Tradizione e innovazione. Questo è lo spirito che ancora oggi, a quasi settant’anni dalla nascita, anima lo staff della Supersprint, azienda mantovana specializzata nella progettazione e realizzazione di componenti e impianti di scarico sportivi. Supersprint ha ottenuto la certificazione di costruttore ufficiale di marmitte per vetture storiche a partire dal 1955 e da allora ha accompagnato generazioni di auto sportive di tutti i marchi, fino alle attuali, mantenendo il metodo di lavorazione artigianale ma adottando, man mano che venivano disponibili, materiali, tecnologie e macchinari innovativi. Un lungo percorso che ha portato l’azienda di Mantova ad avere, ad oggi, un catalogo che conta circa 90.000 applicazioni: per auto d’epoca, youngtimer e di ultima generazione, dalle piccole e scattanti utilitarie alle supercar più blasonate.
Per fare conoscere meglio la propria storia industriale, sempre accompagnata dalla passione, Supersprint ha scelto il palcoscenico di Auto e Moto d’Epoca, perché l’evento in programma presso la Fiera di Padova dal 20 al 23 ottobre è universalmente riconosciuto come il più importante mercato europeo di auto, moto e ricambi d’epoca. Una presenza concertata con RPM Racing Parts (www.rpmracing.it) di Lainate (MI), distributore esclusivo per il territorio nazionale dei prodotti Supersprint, per mostrare agli appassionati nazionali, ed ai molti visitatori provenienti dai paesi limitrofi, l’immensa disponibilità di dispositivi potenzialmente adatti per la gran parte dei modelli in circolazione. Questo anche perché nonostante la lunga storia di questa azienda completamente italiana, la percentuale maggiore del mercato Supersprint si è sviluppato negli anni ed è tuttora concentrato all’estero, in buona parte negli USA. Peraltro, in occasione dell’evento di Padova, gli appassionati che effettueranno un acquisto presso lo stand RPM, nel Padiglione 14, potranno usufruire di una interessante scontistica.
Nello stand di Padova saranno esposti gli scarichi completi di diversi modelli vintage, così da evidenziare le differenti tipologie di lavorazione. Inoltre, sarà esposto un collettore sportivo insieme alla relativa dima sulla quale viene assemblato, in modo tale che gli appassionati potranno verificare la qualità della lavorazione ancora artigianale con la quale vengono realizzati i particolari Supersprint. Oltre alla qualità del materiale utilizzato: tutti i dispositivi Supersprint sono realizzati in acciaio inox AISI 304, che garantisce ottime qualità meccaniche e massima resistenza nel tempo.
Ma per arrivare al prodotto finale esposto c’è tutto un percorso illustrato nel dettaglio sul nostro sito a questo link, https://www.motorstyle.tv/da-leggere/ritratti/1681-eccellenze-italiane-70-anni-supersprint nella sezione “Da leggere/ritratti”.
Sintetizzando, si parte dalla fase progettazione, realizzazione e sviluppo del prototipo al banco e su strada considerata determinante e alla quale Supersprint dedica notevoli risorse, basti pensare che ben cinque persone sul totale di circa 40 dipendenti sono impegnati a tempo pieno nella ricerca e sviluppo.
Deliberato il prototipo definitivo, la produzione inizia con il taglio e la sagomatura dei tubi eseguita da appositi macchinari, mentre le successive fasi di assemblaggio e saldatura sono eseguite manualmente, in piccole serie ed anche in pezzi singoli per richieste particolari. I processo termina con il lavaggio che contribuisce a dare brillantezza al prodotto.
Infine, per garantire la massima cura anche nel montaggio degli impianti di scarico, RPM suggerisce un centro specializzato sempre a Lainate: KAA Racing, specialista in restauri e preparazione di vetture da competizione d’epoca e moderne.
Ma intanto ecco dei brevi cenni storici che aiutano a ripercorrere il percorso di Supersprint, con delle scelte determinanti a formare e mantenere inalterato negli anni il DNA dell’azienda. Nel 1955 Giuseppe Gilli, coinvolgendo nella società anche il fratello Bruno, fonda l’azienda battezzandola Supersprint, un nome che evoca dinamismo e velocità.
All’inizio era una piccola officina, con un solo saldatore che assemblava tutti i pezzi, compresi i terminali che venivano dipinti di rosso, perché dava l’idea delle corse.
La svolta arriva alcuni anni dopo quando, su suggerimento di un amico, Gilli intuisce la potenzialità del mercato tedesco: ogni fine settimana carica di marmitte un furgone e inizia a girare in lungo e in largo la Germania allacciando contatti con ricambisti e rivenditori, che a loro volta apprezzando i prodotti dell’azienda mantovana indicano i modelli sui quali puntare. Dalle piccole utilitarie Fiat 500 e 600, per le quali Supersprint realizzava per Giannini gli scarichi sportivi e da corsa, spesso molto simili perché all’epoca molti piloti amatoriali si recavano a correre con la stessa vettura che guidavano durante la settimana, alle Alfa Romeo e successivamente a BMW e Porsche.
Un grosso impulso commerciale arriverà anche dallo sbarco sul continente americano, che ancora oggi rappresenta il mercato principale. Ma le due scelte ancora più determinanti per il futuro e il mantenimento dell’anima aziendale arrivano negli anni ‘90. Innanzitutto la rinuncia alle lusinghe del Gruppo Fiat di passare a grandi volumi di produzione, che avrebbe ovviamente pregiudicato la cura artigianale ancora oggi riservata allo sviluppo e realizzazione dei sistemi di scarico speciali per clienti aftermarket.
E quindi la scelta di Alessandro Gilli, che oltre a far parte del board Supersprint insieme al fratello Federico e al cugino Ennio si occupa della parte tecnica, di puntare su automobili sportive di buon livello, che in quel periodo tutte le case automobilistiche inseriscono nei propri listini, in modo tale da poter giustificare il grande impegno necessario per uno sviluppo, dalla progettazione e realizzazione ai test al banco prova e in pista, volto a massimizzare la performance.
Un know-how maturato anche collaborando con i reparti corse ufficiali di alcune Case, Gruppo Fiat e Peugeot, che ha portato alla realizzazione di un catalogo che conta circa 90.000 applicazioni, in grado di accontentare gli appassionati dei maggiori marchi automobilistici per quanto riguarda modelli classici e youngtimer, dei quali l’azienda mantovana ha mantenuto le dime originali di fabbricazione.
Di seguito, gli impianti di scarico per alcuni dei modelli d’epoca e youngtimer.
Alfa Romeo Giulia GT e Duetto. (***anche queste, se possibile, affiancate***)
Lancia Delta 2.0 HF e Integrale
BMW M3 E36
Alfa Romeo 147 GTA 3.2
Peugeot 205 Rallye 1.3