Alla fine l’unico contento probabilmente era il carrozziere all’uscita del circuito: coi danni fatti da Colapinto (due auto distrutte in un giorno) Albon, Sainz, Stroll, Alonso e via così, quel paio di milioni di danni gli avrebbero fatto comodo per farsi una officina nuova. Ma ai caraibi, visti i costi di questa F.1…E’ bastato il bagnato, una pista rifatta male con l’asfalto e le foppe, le pendenze che scaricano acqua dappertutto e macchine che sono inguidabili in certe condizioni, alla fine sembrava il carnevale di Rio. Una gara farsa con 6 bandiere rosse, 5 in qualifica, uscite a ripetizione, Stroll nel giro di ricognizione e Colapinto con la safety car, danni milionari, sportellate e squalifica (Hulkenberg).

Era il 1990 e sullo schieramento di partenza c’erano due Ferrari, quella di Mansell e quella di Prost. Quando mancavano tre minuti al via, lo staff tecnico della macchina di Prost si agitò e tirò via una bandella dall’ala posteriore, lo staff di Mansell non fece in tempo a copiare e alla fine il francese vinse la gara. Per rivedere una rossa vincere in Messico sono passati 34 anni e anche stavolta le due squadre Ferrari si sono confrontate, ieri ha vinto Sainz e Leclerc, terzo, si è mostrato indispettito, ma contro lo spagnolo in tutto il week end, non c’è stata una volta che il monegasco avesse messo l’ala davanti.

Vado, la vinco e torno. Il mantra di Leclerc ad Austin potrebbe essere stato questo dopo la clamorosa doppietta Ferrari con Sainz secondo, dopo un GP che per 50 giri ha offerto solo sonnolenza e che si è ravvivato sul finire col duello fra Norris e Verstappen per la terza posizione.

Vi ricordate la storia di Davide contro Golia e come andò a finire? Beh, non è proprio così ma in F.1 stiamo assistendo a qualcosa di simile, perché con la vittoria della McLaren di Lando Norris che ha preceduto di oltre 20 secondi Max Verstappen e ha ridotto lo svantaggio in classifica generale a 52 punti dal vertice quando mancano 6 GP con due gare sprint, l’impressione che la squadra inglese, che non ha le strutture e i soldi dei rivali, stia facendo proprio la stessa cosa.

Freddo, determinato, sicuro e tranquillo, come se invece di resistere per tre quarti di gara a un mastino come Leclerc, Oscar Piastri stesse facendo una passeggiata al parco con gli amici. E’ il segnale che distingue i campioni dai semplici piloti e dopo Baku, con la seconda vittoria in carriera, stavolta si può davvero dire che è nata una stella, perché il modo in cui Oscar Piastri ha vinto il GP Azerbaijan merita di essere incorniciato.

A volte i sogni si avverano e quello che alla vigilia sembrava solo una bellissima speranza, domenica sera è diventata una realtà: Charles Leclerc vincitore a Monza sulla Ferrari davanti alle due McLaren di Piastri e Norris che partivano in prima fila.

È l’arancio a dominare in Olanda ma è quello Papaya della McLaren di Norris che beffa sul circuito di Casa quel Max Verstappen che per 18 giri aveva fatto sognare i 305 mila tifosi.

Finito il GP del Belgio, le vacanze per la F.1 possono cominciare. Le vacanze saranno serene per Carlos Sainz, finalmente deciso ad andare a nozze con la Williams dopo aver rifiutato Audi e Alpine, chiaro sintomo di come sono messe queste due squadre adesso. Per il resto della truppa, Antonelli alla Mercedes, Ricciardo alla Red Bull e due posti liberi in Alpine e Audi (che a sto punto si tiene Bottas o i soldi di Zhou), si va tutti al mare. E così, a parte Russell, vissero tutti felici e contenti…

Altro che Kimi Raikkonen Iceman, il ghiacciolo umano, qui siamo di fronte a un cyborg che le emozioni non sa nemmeno dove siano e ne fa a meno: il suo nome, Oscar Piastri, vincitore del primo GP della carriera. Uno silenzioso, che parla poco ma preciso e senza alzare i toni.

