Vediamo com’è nato e ripercorriamo le fasi di sviluppo della 20.ma BMW Art Car che, proseguendo nella tradizione di quasi mezzo secolo, non è rimasta un’opera d’arte statica ma si è dimostrata quanto mai dinamica partecipando alla 24 Ore di Le Mans.

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Di Eugenio Mosca

Per dare ancora più lustro al proprio ritorno alla 24 Ore di Le Mans nella classe regina, la Hypercar, BMW ha rispolverato un’operazione ormai diventata tradizione per la Casa di Monaco che garantisce un forte impatto di immagine, dando il via al progetto per la 20.ma Art Car da schierare in gara nell’edizione di quest’anno, la 92.ma, della classicissima francese di durata. Una gara che, in caso di vittoria assoluta come per la BMW avvenne nel 1999 con la V12 LMR, il primo prototipo realizzato dalla M Motorsport, vale una stagione.

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Lunga tradizione

Questo nuovo progetto prosegue una tradizione quasi cinquantennale che ha entusiasmato non solo gli appassionati di sport motoristici ma anche tutti coloro che amano il design o le arti, la tecnologia e la mobilità. Artisti di fama mondiale hanno partecipato al programma BMW Art Car dal 1975. L'iniziativa è nata dal pilota automobilistico francese e amante dell'arte Hervé Poulain, che insieme all'allora Responsabile di Motorsport BMW Jochen Neerpasch, chiese al suo amico artista Alexander Calder di dipingere un'auto. Il risultato fu una BMW 3.0 CSL, che gareggiò alla 24 Ore di Le Mans nel 1975 diventando la beniamina del pubblico.

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Da allora tanti altri artisti come Frank Stella, Roy Lichtenstein, Andy Warhol, Jenny Holzer, Jeff Koons, Cao Fei e John Baldessari, tanto per citarne alcuni, hanno creato auto da corsa artistiche per BMW. Lo stretto legame tra arte e sport motoristici è anche parte integrante della storia della BMW Art Car Collection.

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“Tela” dinamica

La primissima BMW Art Car, disegnata da Alexander Calder nel 1975, come detto, fece il suo debutto dinamico sul Circuit de la Sarthe a Le Mans, quest’anno la ventesima BMW Art Car, il prototipo personalizzato da Julie Mehretu, è tornata a correre la 24 Ore di Le Mans, disputata il 15 e 16 giugno, con il significativo numero 20 di partenza, pilotata da Sheldon van der Linde, Robin Frijns e René Rast. Non solo, l'artista ha disegnato anche le tute da corsa indossate dai piloti ufficiali BMW al volante della Hypercar #20.

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La “tela” per la 20.ma BMW Art Car è la M Hybrid V8, il nuovo prototipo LMDh realizzato dal reparto sportivo della casa di Monaco per competere ai massimi livelli nelle gare endurance del WEC, il Mondiale Prototipi, e il campionato americano IMSA. Il prototipo bavarese, il cui telaio in composito è realizzato dalla Dallara, è spinto da una power unit che abbina un propulsore termico V8 twin turbo di 4.0 litri, con iniezione diretta ad alta pressione di 360 bar e lubrificazione a carte secco, ad un generatore elettrico per una potenza totale di 640 CV a 8.200 giri/min e una coppia di 650 Nm, che possono spingere la vettura fino ad una velocità massima di 345 km/h.

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Scelta all’unanimità  

Nel 2018 Julie Mehretu è stata selezionata all'unanimità da una giuria di rappresentanti di alto livello del mondo dell'arte internazionale per progettare la 20.ma BMW Art Car. Tale giuria includeva rinomati curatori e direttori di musei di vari paesi, tra cui Koyo Kouoh, Direttore Esecutivo e Curatore Capo dello Zeitz MOCAA di Città del Capo; Hans-Ulrich Obrist, Direttore Artistico delle Serpentine Galleries di Londra; e Cecilia Alemani, Direttrice e Curatrice Capo di High Line Art, New York. Julie Mehretu è una pittrice americana di fama mondiale. Nata ad Addis Abeba, capitale dell'Etiopia, nel 1970, insieme alla sua famiglia si è trasferita negli Stati Uniti all'età di sette anni. Attualmente l’artista vive e lavora a New York e Berlino. La pratica di Mehretu nella pittura, nel disegno e nella grafica, coinvolge lo spettatore in una dinamica articolazione visiva dell'esperienza contemporanea. "Ho amato le auto per gran parte della mia vita, come giocattoli, come oggetti, come opportunità. Perciò sono davvero entusiasta di poter lavorare alla prossima BMW Art Car - ha dichiarato Julie Mehretu a seguito dell’investitura -. Questo progetto combina il brivido della velocità, la 24 Ore di Le Mans e le possibilità di creazione che offrono i veicoli ibridi e completamente elettrici come future modalità di interazione e di trasporto".

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Nasce una”Pittura Performativa”

"L'intero progetto BMW Art Car riguarda l'invenzione, l'immaginazione, il superare i limiti di ciò che è possibile. Non penso a questa macchina come a qualcosa da esporre. La sto pensando come qualcosa che correrà a Le Mans. È una pittura performativa. La mia BMW Art Car è stata creata in stretta collaborazione con i team di motorsport e di ingegneria - spiegava Julie Mehretu -. La BMW Art Car potrà considerarsi completata solo a gara conclusa." Lo spazio, il movimento e l'energia sono sempre stati motivi centrali nel lavoro di Julie Mehretu. Per il design della 20.ma BMW Art Car, ha trasformato per la prima volta un'immagine bidimensionale in una rappresentazione tridimensionale, riuscendo a portare il dinamismo nella forma.

