JEDDAH – Cambia la pista, non cambia il risultato. La Red Bull domina anche in Arabia Saudita e Max Verstappen fa il bis dopo il Bahrain. Contro le monoposto blu c’è poco da fare, tanto che Sergio Perez, pur con una penalità di 5 secondi per una infrazione commessa ai box, è riuscito a concludere al secondo posto davanti a Charles Leclerc, Ferrari, ancora in affanno sul passo gara.
Di Paolo Ciccarone – RMC Motori
Perché proprio come in Bahrain la differenza l’ha fatta la gestione delle gomme e qui la Red Bull appare ancora davanti, anche se Verstappen si è pure lamentato: “Dopo la safety car per l’uscita di Stroll, abbiamo percorso tantissimi giri con lo stesso treno di gomme, è stato difficile gestirle ma alla fine è andato tutto bene”. Certo, ma sul consumo gomme sarebbe il caso capirne di più, perché le previsioni davano al massimo 22 giri con le gomme a battistrada medio e invece sia Hamilton, nono, sia Norris ottavo, hanno percorso rispettivamente 37 e 38 giri con lo stesso pneumatico.
L’eroe della giornata in pista è stato senza dubbio il debuttante Oliver Bearman, 18 anni e 10 mesi, il più giovane esordiente al volante di una Ferrari che, partito undicesimo, ha concluso al settimo posto, segnando punti e facendo una gara senza sbavature. Davvero bravo e consistente, al punto da prendersi i complimenti dei rivali, a partire da Leclerc per arrivare a Hamilton e Russell. L’altro eroe, fuori pista, Carlos Sainz che nemmeno 24 ore dopo l’intervento di appendicite era già nei box a seguire la squadra sotto gli occhi del presidente John Elkann venuto a supportare il team e a parlare coi vertici Red Bull. Le voci sull’arrivo di Adrian Newey a Maranello, evidentemente, necessitavano di un chiarimento diretto.
Tornando invece alla corsa, gli unici brividi sono venuti dalla partenza, con un Perez grintoso che infilava Leclerc alla prima curva, ma il monegasco reagiva alla seconda e conservava il secondo posto per una manciata di giri prima che la Red Bull lo sopravanzasse ancora.
E poi l’incidente di Stroll che dopo una toccata contro il muretto, ha rotto la sospensione ed è volato fuori contro le barriere. Auto KO e pilota illeso, ma tanto è bastato per neutralizzare la gara e consentire la safety car con le soste ai box in cui tutti, tranne quattro, si sono fermati. E così ci siamo ritrovati con Norris, McLaren, in testa e Verstappen a inseguire, ma sono bastati pochi giri e tutto è rientrato “nella norma” di questo mondiale in fotocopia a quello dell’anno scorso.
A tenere desta l’attenzione è però sempre il dietro le quinte. Venerdì Helmut Marko aveva dichiarato di aspettarsi una estromissione dal team, sabato invece tutto è rientrato. Di sicuro la Red Bull ha in corso una indagine interna per chiarire la vicenda delle presunte molestie a una dipendente. Nel frattempo, freme anche il presidente della FIA, Ben Sulayem, per un’altra inchiesta che lo riguarda in ambito federale per abuso di potere nelle decisioni sportive. Come dire che la F.1 di oggi fa più notizia col pettegolezzo e il dietro le quinte piuttosto che con quello che accade realmente in pista.
Fra due settimane si va in Australia per la terza gara della stagione, da quello che si è visto ci si aspettano gran pochi cambiamenti a meno di stravolgimenti. Leggi pioggia battente o rotture meccaniche. Un po’ poco per chi si aspettava duelli e lotte in pista fra piloti, ma questo è, per dirla alla Pirandello: così è se vi piace.
(Foto by Pirelli)