Sotto il profilo sportivo non ci sono dubbi: a Silverstone 1, la prima delle due gare britanniche in rapida sequenza a distanza di una settimana, sarà ancora caccia alle finora imprendibili Mercedes e ai suoi due piloti, Hamilton e Bottas. E date le caratteristiche del circuito alle porte di Londra, tecnico e veloce, non ci sono dubbi che le “Stelle nere” saranno ancora le vetture da battere, grazie alla potenza della power unit tedesca e all’ottimo pacchetto telaio-aerodinamica delle W11.

Ma in Ungheria si è rivista una Red Bull con le ali in gara, in grado di mettere pressione con Verstappen alle monoposto della Stella, così come sono apparse molto in forma le “Mercedes rosa”. Questo, unito al fatto che nella terra di Albione le bizze del meteo potrebbero metterci lo zampino rimescolando le carte, offre agli appassionati la speranza di una qualche incertezza sull’andamento della gara.

Dal punto di vista tecnico le caratteristiche del veloce e tecnico tracciato inglese offrono differenti chiavi di lettura. Per quanto riguarda le power unit molto dipenderà dalle condizioni climatiche, comunque in linea generale se da una parte queste vengono spremute per bene per un’ampia percentuale di gara e altrettanto vero che i lunghi rettifili garantiscono un ottimo raffreddamento. L’assetto, come sempre, dovrà rappresentare la ricerca del miglior compromesso fra tenuta, meccanica e soprattutto aerodinamica, e scorrevolezza e penetrazione.

I tecnici Pirelli fanno sapere che Silverstone è il primo circuito del 2020 particolarmente severo per gli pneumatici, tanto che per la prima volta in questa stagione è stata scelta la mescola C1, perché i carichi sugli pneumatici sono elevati, soprattutto nella sequenza di curve veloci come Maggots e Becketts. Peraltro, il tracciato è stato riasfaltato due volte negli ultimi due anni, quindi rispetto al 2019 dovrebbe essere un po’ meno scivoloso e più maturo. Nella seconda gara, tra una settimana, le tre mescole scelte saranno più tenere di uno step, aggiungendo un elemento di imprevedibilità tra le due gare. Inoltre, nei primi 30 minuti di FP 2 della seconda gara tutti i Team proveranno pneumatici prototipo per il 2021, seguendo un programma di validazione stabilito da Pirelli in vista della prossima stagione, l’ultima dei pneumatici da 13” in F1.

“Con due gran premi consecutivi su un tracciato molto conosciuto dai Team era importante cercare di aggiungere una novità per la seconda gara- spiega Mario Isola, responsabile F1 Pirelli -. Per questo motivo abbiamo nominato mescole più morbide di uno step per il 70th Anniversary Grand Prix. Le mescole scelte per la prima gara sono le stesse del 2019, quindi la strategia potrebbe essere orientata tra una e due soste, mentre per il secondo GP dovremmo vedere principalmente due pit stop per ciascun pilota. Mentre i Team hanno già parecchi riferimenti su C2 e C3, l’elemento chiave del secondo weekend sarà ottenere dati rappresentativi sulla C4, visto che questa mescola affronterà sfide decisamente impegnative al debutto su questa pista. Silverstone enfatizza soprattutto i carichi laterali, quindi evitare il surriscaldamento e gestire il degrado sarà particolarmente importante”.

Secondo i tecnici Brembo, invece, il Silverstone Circuit rientra nella categoria dei circuiti scarsamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 gli è stato assegnato un indice di difficoltà di 2, inferiore a tutte le altre piste inserite nel calendario corrente del Mondiale di Formula 1. Un problema però potrebbe arrivare dalla posizione della pista inglese, quindi dalle temperature piuttosto fredde che unitamente alle basse energie in gioco potrebbe tradursi nella vetrificazione (glazing) del materiale d’attrito nell’ipotesi in cui piova o le temperature scendano di colpo. Infatti non sempre l’utilizzo di impianti frenanti Brembo di Formula 1 di dimensione massima genera risultati positivi, perché in alcune condizioni ambientali le monoposto disporrebbero di un impianto sovradimensionato, con il risultato che la potenza frenante eccessiva renderebbe faticoso il raggiungimento della temperatura minima di esercizio. A temperature di esercizio troppo basse il carbonio con cui sono realizzati i dischi e le pastiglie di F.1 non garantisce la corretta generazione dell’attrito e rischia di vetrificarsi, riducendo la performance in frenata. Inoltre, l’azione meccanica delle pastiglie su dischi freddi porterebbe ad un’elevata usura. Scendendo nei dettagli, la pista britannica presenta 7 punti di frenata, per un tempo totale sul giro di utilizzo dei freni di 12 secondi e 6 decimi, inferiore di oltre 5 secondi rispetto all’Hungaroring. Dalla partenza alla bandiera a scacchi i freni sono in funzione per poco meno di 11 minuti. Complessivamente in gara ciascun pilota esercita un carico totale sul pedale del freno di 30 tonnellate, mentre al Red Bull Ring il valore era stato di 39 tonnellate e all’Hungaroring di 56 tonnellate. La ragione è la presenza di sole 3 frenate per ogni giro in cui il carico sul pedale supera i 55 kg. Delle 7 frenate del GP Gran Bretagna 2 sono considerate altamente impegnative per i freni, una è di media difficoltà e le restanti 4 sono light. La più dura è quella alla curva 3, nella clip, perché i piloti arrivano in accelerazione dal traguardo senza aver azionato i freni alle curve 1 e 2 e così si presentano a 320 km/h: in soli 2,37 secondi scendono a 125 km/h grazie ad un carico di 150 kg sul pedale del freno mentre la decelerazione è di 4,8 g.