Dopo l’incredibile bagno di folla di Silverstone, con 480 mila spettatori nell’arco del week-end, la Formula 1 si sposta nell’est Europa per un appuntamento classico della stagione estiva, il Gran Premio di Ungheria, che vede grandi protagoniste le temperature dell’aria e dell’asfalto, solitamente molto elevate.

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Ciò mette a dura prova piloti, vetture e pneumatici, anche perché la natura tortuosa del tracciato, che molti piloti paragonano ad un kartodromo, non consente di poter tirare il fiato ai piloti e mette a dura prova l’affidabilità delle monoposto: c’è solo un rettilineo abbastanza lungo, quello dei box, che costituisce anche, nella staccata della prima curva a destra, l’unica concreta possibilità di sorpasso. Poi ci sono una successione di altre tredici curve, sette a destra e sei a sinistra per un circuito che è secondo soltanto a quello di Monte-Carlo in termini di velocità media più bassa, tanto è vero che le monoposto di solito sono equipaggiate con un livello di carico aerodinamico analogo a quello della gara del Principato. Con tante curve lente da percorrere la trazione è uno dei fattori cruciali per un buon rendimento, così come il rischio maggiore è il surriscaldamento degli pneumatici. Peraltro, pur essendo un tracciato permanente, l’Hungaroring non è utilizzato molto spesso e le condizioni dell’asfalto migliorano in maniera considerevole durante il fine settimana man mano che la traiettoria ideale si gomma. Di solito, questa gara si gioca molto sulle strategie, per le quali è determinante ottenere in qualifica un buon posto sulla griglia di partenza, e sul degrado delle gomme. 

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Al Gran Premio d’Ungheria, i team avranno a disposizione delle mescole più morbide rispetto allo scorso anno. Sarà infatti utilizzata la C3 come P Zero White hard, la C4 come P Zero Yellow medium e la C5 come P Zero Red soft. A Budapest debutterà l’Alternative Tyre Allocation (ATA) che prevede l’utilizzo di una mescola slick obbligatoria per ogni sessione di qualifica. In Q1 le squadre dovranno utilizzare la Hard, in Q2 la Medium e in Q3 la Soft. Nel caso la sessione sia dichiarata bagnata, decade l’obbligatorietà e i team possono utilizzare la mescola che preferiscono.

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Con l’ATA il numero di set disponibili per ciascuna vettura si riduce a 11, invece dei 13 di un classico weekend di gara. Ciascun pilota potrà contare infatti su tre set di Hard, quattro set di Medium e altrettanti di Soft. Rimane invece invariato il numero di pneumatici da bagnato: tre treni di Full Wet e quattro di Intermediate, al netto dell’utilizzo di un set di Intermedie addizionale in caso di pioggia al venerdì o di previsioni meteorologiche avverse per il sabato. Il venerdì sarà necessario restituire un set di pneumatici al termine di ciascuna sessione di prove libere. Altri due dovranno essere riconsegnati il sabato, dopo FP3. Rimarranno così sette treni di pneumatici per qualifiche e gara, di cui almeno un set di Hard e uno di Medium dovranno essere conservati per il Gran Premio.

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L’ATA avrebbe dovuto essere sperimentato per la prima volta durante il Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna. Un secondo test, dopo l’Hungaroring, sarà effettuato al Gran Premio d’Italia a Monza il primo fine settimana di settembre: poi FIA, F1 e le squadre decideranno se, eventualmente, adottarlo per la prossima stagione".