Prendete nota di queste due date: 5 dicembre 2021, 7 luglio 2024. Da quel GP Arabia Saudita a questo GP di Gran Bretagna sono passati quasi tre anni. Tre anni in cui Lewis Hamilton non ha più vinto una gara, non ha più assaporato il successo, tre anni di frustrazioni con un mondiale svanito all’ultima gara del 2021, una macchina deludente e scadente negli anni seguenti. Tornare a vincere a Silverstone, a casa sua, dopo 300 GP disputati, per la nona volta sulla stessa pista (nuovo record) vincere a 17 anni dalla prima volta, fare il 150 podio: nessuno lo aveva mai fatto e Lewis Hamilton, in un colpo solo, c’è riuscito.

Dopo GP all’insegna delle polemiche. Chi odia Verstappen propende per la fucilazione (a pernacchie) sul posto per aver preso a ruotate Norris, costringendolo al ritiro mentre l’olandese ha concluso quinto dopo aver riparato la sua macchina. Una volta tanto che la pista offre duelli vecchio stile in un panorama di piloti fregnoni, che dalla linea bianca calpestata, al track limit al “signora maestra tizio mi fa le boccacce” finalmente arrivano due con gli attributi, parte la rissa di accuse e insulti.

Verstappen vince ma McLaren convince. Infatti, pur avendo vinto ancora la Red Bull in pratica chi ha fatto meglio come passo gara e in qualifica è la McLaren di Norris. Ma non ha vinto. Perché ha sbagliato la partenza, facendosi infilare da Verstappen e Russell, perché ha sbagliato i pit stop. I due secondi finali, pur con un passo gara migliore e giro veloce, sono dovuti proprio a questo.

Tema: come buttare alle ortiche gli entusiasmi di una gara vinta a mani basse a Monaco e trovarsi nel pantano a Montreal due settimane dopo con la stessa macchina, stessa squadra stessi piloti. Ferrari, svolgimento: non andare in qualifica, avere problemi di motore in gara, fare strategie folli con gomme da asciutto su pista bagnata, fare un testacoda e colpire un avversario, ritirarsi dopo aver visto gli altri doppiarti al 50 giro.

Una maledizione da sfatare, una serie nera lunga così e l’imperativo di non sbagliare niente. Nemmeno un centimetro di pista. Per Charles Leclerc l’incubo delle edizioni precedenti si è trasformato finalmente nella gioia più grande, nella festa da sempre attesa e con un occhio lucido a guardare lassù dove il padre avrebbe voluto vederlo su quel podio, stappare spumante e prendere la coppa del vincitore a Monaco.

Delusi ma non troppo, felici ma non tanto. Il bilancio Ferrari dopo Imola non è quello voluto anche se alla fine, non è tutto da buttare. Certo, Leclerc terzo sperava in qualcosa di più. I proclami della vigilia, al solito, non combaciano coi risultati della domenica.

Lando Norris, 110 e lode, verrebbe da dire. Infatti, ci sono voluti 110 GP per vederlo vincere e dopo la serie di podi, di secondi posti in cui aveva sfiorato il successo, sembrava quasi ci fosse una maledizione fra lui e il primo gradino del podio.

Formula 1, atto quinto. Come recita il capitolo n.5 dei 10 Comandamenti, non uccidere. E qui Verstappen, che sta uccidendo il campionato, non è al momento perseguibile per legge. A meno che, vista la superiorità, non si decida di dargli il titolo, le coppe e l’assegno relativo, e si lasci gli altri a duellare come si deve.

