, infatti, la McLaren-Honda colleziona numerosi ritiri ed è spesso relegata nelle zone basse della classifica. Questo porta la McLaren ad annunciare la rottura del contratto con la Honda.
Dopo una trattativa fallita con la Sauber, dal 2018 la Honda motorizza la Toro Rosso, divenuta AlphaTauri nel 2020. Dal 2019 la Honda fornisce i motori anche alla Red Bull, squadra con la quale il motorista giapponese ritorna alla vittoria. Il nome Honda è presente anche nelle denominazioni dei team Toro Rosso e AlphaTauri tra il 2018 e il 2021, e in quella della Red Bull Racing nel 2021.
Nel 2020 le vetture di entrambi i team motorizzati Honda riescono a salire sul gradino più alto del podio durante la stagione, mentre l'anno successivo la Red Bull motorizzata Honda conquista il titolo mondiale Piloti con Max Verstappen. Il 2 ottobre 2020 la casa giapponese annuncia ufficialmente un nuovo ritiro dalla massima serie alla fine del 2021. Per le stagioni successive, la Red Bull ufficializza un accordo con la stessa Honda per continuare ad utilizzare motori e tecnologia del costruttore giapponese, sviluppati però in proprio dalla nuova società Red Bull Powertrains e rimarchiati RBPT, che vengono utilizzati sia dalla Red Bull Racing che dalla AlphaTauri. Propulsori con cui la Red Bull e Max Verstappen conquistano nel 2022 i titoli iridati Costruttori e Piloti. Inoltre, la Honda rimane come partner tecnico sia di Red Bull Racing che di AlphaTauri. Da quest’anno, a rafforzare la collaborazione tra Honda e Red Bull Powertrains, i motori britannici vengono ribattezzati Honda RBPT.
Ma non solo, perché Honda detiene anche il record di velocità per una Formula 1, conquistato il 17 luglio sul lago salato di Bonneville con la B.A.R. 007 Honda spinta dal V10 di 3.000 cc e pilotata da Alan Van der Merwe. L’obbiettivo sarebbe stato quello di superare il muro dei 400 km/h, limite effettivamente superato nel primo passaggio con 400,459 km/h ma non ripetuto in quello di ritorno; perciò, la media omologata è quella di 397,481 km/h.
Il marchio Aston Martin ha corso per la prima volta in Formula 1 nel 1959 ed è tornato in prima persona nella massima categoria automobilistica nel 2021, sotto la guida dell'imprenditore canadese Lawrence Stroll. Con un team di persone appassionate al centro e una squadra di piloti di talento, tra cui il due volte campione del mondo Fernando Alonso e il canadese Lance Stroll. “Grazie a questo nuovo accordo di collaborazione con Honda, il team Aston Martin completa un puzzle in linea con gli ambiziosi piani di Aston Martin in Formula 1”, ha commentato Martin Whitmarsh, CEO del gruppo di Aston Martin Performance Technologies.