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Julie Mehretu ha utilizzato il vocabolario di colore e forma del suo monumentale dipinto "Everywhen" (2021 - 2023) come punto di partenza per il suo design. L’opera esposta nella grande retrospettiva dell’artista al Palazzo Grassi di Venezia successivamente entrerà a far parte della collezione permanente del Museum of Modern Art (MoMA) di New York, a cui è stata donata.

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La sua forma visiva astratta risulta da fotografie digitalmente alterate, sovrapposte in più strati di griglie di punti, veli dai colori al neon e le marcature nere caratteristiche del lavoro di Mehretu. "Nello studio dove avevo il modello della BMW M Hybrid V8 stavo semplicemente seduta di fronte al dipinto e ho pensato: cosa succederebbe se questa macchina potesse virtualmente attraversare quel dipinto e venisse influenzata da esso - racconta Julie Mehretu -. L'idea era di fare un remix, un mashup del dipinto. Continuavo a vedere quel dipinto che in qualche modo gocciolava sull’auto. Persino i reni dell’auto (le due tipiche strutture che, in varie forme e dimensioni, campeggiano da sempre al centro della mascherina di ogni modello BMW) hanno assorbito il dipinto."

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Da bi a tridimensionale

"Ma solo dopo essere stata presente alla 24 Ore di Daytona l'anno scorso che l'idea di come affrontare la BMW Art Car si è davvero cristallizzata – puntualizza Mehretu -. Pensavo alla griglia di Frank Stella e a come questa potesse essere un omaggio agli ex artisti della BMW Art Car. E continuavo a pensare a questo quadro nel mio studio che avevo appena terminato e al modello dell'Art Car che era nel mio studio e ho pensato che forse potevamo provare a far muovere l'auto attraverso questo quadro. Il gioco creativo di ciò che si può fare in questo nuovo spazio tridimensionale e il numero di immaginazioni e invenzioni per costruirlo è molto istruttivo. Non è solo l'auto in sé, ma anche i progettisti e le loro decisioni, nonché soprattutto i piloti e i loro desideri e aspirazioni, che la fanno diventare questo luogo di sogni in cui possono partecipare la pittura, l'arte concettuale, l'aerodinamica, la velocità e l'estetica."

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“Fusione” di immagine

Detto della parte creativa si trattava di passare dalla teoria alla pratica, cioè sviluppare l’opera sulla intera carrozzeria della BMW M Hybrid V8, considerando anche che in base al regolamento della FIA la versione 3D dell’opera può essere applicata alla vettura solo tramite una pellicola.

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Per questo, oltre ad essersi confrontata con i tecnici di BMW M Motorsport, Julie Mehretu ha lavorato a stretto contatto con il team tedesco Race Spirit, guidato da Manuel Eberl e Gertraud Brenninger, che aveva già partecipato alla realizzazione del design creato da Jeff Koons per la 17.ma BMW Art Car.

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La fusione di immagine e veicolo è stata realizzata con l'aiuto della mappatura 3D, con cui il motivo è stato trasferito sui contorni del veicolo, prima con dei modelli in scala.

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Solo successivamente, dopo avere verificato tutte le possibili problematiche, si è passati alla personalizzazione del prototipo vero e proprio con l’applicazione della complessa pellicola tramite una apposita tecnica di wrapping.

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Sotto i riflettori

La 20.ma BMW Art Car completa è stata presentata in pompa magna con un’anteprima mondiale al Centre Pompidou a Parigi; quindi, sulla via per Le Mans ha fatto tappa al Concorso d'Eleganza di Villa d'Este sul Lago di Como dove è stata esposta nei giardini di Villa Erba insieme alle BMW Art Car di Alexander Calder (1975), Frank Stella (1976), Roy Lichtenstein (1977), Andy Warhol (1979), Jenny Holzer (1999) e Jeff Koons (2010), che hanno debuttato anche loro a Le Mans.

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Purtroppo, la gara non è andata al meglio per il prototipo artistico BMW, che ha ovviamente calamitato gli sguardi di pubblico e addetti ai lavori. Dopo la partenza dalla 16.ma posizione sulla griglia di partenza, la BMW M Hybrid V8 #20 si era fatta strada nelle prime fasi di gara entrando nella top ten, ma successivamente Robin Frijns ha perso il controllo e si è schiantato contro le barriere di pneumatici. Nonostante il pilota olandese fosse riuscito a tornare ai box, i pesanti danni subiti nell’incidente hanno causato lo stop della vettura. Tuttavia, per onorare il progetto Art Car e premiare il team WRT per il duro lavoro svolto, dopo una lunga pausa per le riparazioni l'auto è tornata in pista poco prima della fine delle 24 ore e ha tagliato il traguardo portando, comunque, a termine la propria missione.

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Ma la corsa della M Hybrid V8 #20 non si è esaurita con la bandiera a scacchi di Le Mans perché, dopo la maratona francese la 20.ma BMW Art Car diventerà un’opera che sarà presentata al pubblico nei musei e sulle piattaforme artistiche di tutto il mondo.

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