Neppure il selettivo tracciato di Suzuka è riuscito a rendere spettacolare il Gran Premio del Giappone e, soprattutto, a variare un copione già visto, con la terza doppietta Red Bull nelle quattro gare fin qui disputate. Un copione, se possibile, ancora più noioso e scontato della scorsa stagione, che pare spianare con ampio anticipo la strada verso l’ennesimo titolo iridato dell’accoppiata Max Verstappen e Red Bull. Fatta questa premessa, tracciamo squadra per squadra un piccolo bilancio di quanto visto a Suzuka.

Ferrari che vince non si discute. E se fa doppietta, si esalta. Il risultato del GP d’Australia è sotto gli occhi di tutti: Carlos Sainz primo e Charles Leclerc secondo, una doppietta dopo due anni e con lo spagnolo ancora menomato dall’intervento chirurgico di due settimane fa a Jeddah. Una cosa strepitosa e bella dal punto di vista umano. Ma cosa ha detto la gara australiana?

JEDDAH – Cambia la pista, non cambia il risultato. La Red Bull domina anche in Arabia Saudita e Max Verstappen fa il bis dopo il Bahrain. Contro le monoposto blu c’è poco da fare, tanto che Sergio Perez, pur con una penalità di 5 secondi per una infrazione commessa ai box, è riuscito a concludere al secondo posto davanti a Charles Leclerc, Ferrari, ancora in affanno sul passo gara.

SAKHIR – Anno nuovo, vecchi vincitori. L’avvio del nuovo mondiale di F.1 non ha portato quelle novità che i tifosi si aspettavano e infatti la prima corsa della stagione, in Bahrain, ha visto il dominio della Red Bull che con Verstappen e Perez ottiene la prima doppietta dell’anno.

Con il pirotecnico finale di Abu Dhabi va in archivio una stagione che in pista ha, invece, riservato ben pochi fuochi artificiali, almeno per quanto riguarda la posizione di vertice. Infatti, anche al Yas Marina è arrivata puntuale la 19.ma vittoria stagionale, su 22 gran premi, di Max Verstappen che firma anche il significativo record di oltre 1000 giri condotti in testa!

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

Dopo 41 anni, la Formula Uno è tornata a Las Vegas e la capitale del divertimento e dell’azzardo ha tenuto fede alle aspettative, proponendo uno show da mille e una notte e una gara spettacolare e incerta fino alla fine. Peccato che a rovinare lo spettacolo sportivo ci abbiano pensato proprio le persone preposte a tutelare che i gran premi si svolgano con la massima regolarità.

Max Verstappen ha firmato il 17.mo successo stagionale al termine di un Gran Premio del Brasile piuttosto monotono, con le emozioni più forti vissute all’inizio, prima con lo stop di Leclerc nel giro di formazione e poi con il botto tra Albon e Magnussen che ha decretato la bandiera rossa, e nell’ultimo giro con l’avvincente duello al fotofinish tra Alonso e Perez, con lo spagnolo che ha lasciato con un palmo di naso il sempre più in crisi messicano.

Ancora una volta è durata troppo poco l’illusione che la prima fila tutta Rossa si potesse trasformare in una vittoria. Giusto qualche centinaio di metri. Quelli che separavano la linea di partenza dalla prima curva del circuito “Hermanos Rodriguez”, sufficienti a max Verstappen per bruciare entrambi i ferraristi e involarsi verso la sua vittoria numero 51, la 16.ma stagionale!

Con la vittoria nel Gran Premio degli Stati Uniti, Max Verstappen ha firmato il suo 50° successo in Formula 1 e quindicesimo della stagione, eguagliando così il primato che aveva stabilito l’anno scorso. E se prosegue con questo andazzo, l’impressione è che ci siano ancora dei record che possono vacillare da qui alla fine della stagione e non solo.

