A pochi giorni dal battesimo della pista, programmato per fine luglio sul circuito di Varano dè Melegari, BMW illustra il percorso che ha portato alla definizione del motore P66/3 che equipaggerà il prototipo M Hybrid V8 LMDh su telaio Dallara, attesa all’esordio a Daytona 2023 dove inizierà il programma IMSA GTP, svelandone le immagini al banco prova e le caratteristiche.

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L'unità termica in questione, P663/3 V8 4 litri twin turbo, è un'evoluzione profondamente modificata del motore V8 4 litri P66/1 utilizzato sulla M4 DTM tra il 2017 e il 2018. Scartando per motivi di costi l’ipotesi di un progetto totalmente nuovo, in BMW, prima ancora che il CDA di Monaco avesse dato l’ok per il varo del programma LMDh nel 2021, i tecnici Motorsport avevano valutato la scelta dell’unità più idonea per lo sviluppo del sistema ibrido tra i motori da corsa utilizzati in precedenza.

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Ulrich Schulz, responsabile del progetto, spiega come si è partiti dall'unità aspirata del DTM arrivando al biturbo abbinato all'unità elettrica, con un grande utilizzo dell’esperienza acquisita nella Formula E.

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“Durante la fase di valutazione avevamo valutato anche il motore turbo a quattro cilindri P48 della BMW M4 DTM e il motore turbo a otto cilindri P63 della BMW M8 GTE, ma potenziali problemi con la durata del P48 e il peso del P63 non risultavano ideali. Inoltre, il motore P66 aveva il vantaggio di poter essere utilizzato in un telaio monoscocca senza telaio ausiliario aggiuntivo ed era anche quello che corrispondeva maggiormente ai requisiti normativi dopo la conversione in un motore turbo ibrido – spiega Schulz -. È un vantaggio enorme essere stati in grado di utilizzare materiali esistenti come acciaio e alluminio dei tempi della BMW in Formula 1 per la base del motore, nonché per i singoli componenti, come alberi, alloggiamento e piccole parti. Questo ci ha fatto risparmiare tempo e molto denaro ed è stato quindi efficiente e sostenibile. L'efficienza è un fattore critico per questo progetto, poiché abbiamo un brevissimo periodo di tempo a disposizione tra l'inizio del progetto e la prima apparizione in gara a Daytona nel 2023”.

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“La prima fase ha visto il motore DTM P66/1 aspirato convertito in un motore intermedio, denominato P66/2, principalmente adattando due turbocompressori – prosegue Schulz -. L'attenzione era rivolta alla durata, all'aumento delle prestazioni e alla gestione della temperatura per il motore. Il P66/2 ha completato numerose unità di prova, comprese simulazioni complete su pista, al banco di prova. Il passo successivo è stata la realizzazione del motore da corsa P66/3, in versione biturbo, con gli adeguamenti necessari alle specifiche esigenze del telaio Dallara, impianto di scarico finale, serbatoio olio, cablaggio e integrazione dell'apparato ad alta tensione”.

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“Il blocco cilindri e le testate sono stati fusi nella fonderia del BMW Group a Landshut (GER) e il sistema di iniezione è stato ricostruito ex novo per la modifica dell’iniezione diretta – conclude il capo del progetto presso BMW Motorsport -. Gli ingegneri che vantavano già molta esperienza con i sistemi di azionamento elettrico dal progetto Formula E stavano testando e integrando il motore elettrico in parallelo. L'unità che costituisce il sistema di propulsione ibrida dell'auto è costituita dal motore elettrico, dall'inverter e dalla batteria ad alta tensione. C'è una frizione di separazione tra il motore elettrico e quello a combustione, che consente una guida completamente elettrica, ad esempio nella corsia dei box”.

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Queste le specifiche tecniche del nuovo motore P66/3 per la BMW M Hybrid V8. Motore V8 con angolo di 90°, twin turbo. Cilindrata 3.999 cc, alesaggio X corsa 93X73,6 mm. Potenza 640 CV a 8.200 giri/min, coppia 650 Nm. Iniezione diretta ad alta pressione di 360 bar. Lubrificazione a carter secco.