A soli sette giorni dal GP Emilia-Romagna, la Formula 1 si trasferisce nel Principato per il Gran Premio di Monaco. Uno degli appuntamenti storici nel calendario della Formula 1, che quest’anno raggiunge un traguardo importante: quella che andrà in scena questo fine settimana sarà infatti la settantesima edizione valida per il Campionato del Mondo Piloti.

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L’edizione inaugurale del 1929 fu una corsa ad invito a cui parteciparono 16 vetture, ma soltanto 3 furono in grado di completare i 100 giri previsti. La prima edizione del GP Monaco valida per il Mondiale di Formula 1 è invece datata 1950, ma per questioni regolamentari per la seconda si dovette attendere il 1955. Nel 1952, invece, corsero vetture Sport a ruote coperte.

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Nonostante si tratti del tracciato più corto (3.337 metri) e tortuoso del Mondiale, in certi passaggi si viaggia vicino ai 300 km/h ma lungo le sue 19 curve il minimo errore rischia di costare carissimo, con danni alla vettura che spesso comportano la fine della propria gara. Nel suo punto più largo, il circuito è largo infatti soltanto 10 metri, appena lo spazio sufficiente per far correre due monoposto ruota a ruota. Su una pista in cui il margine d’errore è praticamente ridotto a zero, un elemento che caratterizza l’evoluzione dei tempi sul giro è la fiducia con cui i piloti, a prescindere dalla conoscenza pregressa del tracciato, affrontano le 19 curve e tutti i trabocchetti che vi sono disseminati. L’obiettivo di ogni pilota è di limare progressivamente la ricerca della traiettoria migliore, avvicinandosi sempre di più ai guardrail, spesso sfiorandoli con la spalla degli pneumatici.

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Tra le sezioni più caratteristiche del tracciato ci sono la prima curva, St. Devote, e la salita del Casino, tratti che vengono percorsi a velocità da far rizzare i capelli. Il lentissimo tornante di curva 6 offre una delle poche opportunità per le auto di tuffarsi l’una all’interno dell’altra prima che la pista svolti verso il tunnel. Il settore 3 è il più impressionante sotto il profilo visivo perché le ruote sfiorano i guard-rail alle due esse delle piscine e alla Rascasse, la penultima curva che immette sul rettilineo del traguardo che poi tanto rettilineo non è, visto che si tratta di una lunga semicurva. I sorpassi sono quasi impossibili, perciò i piloti si concentreranno soprattutto sulle qualifiche che, come si dice, sono a tutti gli effetti la prima parte del Gran Premio. A maggior ragione in questo momento della stagione, dove sono i millesimi di secondo a scandire l’ordine dello schieramento.

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Come tradizione, la scelta della Pirelli per quanto riguarda le mescole delle gomme slick è caduta sul tris più morbido a disposizione quest’anno: quello composto dalla C3 come Hard, dalla C4 come Medium e dalla C5 come Soft. Come quasi sempre accade sui tracciati cittadini, che hanno un asfalto particolarmente liscio visto che viene normalmente utilizzato quotidianamente dalle vetture stradali, gli pneumatici devono poter offrire la massima aderenza possibile.

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La gara di Monaco è quella dove gli pneumatici sono sottoposti i pneumatici alle forze fra le più basse di tutta la stagione, perché la velocità media con cui vengono completati i 3,337 metri di lunghezza del tracciato è molto ridotta, con curve che vengono affrontate anche a meno di 50 km/h e soltanto circa il 30% del giro viene percorso in pieno. Peraltro, il fatto che siano ben 78 i giri previsti la domenica determina una frequenza decisamente superiore alla media di ogni fenomeno che caratterizza il comportamento dei pneumatici, in particolare per quanto riguarda la densità dell’energia sviluppata in fase di trazione. Un altro fattore da tenere in considerazione nell’analisi delle gomme è il graining che, soprattutto i primi giorni, potrebbe essere un “ospite” non particolarmente desiderato.

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Su una pista del genere è praticamente inevitabile l’intervento della safety-car (77% di probabilità, in media quasi due volte per gara) ma l’edizione scorsa è, curiosamente, filata via liscia, senza alcuna neutralizzazione. Dal punto di vista strategico, sulla carta c’è una sola opzione: la sosta singola, cercando di ritardarla il più possibile proprio per poter eventualmente approfittare di una safety-car per minimizzare il tempo perso in pit-lane. Ovviamente in caso di Safety Car o pioggia la situazione può diventare decisamente caotica e la corsa improvvisamente può trasformarsi in una autentica roulette…

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Il mese di maggio è stato finora caratterizzato dalle numerose celebrazioni per il trentesimo anniversario della scomparsa di Ayrton Senna, la cui figura ha segnato indelebilmente anche la storia del Gran Premio di Monaco. Ayrton è stato infatti ricordato con tutti i giusti onori nel GP Historique di sue settimane fa. Sono ancora del pilota brasiliano, infatti, i primati delle vittorie (6), delle pole position (5) e dei piazzamenti sul podio (8). Michael Schumacher è primo come giri più veloci in gara (5) e condivide con Graham Hill il secondo posto nella classifica delle vittorie (5 ciascuno) e con lo stesso Hill, Lewis Hamilton e Sebastian Vettel quello dei piazzamenti sul podio (7 a testa). Fra le squadre, primeggia la McLaren in termini di successi (15) mentre la Ferrari è partita più volte (12) dalla pole position e stabilito più volte (17) il giro più veloce in gara nonché quello dei piazzamenti sul podio (55), classifica in cui doppia la McLaren, seconda con 27.

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