Se dovessimo limitarci al risultato finale del Gran Premio del Qatar saremmo qui a parlare della ennesima vittoria di Max Verstappen e della Red Bull condita dal terzo titolo mondiale. Che certo non è poco. Invece, scandagliando con più attenzione il travagliato weekend qatariano, incasinato oltremodo dagli innumerevoli track limits e limitazione a 18 giri per ogni set di pneumatici nuovi per motivi di sicurezza, vediamo che non è andato tutto così liscio al campionissimo olandese. Perché conoscendo la sua ingordigia, come dimostrato nel gran premio “vero” con l’ultimo pit stop e la ricerca spasmodica del giro più veloce per completare l’opera, non possiamo fare a meno di pensare che l’essere stato battuto proprio nella gara dell’incoronazione, la Sprint del sabato, gli roda di brutto. Perciò questa volta l’apertura la dedichiamo volentieri a Oscar Piastri, che nella sua stagione d’esordio si sta facendo notare come il nuovo che avanza.

È durata pochi giorni la speranza di un ritorno alla “pluralità” in Formula 1, portata dal “golpe” di Sainz e della Rossa a Singapore, ma a Suzuka nel Gran Premio del Giappone Max Verstappen e la Red Bull hanno reinstaurato la “dittatura” assoluta mettendo a segno rispettivamente la sua 48.ma vittoria, 13.ma stagionale, e conquistando il sesto titolo iridato Costruttori..

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

Quando si dice un weekend perfetto! Dai primi giri, delle libere proseguendo nelle qualifiche, agli ultimi, quelli che hanno tenuto tutti, telespettatori e addetti ai lavori nei box, con il fiato sospeso, con una freddezza assoluta il “Matador” Carlos Sainz li ha infilzati tutti aggiudicandosi, strameritatamente e con lode, il Gran Premio di Singapore e riportando la Ferrari sul gradino più alto del podio dopo un lungo digiuno.

E’ durata 14 giri la speranza della tifoseria Rossa per il ritorno alla vittoria di una monoposto del Cavallino, peraltro nel Gran Premio d’Italia, poi Max Verstappen e la sua Red Bull hanno sancito il ritorno alla “dittatura” stagionale, confermato dalla vittoria consecutiva numero 10, nuovo record assoluto nella storia della Formula 1.

Show nel Gran Premio di Olanda per la furia Max Verstappen: l'iridato ha eguagliato il primato delle nove vittorie di fila di Vettel e ha conquistato la terza vittoria consecutiva in casa con la Red Bull, in 2h24'04"411. Un finale sotto la pioggia e con la bandiera rossa esposta al 65° giro per l'impatto dell'Alfa Romeo di Zhou sul muro.

Dopo il successo di sabato nella Sprint Race, Max Verstappen ha completato la doppietta vincendo a mani basse, nonostante la penalizzazione di cinque posizioni che lo ha costretto a partire dalla terza fila, il Gran Premio del Belgio, per la terza volta di seguito. Proseguendo con le statistiche, per l’olandesino volante si tratta dell’ottava vittoria stagionale consecutiva, ad una sola lunghezza del record di Vettel nel 2023, sempre con la Red Bull che porta la propria striscia vincente stagionale a quota tredici.

Con il perentorio successo nel Gran Premio di Ungheria, con tanto di giro veloce impensabile per tutti gli altri, Max Verstappen ha firmato la sua settima vittoria consecutiva, portando a 12 quelle consecutive Red Bull che mette a segno un nuovo record. Ora, numeri alla mano, oltre 100 punti di vantaggio per l’olandese nella classifica piloti e il doppio della squadra del Toro nei confronti dei rispettivi inseguitori, è difficile ipotizzare che alla premiata coppia possa sfuggire il bis iridato.

