di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

La stagione 2023 della Formula 1 riprende esattamente da dove era terminata la precedente: con Max Verstappen e la Red Bull saldamente davanti a tutti. Anzi, di più. Perché se nel finale di Abu Dhabi 2022 la Rossa aveva fornito una prova d’orgoglio rompendo le uova nel paniere al team inglese e conquistando la piazza d’onore, i 57 giri del Gran Premio del Bahrain, sul circuito di Sakhir, hanno cancellato in un solo colpo tutte le chiacchiere dell’inverno mettendo tutti gli altri davanti alla triste realtà: la Red Bull è su un altro pianeta.

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Il dominio assoluto quello del campione del mondo olandese che, scattato dalla pole ha preso subito la testa al via allungando immediatamente sul gruppo e conducendo in tutta tranquillità le danze fin sotto la bandiera a scacchi, sventolata dal mitico “Ago”, non lascia adito a dubbi. E questa volta la doppietta è puntualmente arrivata, con Perez che da metà gara ha salutato la compagnia e lasciato gli altri a litigare per il terzo gradino del podio. Sul quale, alla fine, sale più che meritatamente il leone Fernando Alonso, che dopo essersi “inventato” un sorpasso che lasciato di stucco Hamilton ha buttato giù dal podio il suo ex fan Carlos Sainz, ormai in evidente grave crisi di pneumatici. Un podio certamente guadagnato con grande cuore dall’asturiano, ma favorito anche da una Aston Martin apparsa in grande spolvero, come ha dimostrato anche lo stoico Stroll che, pur con un polso fratturato, ha corso da protagonista agguantando il sesto posto finale. Insomma, una prestazione che se venisse confermata farebbe balzare la formazione in verde tra le protagoniste della stagione.

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Bilancio decisamente in rosso quello della Ferrari, soprattutto se confrontato con l’inizio ben più brillante della scorsa stagione, quando le monoposto del Cavallino furono, probabilmente, le migliori del lotto. In questa occasione, invece, le Rosse se la sono cavata in qualifica mentre sono naufragate in gara, dove hanno non hanno mai mostrato di poter tenere il passo delle Red Bull, salutate già al termine del primo giro da Verstappen, vanificando di conseguenza il, presunto, sacrificio della pole per risparmiare un treno di gomme morbide. E se questo non bastasse in casa Ferrari è pure suonato un doppio campanello d’allarme, prima con la sostituzione della batteria e quindi con la rottura del motore sulla monoposto di Leclerc in gara. Ce n’è abbastanza per essere preoccupati.

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Ma la Ferrari non è l’unica ad aver fatto il passo del gambero. Le Mercedes sono messe decisamente peggio, basti vedere come Hamilton non sia riuscito a superare Sainz nel finale, nonostante lo spagnolo sia stato in evidente difficoltà. Ora Toto Wolf e soci dovranno decidere se proseguire con questo progetto che, a parte i timidi segni di ripresa nel finale della scorsa stagione, ha riservato ben poche soddisfazioni, oppure cambiare registro. Scelta non semplice in corso d’opera.

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Stesso andazzo per McLaren e Alpine, due squadre che l’anno scorso hanno spesso lottato per le posizioni che contano mentre ora sono letteralmente scomparse, così come l’Alpha Tauri, mentre la Williams ha mostrato timidi segnali di ripresa, portando a casa i primi punti con Albon, e Bottas che lo precede salva la bandiera Alfa Romeo.

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Tra quindici giorni la Formula 1 riaccende i motori a Jeddah, in Arabia Saudita; perciò, con così pochi giorni a disposizione per i tecnici sarà difficile vedere grandi stravolgimenti.  

(Foto by Pirelli)