La Formula E ha corso la gara a Montecarlo, sullo stesso tracciato in cui si correrà il GP di F1 il 26 maggio. La gara è stata vivace e divertente ma, potendo raffrontare le prestazioni con altre categorie è emerso il reale valore categoria.
di G. Mazzullo
Certamente, rispetto alla “Gen 1” il progresso è stato notevolissimo. Se si pensa che un tempo era necessario il cambio vettura per poter terminare una gara (corta), le monoposto attuali riescono a completare l’intera distanza, pur disponendo di molta più potenza. Le “Gen 1” disponevano di 200 Kw, le “Gen 2” di 250 Kw mentre la versione attuale arriva a ben 350 Kw (di cui solo 300 utilizzabili in gara).
La “Gen 3” è più compatta delle versioni precedenti e pesa molto di meno (circa 60 Kg). Dotata di una batteria da 47 Kwh, dispone di un secondo motore, collocato anteriormente, da 250 Kw, che viene utilizzato unicamente come generatore di energia per il propulsore principale.
Il problema è che, nonostante la potenza, le prestazioni sono obbiettivamene scarse, se paragonate alle monoposto dotate di motori tradizionali.
Un post pubblicitario della gara di Misano parlava di 300 Kmh in elettrico, peccato che non si siano superati i 250 Kmh, un’ottima prestazione, ma ben lontana da quanto preannunciato. Non è un caso che il tracciato sia stato modificato rispetto al layout tradizionale, ufficialmente per meglio assecondare le caratteristiche delle monoposto elettriche, più probabilmente per evitare dei raffronti diretti con le altre categorie che abitualmente corrono su quella pista, confronto che, invece c’è stato a Monaco.
Sicuramente la scelta di utilizzare degli pneumatici che hanno ben poco di “racing” incide sulle prestazioni ma, comunque, confrontando le prestazioni con altre categorie, diventa chiaro che si tratta di una serie, certamente interessante sotto il profilo tecnologico, ma paragonabile solo con le formule addestrative tradizionali.
La migliore prestazione sul giro di una Formula E è stata di 1’29”521, ottenuta nelle qualifiche di quest’anno.
A titolo di paragone, nel 2023 la F1 ha girato in 1’11”365, la F2 in 1’21”053 e la F3 in 1’23”278.
Nel 2022 la Formula Regional (che non ha corso a Monaco nel 2023) ha girato in 1’29”459 e, infine nel GP storico, un pilota gentleman, con una Mc Laren M23 degli anni ’70 ha girato in 1’29”428 …
Praticamente la Formula E ha prestazioni equivalenti ad una Formula Regional che, per quanto sia una bellissima categoria non è certo il “top” dell’automobilismo. Peccato chi i costi siano, invece comparabili con le maggiori categorie; infatti, Il budget “calmierato” per la gestione di un team di Formula E è limitato a 10,3 milioni di euro, rendendo la Formula E comparabile, come costi, con la Indycar.
Se poi si aggiungono scelte “bislacche” come l’attack mode che prevede di percorrere, obbligatoriamente, un tratto di pista fuori traiettoria, per attivare un surplus di 50 Kw, per una durata di tempo variabile a seconda del circuito e frazionabile (si può usufruire del tempo di extra potenza tutto in una volta o farlo in due volte, sempre transitando nel corridoio riservato all’attivazione). Se, in passato, l’attack mode dava un reale vantaggio in termini di prestazioni, con la “Gen 3” la necessità di preservare l’energia per poter terminare la gara, comporta che non sia possibile sfruttare la maggior potenza, risultando solo una penalità per l’obbligo di percorrere il tratto fuori traiettoria che, normalmente comporta delle perdite di posizioni.
Quest’anno era anche stata annunciata l’introduzione dei pit stop con una ricarica veloce. A parte che l’innovazione è stata rinviata a data da destinarsi, per grossi problemi di natura tecnica, la fase di rifornimento avrebbe consentito il caricamento di 4 Kw in 30”. Sarò ignorante in materia ma non mi pare un grandissimo aumento di carica. Certo le Formula E concludono spesso le gare con percentuali di carica prossime a zero, per cui anche qualche Kw potrebbe fare la differenza (si parla del 10% del totale) ma ho qualche dubbio della reale utilità di questa procedura.
Un altro aspetto che mi lascia perplesso è il fatto che, in caso di uscita della safety car, le gare vengono aumentate di un numero di giri variabili, in funzione dei giri percorsi ad andatura ridotta e questo significa che i piloti non possono, comunque tirare dovendo risparmiare l’energia per poter arrivare al traguardo.
Per fornire la grande quantità di energia elettrica in grado di alimentare le batterie della Formula E, l’organizzazione si affida alla società “Aquafuels Research Ltd”, che ha realizzato un potente generatore, basato su un Cummins KTA50, diesel convertito per essere alimentato a glicerina, diventando un sistema a emissioni zero.
Forse questa è la parte più interessante del mondo delle monoposto elettriche. Se è certo che sia necessario fermare il cambiamento climatico, personalmente sono meno convinto che l’unica soluzione sia la propulsione elettrica, come aveva inizialmente stabilito la CEE, a partire dal 2035. Sia perché, se è vero che i veicoli elettrici non inquinano non è altrettanto vero che la produzione delle batterie ed il loro smaltimento sia totalmente ad emissioni zero (anzi), così come, attualmente la produzione di gran parte dell’energia elettrica. In secondo luogo, oltre agli autoveicoli esistono le navi, gli aerei ed i sistemi di riscaldamento per le abitazioni e gli impianti industriali che sono responsabili di una grandissima parte delle emissioni climalteranti e ben difficilmente potrebbero essere sostituiti da propulsori elettrici. La realizzazione di carburanti in grado di essere impiegati nei motori tradizionali, quindi anche su gran parte dell’immenso parco circolante esistente, sui propulsori marini e su quelli degli aerei potrebbe essere una risposta più efficace al problema …
La Formula E viene spesso indicata come l’esempio del futuro della mobilità mentre, forse è molto più interessante e positivo quanto viene fatto per permettere a queste vetture di scendere in pista, proprio per le potenziali ricadute che potrebbero avere per tutti.
Sicuramente la Formula E è una categoria interessante. Vi corrono grandi costruttori con piloti di grande valore, alcuni con un passato in F1, molti attivi anche nel WEC. Tenendo conto del tipo di propulsore sono anche molto veloci ma da qui a paragonarle alle vetture della massima formula ce ne passa.
La “Gen 3 EVO”, presentata a Montecarlo, sarà più prestazionale. Pare che potrà utilizzare il secondo propulsore nella fase di attack mode, diventando così una 4 ruote motrici, con molta più trazione. Questo a patto che la necessità di risparmiare energia non mortifichi questa possibilità, in ogni caso, anche ottenendo tempi migliori rispetto alla vettura attuale, si parla di prestazioni paragonabili ad una formula addestrativa.
Forse, visto che la F1 Academy (la serie riservata alle ragazze), altrettanto divertente da vedere, è basata sulle F. Regional, più che di “F1 elettrica” si potrebbe parlare di” F1 Academy elettrica”, sarebbe più appropriato.