Probabilmente basta la lucida disamina di Andrea Stella, team principal McLaren per sintetizzare l’andazzo attuale in Formula 1: "la nostra missione era chiara, dovevamo riconoscere la nostra battaglia non combatterne di sbagliate; quando è stato chiaro che non potevamo tenere dietro Verstappen lo abbiamo in qualche modo agevolato. Poi siamo rimasti dietro di lui perché ci siamo resi conto che potevamo farlo". Così, dopo una fulminante partenza ed i primi giri percorsi con autorità, per la gioia del numerosissimo pubblico inglese, Lando Norris si è fatto da parte lasciando via libera a Verstappen per l’ottava vittoria stagionale firmata nel Gran Premio di Gran Bretagna.

Magari sarà passato tanto tempo, ma nel Medioevo i “grandi” vincitori conoscevano la cavalleresca regola “dell’onore delle armi” riconoscendo all’avversario, che si era battuto con impegno e lealtà, una onorevole sconfitta. Max Verstappen, invece, non si accontenta di vincere ma vuole annichilire i suoi avversari anche quando, classifica alla mano e stato attuale delle cose, non avrebbe avuto certo bisogno del “misero” punto del giro più veloce per dormire sonni tranquilli in chiave campionato. Così l’olandese della Red Bull non si è voluto accontentare della pole e della doppia vittoria, con ampio margine, ma ha voluto fare bottino pieno “sbeffeggiando” i suoi avversari con un pit stop all’ultimo giro per dare la mazzata finale. Insomma, un vero cannibale!

Anche nel Gran Premio del Canada, sul circuito intitolato a Gilles Villeneuve, abbiamo assistito all’ennesima cavalcata vincente del binomio dei record. O per lo meno lo abbiamo intuito, perché la supremazia di Verstappen è stata tale che per guadagnarsi qualche inquadratura ha dovuto commettere un errore, sul quale lui stesso ha ironizzato. Per gli amanti dei numeri Max Verstappen ha firmato la sua vittoria numero 41, eguagliando il totale di Ayrton Senna, e prosegue l’inarrestabile marcia verso il suo terzo titolo iridato, mentre la Red Bull ha portato a casa il 100.mo successo e, con l’ottavo sigillo 2023, si avvia a superare il record stagionale di vittorie stabilito in precedenza dalla Mercedes.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca


L'olandese Max Verstappen ha fatto corsa a sè nel Gran Premio di Spagna con l'astronave Red Bull, firmando sul Circuit del Catalunya a Barcellona la cinquina stagionale nel Mondiale dopo i precedenti acuti in Bahrain, Australia, Miami e Monaco.

Che dire? Dopo quanto visto in gara, nel Miami Gran Prix, c’è ben poco da aggiungere. Al momento Max Verstappen, che ieri ha firmato la sua 38.ma vittoria, e la sua Red Bull stanno facendo, come si suol dire, un altro sport.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

La Red Bull stravince nel GP Azerbaigian: quattro gran premi quest'anno nel calendario, altrettante vittorie, due per l'olandese Verstappen e due per Perez. Quest'ultimo, nel gran premio “vero”, con piglio deciso ha preceduto il compagno di squadra Max sul traguardo di Baku 2"137.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

Il Gran Premio di Australia si è tinto di rosso, ma solo a causa delle tre bandiere rosse esposte. Ancora una volta con una decisione, soprattutto nel primo caso, perlomeno discutibile da parte della Direzione Corsa. Un vero peccato, perché oltre a rovinare indubbiamente la gara di Russell e Sainz, che avevano scelto di anticipare il cambio gomme, ha rovinato in generale lo spettacolo al quale, presumibilmente, avremmo potuto assistere per come si erano messe le cose subito dopo il via, con entrambe le Mercedes che avevano superato la Red Bull di Verstappen.

