Dopo due estenuanti settimane di gara e oltre 5.000 km, il testa a testa tra Yazeed Al Rajhi ed Henk Lategan per la vittoria nella Dakar 2025 si è concluso solo negli ultimi chilometri dell'ultima tappa, dove l’ha spuntata il pilota saudita che alla soddisfazione per il primo successo casalingo aggiunge anche quello di averlo ottenuto al volante di una Toyota Hilux T1+ privata, gestita dal team Overdrive.

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Al Rajhi si rifà così della cocente delusione patita l’anno scorso, quando il suo duello con Sainz era stato interrotto da un brutto incidente. Il saudita, forse memore della brutta esperienza, ha infatti disputato una gara veloce ma al tempo stesso ragionata, tenendosi lontano dai guai nella prima settimana, soprattutto nei temibili stage di 48 ore e tappa Marathon, per poi spingere decisamente nella seconda settimana dando vita ad un bel duello con Henk Lategan, che ha visto i due, entrambi al volante del Toyota Hilux, scambiarsi la leadership negli ultimi quattro giorni. Anche nell’ultima tappa, che prevedeva una brevissima prova speciale di soli 61 km con partenza “mass start”, cioè con i primi quattro in classifica partire insieme, Al Rajhi non ha voluto prendersi rischi gestendo i 6 minuti di vantaggio sul sudafricano fino a transitare sotto la bandiera a scacchi con poco meno di 4 minuti di distacco dopo quasi 53 ore di gara.

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Molto avvincente anche il duello finale per il terzo gradino del podio, che ha visto prevalere Mattias Ekstroem e il suo Ford Raptor per poco più di 3 minuti su Nasser Al-Attiyah.

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Il Qatariota ha senz’altro di che recriminare, per i guai tecnici patiti dal suo Dacia Sandrider e per il notevole tempo perso nella terz’ultima tappa, per una probabile svista del suo navigatore, che ha definitivamente vanificato il suo recupero. 

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Il quarto posto finale di Al Attiyah certamente non ripaga Dacia delle aspettative della vigilia. In effetti il potenziale mostrato dal prototipo schierato dal marchio romeno è decisamente alto, tale da poter effettivamente aspirare alla vittoria, ma qualche inconveniente di troppo unito a qualche errore degli equipaggi, Boulanger nel caso di Al Attiyah e Sebastien Loeb, ha “rimandato” il plotone Sandriders alla prossima edizione. A dirla tutta ci si è messa anche un po’ di sfortuna, un elemento spesso determinante in una gara come la Dakar, con ripetute forature e la decisione dei commissari tecnici FIA di stoppare la gara del plurititolato transalpino per i danni subiti dalla gabbia di sicurezza nel cappottamento di Loeb, nonostante proteste e appelli della Dacia. Ma sulla sicurezza non si può transigere.

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Stesso destino subito già nelle battute iniziali da un altro dei favoriti, Carlos Sainz. Peccato non aver potuto vedere all’opera sia lo spagnolo che il francese nella seconda settimana, quando dopo le temibili prove di durata avrebbero potuto mettere in mostra tutto il reale potenziale dei propri mezzi, Ford Raptor e Dacia Sandrider, al debutto nella gara più dura al mondo. Li aspettiamo entrambi alla prossima edizione.

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Purtroppo, dopo aver vinto una tappa, essersi piazzati cinque volte secondi e avere guidato la classifica per quattro giorni, è svanito il sogno di vittoria nella Dakar Classic per Lorenzo Traglio e Rudy Briani, che a bordo del Nissan Terrano Tecnosport si devono accontentare di un comunque ottimo secondo posto assoluto.

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Per quanto riguarda le altre categorie, l'australiano Daniel Sanders ha vinto nella categoria moto, Nicolás Cavigliasso e Brock Heger hanno vinto rispettivamente nelle categorie Challenger (T3) e SSV (T4), mentre nella competizione dei camion Martin Macík ha bissato il successo dell’anno scorso conquistando il titolo 2025.

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