Nessun team ha potuto provare direttamente la pista, ma i dati raccolti dalle simulazioni indicano che Losail è una pista piuttosto severa, con curve impegnative simili a Silverstone o Mugello, e un asfalto piuttosto abrasivo. Il rettilineo di partenza è lungo oltre un chilometro ed è seguito da una rapida successione di 16 curve che impegnano costantemente i pneumatici. In particolare, le curve dalla 12 alla 14 formano una curva a triplo apice verso destra, creando una sorta di unica curva ad alta intensità, da 5,2g, che si avvicina alla famosa Curva 8 della Turchia, anche se nella direzione opposta. Il circuito ha ancora l’asfalto originariamente posato nel 2004, che negli anni è diventato abbastanza abrasivo, così da accentuare usura e degrado.
Inoltre, il grip può essere compromesso da alcuni fattori importanti. A cominciare dalla sabbia che arriva dal deserto in cui si trova il tracciato, così come il fatto che il circuito non è stato utilizzato di recente e non sono previste gare di supporto, perciò la pista non sarà molto gommata quando le monoposto inizieranno a girare, con l’asfalto che potrebbe essere scivoloso all’inizio per poi subire una rapida ed elevata evoluzione. Inoltre quella del Qatar è una delle quattro tappe di quest’anno in cui si corre in notturna, sotto la luce dei riflettori. Di conseguenza, l’evoluzione della temperatura dell’asfalto nel corso del gran premio sarà diversa rispetto alle solite gare pomeridiane, con il rischio di bruschi cali di temperatura durante la gara, dato che nel deserto l’escursione termica tra il giorno e la notte è molto elevata. Questo significa che mentre la gara si disputerà alle 5 del pomeriggio, FP1 e FP3 si svolgeranno con il caldo del pieno giorno, perciò solo durante FP2 e qualifiche si avranno condizioni rappresentative della gara.
Considerando tutte queste informazioni, oltre al fatto che il Qatar è una novità assoluta per la Formula 1, Pirelli ha optato per le tre mescole più dure, in grado di far fronte alle diverse sfide che la gara di Losail può presentare sulla distanza di 57 giri: mescola C1 come P Zero White hard, la C2 come P Zero Yellow medium e la C3 come P Zero Red soft. Questa è la quinta e ultima volta della stagione che vengono selezionate le tre mescole più dure della gamma.
Tutte queste variabili non fanno altro che accentuare, di conseguenza, l’incertezza anche sotto il profilo sportivo. Dato che, come abbiamo sottolineato nel dopo GP del Brasile, nelle ultime gare si è notata una certa alternanza di prestazioni, e quindi di supremazia, tra le due squadre in lotta per i rispettivi titoli iridati Piloti e Costruttori. Lo stesso vale anche per il “resto” della Formula 1, con Ferrari e Alpha Tauri le uniche a mostrare una certa costanza di risultati, anche se distanti dai primi della classe.
Purtroppo per i nostri colori arriva la conferma che, come ormai ventilato da tempo ed evidenziato dall’indefinibile trattamento riservatogli del team in occasione di svariati gran premi, Antonio Giovinazzi non è stato confermato per la prossima stagione nel team Alfa Romeo Racing Orlen, dove sarà rimpiazzato dal primo pilota cinese nella storia della Formula 1: Guanyu Zhou. Un’altra pagine triste nella storia del nostro sport.