Potrebbe sembrare la trama di un film di fantascienza, dove due cattivoni capitani “redbulliani” alla guida delle rispettive astronavi RB018 hanno invaso il pianeta Formula 1 imponendo a tutti la propria legge ed invece, purtroppo per tutti gli altri ma anche per gli appassionati, non è altro che la triste realtà di questo inizio di stagione del Mondiale 2023. Scambiandosi le parti, anche a causa del problema tecnico accusato da Verstappen in qualifica, Sergio Perez ha prima conquistato la pole e poi la vittoria nel Gran Premio dell’Arabia Saudita corso sul Jeddah Corniche Circuit, il cittadino più veloce del Mondiale che, pur indubbiamente spettacolare da vedere in TV, non si può certo definire un inno alla tanto sbandierata sicurezza da parte della FIA.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

La stagione 2023 della Formula 1 riprende esattamente da dove era terminata la precedente: con Max Verstappen e la Red Bull saldamente davanti a tutti. Anzi, di più. Perché se nel finale di Abu Dhabi 2022 la Rossa aveva fornito una prova d’orgoglio rompendo le uova nel paniere al team inglese e conquistando la piazza d’onore, i 57 giri del Gran Premio del Bahrain, sul circuito di Sakhir, hanno cancellato in un solo colpo tutte le chiacchiere dell’inverno mettendo tutti gli altri davanti alla triste realtà: la Red Bull è su un altro pianeta.

Dopo quasi dodici mesi di preparazione, e oltre 30.000 km di test, le due Porsche 963 affrontano in questo fine settimana il cosiddetto "ROAR Before the 24", un test di tre giorni al Daytona International Speedway utilizzato per preparare le vetture alle qualifiche per la classica 24 ore che, dal dal 28 al 29 gennaio, darà il via al campionato IMSA.

Dopo lo shakedown nella mattinata, alle 18.30 di giovedì 19 gennaio dalla Piazza del Casinò del Principato di Monaco prenderà ufficialmente il via la 91.ma edizione del Rallye Monte-Carlo, che come da tradizione segna l’inizio della stagione WRC 2023, la seconda della nuova era ibrida del Mondiale Rally con le Rally1.

La 45.ma edizione della Dakar si è conclusa a Dammam, dopo 14 tappe che hanno visto drammatici ribaltamenti di classifica in ogni categoria, tranne quella top dove Nasser Al-Attiyah ha firmato il suo quinto successo dopo aver preso la testa della corsa alla terza tappa ed averla gestita al meglio dai continui attacchi di Sébastien Loeb che, oltre alla piazza d’onore, si consola entrando nel libro dei record della Dakar con una serie di sei vittorie di tappa consecutive, sette in totale.

Procede rapidamente il conto alla rovescia che porterà al debutto della Porsche 963 LMDh, nella gara di apertura della serie IMSA: la 24 Ore di Daytona, in programma nell’ultimo fine settimana di gennaio. E il team Porsche Penske Motorsport non sta lesinando nulla per preparare al meglio il doppio impegno che lo vedrà impegnato in questa stagione in due serie, IMSA e WEC. Ovviamente con l’obbiettivo di primeggiare, soprattutto nella 24 Ore di Le Mans, sogno di lunga data per il patron Roger Penske mentre Porsche va alla caccia della sua 20.ma vittoria, che avrebbe un gusto ancora più particolare nell’anno del centenario della maratona francese.

Il Gruppo WSC ha annunciato che l'introduzione globale del nuovo sistema ibrido per le vetture TCR è stata posticipata al 2024. Il completamento dello sviluppo tecnico attraverso un ampio programma di test con la collaborazione del team Romeo Ferraris aveva suscitato un forte interesse da parte di costruttori e promotori, tuttavia, a causa dei cambiamenti nel panorama dei campionati TCR, con il varo del TCR World Tour che sostituisce il FIA WTCR, il programma è stato posticipato di un anno.

Nel corso della "Night of Champions" di Weissach, Porsche ha illustrato il suo programma sportivo per il 2023, che sarà davvero intenso e variegato. Infatti, oltre alle tradizionali categorie con propulsione termica, la casa di Stoccarda si impegnerà in categorie che si basano su concetti di propulsione ibrida o elettrica: tra questi il nuovo prototipo Porsche 963, la Formula E Porsche 99X Electric Gen 3 e la sperimentale GT4 e-Performance.

