A distanza di 58 anni la Ferrari torna a vincere la 24 Ore di Le Mans. In una stagione dove il Cavallino pare azzoppato in Formula 1, si sta prendendo grandi rivincite con le ruote coperte con le vittorie nelle due classiche di durata più celebrate. Infatti, dopo la storica vittoria nella 24 Ore del Nurburgring, a distanza di tre settimane ecco l’ancora più prestigiosa vittoria nella regina delle gare di durata, per giunta nell’edizione del centenario.
Due gare differenti, una dove la sfida riguarda le GT e l’altra dove sono le Hypercar a giocarsi la vittoria, vinte entrambe con le nuove vetture progettate per competere nelle rispettive categorie: la 296 GT3, che a questo punto fa ben sperare per il futuro dato che questa sarà dall’anno prossimo la categoria top delle Gran Turismo, e la 499P.
La nuova Hypercar del Cavallino aveva già mostrato l’ottimo potenziale monopolizzando la prima fila, ma in una gara lunga e difficile come la 24 Ore di Le Mans questo non basta. Ci vuole anche affidabilità, un equipaggio di piloti veloci ma anche capaci di tenersi lontani dai guai e, infine ma non certo ultimo, un team professionale e organizzato, come AF Corse ha sempre dimostrato. E se vogliamo dirla tutta, anche un pizzico di fortuna. Anche perché neppure il più fantasioso regista trhiller avrebbe mai potuto pensare ad una edizione così pazza della maratona francese, assolutamente degna del centenario.
Basti pensare che tra safety car, slow zone, incidenti vari, ancora più numerosi per gli immancabili scrosci di pioggia e problemi tecnici, dopo quattro ore di gara balzava in testa addirittura Menezes con la Peugeot, altrimenti mai in gara. La Toyota #7 veniva infatti messa ko per un tamponamento, mentre la Ferrari #50 che aveva conquistato la pole perdeva 28 minuti ai box durante la notte per un problema tecnico.
La gara si è decisa a meno di due ore dal termine, quando Hirakawa all’inseguimento della Ferrari, in vantaggio di una manciata di secondi, perdeva il controllo della Toyota #8 ad Arnage finendo contro le barriere. Il giapponese riusciva a riportare la vettura ai box, perdendo circa tre minuti per le riparazioni e dando così via libera a Pier Guidi per portare la 499P, condivisa con Giovinazzi e Calado, in solitaria sotto la bandiera a scacchi. La Toyota, dopo avere preso la testa della corsa nelle prime battute doveva quindi accontentarsi di un secondo posto piuttosto amaro per la casa giapponese, visto il predominio fin qui messo in mostra e la dichiarata volontà di conquistare la prestigiosa edizione del centenario della 24 Ore di Le Mans. Colpaccio storico riuscito, invece, alla Ferrari nell’anno del rientro nella categoria top delle gare di durata.
A completare il podio, dietro la Toyota di Buemi-Hartley-Hirakawa, la sorprendente Cadillac di Bamber-Lynn-Westbrook, che piazzava al quarto posto l’altra vettura di Bourdais-Van der Zande-Dixon davanti alla Ferrari di Fuoco-Molina-Nielsen.
Se in Toyota non ridono, musi decisamente ancora più lunghi in casa Peugeot e Porsche, rispettivamente solo ottava e nona con le vetture migliori dietro alle due Glickenhaus.
Nella lotta serrata tra le LMP2 l’ha spuntata l'Oreca 07-Gibson #34 dell'Inter Europol Competition guidata da Smiechowski-Scherer-Costa, nonostante una divagazione nella sabbia di Mulsanne di quest’ultimo, che ha avuto la meglio su quella dello storico rivale WRT pilotata da Andrade-Kubica-Delétraz che l’hanno ripetutamente messa sotto pressione.
L'ultima sfida della classe LMGTE Am alla 24 Ore di Le Mans, prima dell'avvento della GT3 come catgoria top GT, è stata vinta dalla Chevrolet Corvette di Keating-Varrone-Catsburg, davanti alla Aston Martin di Al Harty-Dinan-Eastwood e alla Porsche 911 di Wainwright-Barker e del nostro Riccardo Pera. Nell’accesa sfida, costellata da incidenti e guai tecnici tanto che solo 12 delle 21 vetture al via hanno visto la bandiera a scacchi, da sottolineare la prestazione delle Iron Dames Sarah Bovy-Michelle Gatting-Rahel Frey, che hanno portato la loro Porsche ai piedi del podio.
Il folto pubblico, oltre 325.000 spettatori, è rimasto affascinato dalla singolare presenza della Chevrolet Camaro ZL1 in versione Nascar, pilotata da un equipaggio di prestigio composto da Jenson Button-Mike Rockenfeller-Jimmie Johnson, e dal suono distintivo del suo motore V8. Nonostante i numerosi problemi meccanici accusati, la vettura americana è arrivata fino alla bandiera a scacchi.
La prossima gara del WEC sarà la 6 Ore di Monza, in programma il prossimo 7 luglio.