Secondo i tecnici Brembo il circuito intitolato ai fratelli Rodriguez è molto impegnativo per i freni. Oltre ai picchi di velocità, a mettere in difficoltà l’impianto frenante è la scarsa densità dell’aria che contribuisce a un minor rendimento del cooling per dischi, pastiglie e pinze, oltre che per i radiatori e quindi i motori. Nonostante sia la terza pista più corta del Mondiale, sul tracciato messicano i freni vengono utilizzati 9 volte, per un totale è di circa 15,7 secondi al giro che equivale al 20 per cento della durata complessiva della gara, anche se nella seconda metà della pista i freni si usano appena 3 volte. Sono tre le staccate in cui i freni sono operativi per almeno 2,1 secondi, anche se queste curve sono molto diverse tra loro: alla curva 4, per esempio, ci sono 4,5 g di decelerazione per perdere 225 km/h in 126 metri. In totale il carico esercitato da ciascun pilota dalla partenza alla bandiera a scacchi sul pedale del freno supera le 72 tonnellate. La più dura è la prima dopo la partenza, dove le monoposto arrivano ad oltre 350 km/h e per ridurre di due terzi la loro velocità, scendendo fino a 113 km/h, necessitano di 2,61 secondi in cui percorrono 142 metri. Notevole lo sforzo dei piloti: 138 kg di carico sul pedale del freno subendo una decelerazione di 4,5 g.