di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

Insomma, se non è zuppa è pan bagnato. Al termine del Gran Premio di Singapore, 17.mo round del Mondiale di Formula 1, sul gradino più alto del podio è salito ancora un pilota Red Bull: ma non quello che ormai siamo abituati a vedere, ovvero Verstappen che nell’occasione si è complicato la vita da solo terminando solo 7°, bensì il messicano Sergio Perez, che ha firmato così la sua seconda vittoria stagionale.

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Una vittoria messa in discussione ben oltre la bandiera a scacchi. Infatti, “Checo” ha dovuto attendere per ben tre ore prima di poter festeggiare, fino a quando finalmente i Commissari Sportivi hanno concluso l’investigazione per il mancato rispetto della distanza della Safety Car decidendo di comminargli “solo” 5 secondi di penalità, che di fatto non hanno cambiato la classifica finale dato che il pilota Red Bull aveva tagliato il traguardo con un vantaggio di 7.595 su Charles Leclerc.

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Una decisione che pare piuttosto salomonica, ma che sportivamente stavolta non ci sentiamo di criticare più di tanto, anche se i precedenti di questo tipo erano costati pene decisamente più pesanti, che avrebbero fatto retrocedere Perez di svariate posizioni. Però, obbiettivamente, dobbiamo rilevare che nello specifico la condotta della Safety Car non è stata impeccabile, con lo stesso pilota messicano a cercare di spronarla in modo evidente. Inoltre, “Checo” la vittoria se l’è meritata tutta in pista, con una gara consistente, a partire dallo scatto vincente al via per concludere con una serie di giri veloci, e impeccabile, quando invece le condizioni critiche della pista hanno fatto numerose vittime anche illustri, a partire dal suo riconosciuto caposquadra. Quindi, onore al vincitore.

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Ma onore anche al secondo piazzato, Charles Leclerc, autore a sua volta di una gara impeccabile, nonostante le evidenti difficoltà di tenuta della sua Ferrari nelle fasi finali di gara. Purtroppo, ancora una volta le speranze alimentate alla vigilia dalla pole position non sono state concretizzate in gara, ma al monegasco non si può rimproverare nulla, così come alla Ferrari. Certo è stato un peccato non essere riusciti a sfruttare la posizione di partenza, anche se dalla parte peggiore, ma l’impressione è stata che dopo il buon guizzo di Charles abbia avuto la meglio l’ottima trazione della Red Bull di Perez che si è letteralmente fiondato sulla prima curva nettamente davanti. Così come, magari, nell’ultimo pit stop a meno di mezz’ora dalla fine si sarebbe potuto azzardare un bel treno di “rosse”.

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E onore anche all’altro ferrarista, Carlos Sainz, perché nonostante abbia vissuto un weekend difficile dove non è mai riuscito a tenere il ritmo del compagno di squadra, ha stretto i denti in gara facendo il meglio possibile fino ad agguantare il terzo gradino del podio.

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Decisamente meglio di quanto abbia fatto il leader della classifica, Max Verstappen, che dopo aver pagato in qualifica i pasticci del team ci ha messo del suo per complicarsi la vita in gara, prima ciccando la partenza col risultato di finire nella bagarre della mischia e poi sbagliando clamorosamente una frenata dovendo nuovamente rientrare ai box per sostituire gli pneumatici spiattellati. Alla fine, l’olandesino porta a casa un, per lui, misero settimo posto, ma dato l’enorme vantaggio di cui gode nella classifica piloti, la festa per il bis iridato è soltanto rimandata. Nella Classifica Piloti, infatti, Verstappen è ampiamente al comando con 339 punti, davanti a Leclerc 237, Perez 235, Russell 203, Sainz 202, Hamilton 170, Norris 100, Ocon 66, Alonso 59, Bottas 46, Ricciardo 29, Vettel 26, Gasly 23, Magnussen 22, Stroll 13, Schumacher 12, Tsunoda 11, Zhou 6, Albon 4, De Vries 2.

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Lo stesso vale per la Red Bull nella Classifica Costruttori, dove guida il gruppo con 574 punti, davanti a Ferrari 439, Mercedes 373, McLaren 129, Alpine 125, Alfa Romeo 52, Aston Martin 41, Haas, 34, AlphaTauri 34, Williams 4. Per quanto riguarda questa classifica va segnalato il sorpasso della McLaren, grazie al quarto e quinto posto di Norris e Ricciardo, ai danni della Alpine, che invece ha conosciuto a Singapore un doppio stop per rottura del motore. Un bel campanello di allarme in casa Alpine, dopo una serie di gare convincenti.

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Festa anche nel team Aston Martin a Singapore, dove il bravo Lance Stroll conquista un bel sesto posto battendo il più blasonato compagno di squadra, Vettel, che all’ultimo giro si faceva soffiare la settima posizione da Verstappen. Con questi punti la squadra inglese si fa sotto all’Alfa Romeo, che dopo il convincente avvio di stagione pare avere perso il bandolo della matassa. Per le Mercedes è stata una domenica più grigia del colore delle monoposto della Stella, con Russell condizionato dalla partenza dalla pit lane utilizzato anche come “cavia” per la scelta delle gomme, mentre il pluricampione del mondo Hamilton ha ceduto al nervosismo prima sbagliando clamorosamente una frenata e poi finendo a muro.

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Pochi giorni e la Formula 1 torna a correre, il prossimo fine settimana, in Giappone sullo storico circuito di Suzuki, ma ancora prima, nella giornata di mercoledì si correrà una gara, forse, ancora più importante, nelle aule della Federazione dove si dibatterà il caso dello sforamento del “budget cap” da parte della Red Bull. Con la speranza che nell’occasione i vertici della Federazione siano più decisi nel prendere provvedimenti rispetto a quanto avvenuto sulle piste. 

(Foto by Pirelli)