Con la nuova stagione alle porte e l’apertura delle candidature per partecipare alla 24 Ore del Centenario di Le Mans, ieri si è riunito a Bologna il FIA World Motor Sport Council per approvare i principi generali che guideranno le gare di endurance nei prossimi anni.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

Con la cavalcata vincente di Abu Dhabi Max Verstappen e la Red Bull hanno firmato il 15.mo successo chiudendo una stagione trionfale che ha fruttato all’accoppiata vincente entrambi i titoli mondiali in palio. Se proprio vogliamo cercare il pelo nell’uovo, forse, un pizzico di delusione per Horner, Marko e soci, arriva dalla mancata piazza d’onore nel Mondiale Piloti di Perez, che avrebbe completato l’en plein. Risultato acciuffato in extremis dalla Ferrari, grazie ancora una volta ad un super Leclerc ma anche ad un bel weekend generale che vale alla squadra di Maranello anche la piazza d’onore nella Classifica Costruttori.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

Non per fare quelli che “l’avevamo detto”, ma nella cronaca post GP Messico avevamo segnalato la concreta ripresa della Mercedes. E puntualmente ad Interlagos nel Gran Premio del Brasile, 21° GP stagionale e penultimo in calendario, è arrivata dopo un anno di astinenza una sonante doppietta delle Stelle d’Argento. Forse più di quanto era lecito aspettarsi, favorita anche da una evidente difficoltà della Red Bull nella gestione degli pneumatici oltre che dalla troppa foga di Verstappen, così come da qualche errore della Ferrari e dal “colpo basso” assestato da Norris a Leclerc, ma strameritata.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca
E’ stato un autentico show quello messo in mostra da Verstappen e la sua Red Bull nel Gran Premio del Messico, che però, a parte i 150.000 spettatori presenti sul circuito dedicato ai fratelli Rodriguez, hanno visto in pochi: dai telespettatori, perché la fuga dell’imprendibile binomio è stata inquadrata pochissimo, ma soprattutto dagli inseguitori, sempre tenuti a debita distanza.

Va in archivio con grande successo, e già l’appuntamento per l’anno prossimo, la prima edizione edizione dell’Italian Speed Festival, ideato da Canossa Event e andato in scena lo scorso fine settimana presso il Misano World Circuit. Che potrebbe essere sintetizzato così: sole, che non guasta mai, belle macchine, d’epoca e moderne, street food e note di musica jazz.

Di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca
L’inarrestabile binomio composto da Max Verstappen e la sua Red Bull si è aggiudicato il Gran Premio degli Stati Uniti, ad Austin, conquistando rispettivamente il record di vittorie stagionali per un pilota (13) e il titolo Costruttori, che mancava da 9 anni alla squadra di Milton Keynes, onorando così nel migliore dei modi la memoria del “grande capo” Dieter Mateschitz scomparso il giorno precedente.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

Max Verstappen ha conquistato il suo secondo Mondiale nel Sol Levante, con la Red Bull che, grazie alla penalizzazione di 5” inflitta a Leclerc, ha messo a segno la doppietta nel Gran Premio del Giappone, interrotto al terzo dei 53 giri previsti e poi ripresa in formato ridotto a tempo. Proprio questo differente “format” ha consentito di assegnare il punteggio pieno, perché è stata superata la durata massima prevista dal regolamento di 2 ore, e quindi consegnare il titolo iridato al vincitore della gara Verstappen.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

Insomma, se non è zuppa è pan bagnato. Al termine del Gran Premio di Singapore, 17.mo round del Mondiale di Formula 1, sul gradino più alto del podio è salito ancora un pilota Red Bull: ma non quello che ormai siamo abituati a vedere, ovvero Verstappen che nell’occasione si è complicato la vita da solo terminando solo 7°, bensì il messicano Sergio Perez, che ha firmato così la sua seconda vittoria stagionale.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca – Foto AG Photo/Alex Galli

