di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca – Foto AG Photo/Galli
Dopo l'acuto nelle qualifiche, con la conquista della prima fila, nel settimo appuntamento della stagione, il Gran Premio di Monaco, la Ferrari ha buttato alle ortiche l'occasione d'oro per riprendersi ciò che aveva perso in Spagna, cioè vittoria e primato nel Mondiale.
Richiamando ai box contemporaneamente i due piloti per il cambio gomme, il team del Cavallino ha commesso un errore marchiano che ha spianato la strada al successo, nel Principato su un tracciato che mostra i suoi evidenti limiti quando piove (con gara fermata due volte dalla bandiera rossa dalla Direzione Gara), alla Red Bull del messicano Perez, alla terza vittoria in carriera dopo quelle ottenute a Sakhir nel 2020 e nel GP Alzarbaigian nel 2021.
Posto d'onore a 1"54 per il ferrarista Sainz, autore di una gara convincente, davanti ad un Verstappen che dopo le difficoltà in qualifica salva il weekend, mentre un incavolatissimo Leclerc con l'altra Ferrari resta giù dal podio a 2"922. Quindi un sempre consistente Russell (Mercedes) a 11"968, Norris (McLaren) a 12"231, Alonso (Alpine) a 46"358, Hamilton (Mercedes) a 50"388, Ocon (Alpine) e Bottas (Alfa Romeo) a chiudere la top ten. Da evidenziare un dritto di Sainz al 47° giro alla chicane del porto con il riavvicinamento di Verstappen. A 13 minuti dalla conclusione Sainz tenta il tutto per tutto, con la possibilità di utilizzare il DRS, per provare l'attacco decisivo al messicano Perez, ma non trova lo spazio per superarlo, con Verstappen e Leclerc in recupero.
Con questo uno-tre il team Red Bull rafforza la propria leadership sia nella Classifica Piloti che in quella Costruttori. In quella Piloti Verstappen si è portato a +9 su Leclerc, a 116 punti, Perez 110, Russell 84, Sainz 83, Hamilton 50, Norris 48, Bottas 40, Ocon 30, Magnussen 15, Ricciardo e Tsunoda 11, Alonso 10, Gasly, 6, Vettel 5, Albon 3, Stroll 2, Zhou 1. Superiore in vantaggio Red Bull in quella Costruttori, dove conduce a quota 235 punti davanti alla Ferrari 199, Mercedes 134, Mclaren 59, Alfa Romeo 41, Alpine 40, Alphatauri 17, Haas 15, Aston Martin 7, Williams 3.
Qualche spruzzo di pioggia a 10 minuti dal via e c'è un pò di confusione nei vari team per la scelta delle gomme anche perchè è venuto giù un acquazzone a 2' dal semaforo verde, pioggia che potrebbe favorire Verstappen. Avvio ritardato di 9' dietro la safety car per garantire il top della sicurezza, nonostante le monoposto utilizzino gomme da bagnato estremo (full wet). Ulteriore rinvio alle 15.16 per l'intensificarsi della pioggia con condizioni precarie all'uscita dal tunnel. La partenza sarà lanciata. Poi bandiera rossa e i piloti rientrano in pit-lane.
La partenza slitta alle 16.07. Errori di Latifi e Stroll che toccano i guard-rail e rientrano ai box. Leclerc mantiene la posizione davanti a Sainz, quindi le due Red Bull di Perez e Verstappen. La pista si va asciugando, perciò molti piloti montano le gomme intermedie. Posizioni al decimo giro: Leclerc colleziona con disinvoltura giri veloci allungando su Sainz, Verstappen, Perez che ha cambiato gomme, Russell, Alonso.
Il patatrack va in scena tra il 16° e il 21° giro. La Red Bull gioca d’anticipo richiamando Perez ai box per passare da gomme da pioggia a Intermedie e manda in tilt il muretto Ferrari, che richiama ai box Sainz ma il pilota spagnolo decide di restare fuori con le gomme da bagnato. Gli uomini in Rosso richiamano quindi Leclerc, a quel punto con un giro di ritardo, anche perché Perez nel frattempo sta girando forte con le intermedie. Un doppio errore, perché al giro 21. il muretto Ferrari richiama sia Sainz, in quel momento al comando, che Leclerc per passare sulle gomme d'asciutto. Per dirla tutta, lo spagnolo è anche sfortunato perché sulla sua strada trova un doppiato che gli impedisce il sorpasso a Perez, mentre il monegasco con il tempo perso ai box si ritrova alle spalle di Verstappen. La Red Bull si ritrova così servita la vittoria, nonostante il giallo acceso dal presunto scavalcamento della linea gialla dei sui due piloti durante il rientro in pista, con relativo reclamo Ferrari poi respinto per “insussistenza del fatto”.
La gara che a quel punto pare scivolare stancamente verso alla fine, tranne per il brivido offerto da Schumacher che spezza in due la sua Haas per la seconda volta (dopo il botto di Jeddah), si riaccende un po’ nei giri finali quando Perez in crisi con le gomme viene riavvicinato da Sainz, che però a sua volta deve guardarsi le spalle da un pressante Verstappen. Perciò il trenino si avvia verso la bandiera a scacchi che cala al 66° giro per lo scadere delle due ore.
La Formula 1 riaccenderà i motori tra 15 giorni a Baku, in Azerbaigian, per una gara su un circuito cittadino dalle caratteristiche decisamente differenti a quello del Principato.