Il podio del Gran Premio d’Italia, con Max Verstappen che ci debutta salendo direttamente sul gradino più alto affiancato nell’ordine da Charles Leclerc e George Russell, esprime pienamente quelli che sono gli attuali valori in campo in Formula 1 sia a livello di monoposto sia, pur con qualche distinguo che andremo a fare, a livello di piloti. Quindi, per quanto riguarda il risultato finale della gara di Monza, nulla o quasi da eccepire, mentre sotto il profilo sportivo e dello spettacolo ancora una volta è mancata la Direzione Gara. E in un ambiente come quello della Formula 1 che dovrebbe essere iperprofessionale, perché dovrebbe rappresentare il top dell’automobilismo sportivo dove Case e team investono milioni di euro, francamente non è accettabile.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

Per dirla in gergo tennistico, se non è un match ball quello piazzato da Max Verstappen nel gran premio di casa davanti ad una marea di tifosi “orange” impazziti di gioia, poco ci manca. Già, perché matematica a parte, con la decima vittoria nei quindici gran premi fin qui disputati nella stagione, l’olandese volante e la Red Bull compiono un ulteriore passo decisivo verso il bis iridato allungando in entrambe le classifiche.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

Sono bastati 12 giri a Max Verstappen per mettere in chiaro le cose e mostrare, risalendo dalla 14.ma alla testa del Gran Premio del Belgio, gli attuali valori in campo e, con tutta probabilità, far svanire le residue speranze mondiali in casa Ferrari. L’olandese ha tenuto un ritmo impressionante per tutti, compreso il suo compagno di squadra Perez che ha chiuso a oltre 17” di distacco, e dalla Red Bull fanno sapere che arriverà a breve, magari già da Monza ma probabilmente non c’è fretta, pure una monoposto evoluta.
 

Nonostante quest’anno, una volta tanto, il meteo non abbia riservato le solite bizze, con repentini cambiamenti delle condizioni della pista, la 74.ma edizione della 24 Ore di Spa non ha fatto mancare colpi di scena e bagarre serrata fino alla fine. Insomma, come da previsioni della vigilia, le 66 auto in gara di cui ben 33 con equipaggi PRO, hanno garantito un grande grande spettacolo al pubblico accorso nuovamente in gran numero (73.000) in circuito dopo aver affollato la parata di giovedì nelle vie del centro cittadino di Spa. 

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

Nel GP d'Ungheria ottavo e meritatissimo successo stagionale per Max Verstappen e la Red Bull che con questa dimostrazione di forza, e lucidità, fanno un passo deciso verso la conquista del titolo mondiale bis, inteso come Piloti e Costruttori. Infatti, pur costretto a partire dalla decima posizione sulla griglia di partenza, per il problema patito in prova alla power unit, super Max è andato a conquistarsi, sapientemente guidato anche dalla strategia del muretto, una schiacciante vittoria. Non messa in dubbio neppure da un testa coda a 360 gradi!
  

Pur non essendo venerdì, il 17, inteso come giro, non ha portato bene a Charles Leclerc, finito nelle barriere mentre stava procedendo in quella che aveva i presupposti per trasformarsi in una cavalcata trionfale nel Gran Premio di Francia. Di questo ne ha prontamente approfittato il diretto rivale Max Verstappen per prendere il comando della gara, favorito pure dalla safety car entrata in pista per l’incidente del monegasco dopo il pit stop anticipato, e andare a vincere la sua settima gara stagionale facendo un bel salto in avanti nella corsa alla corona iridata.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

Scacco in tre mosse e vittoria in casa dell’avversario per Leclerc e la Ferrari nel Gran Premio di Austria, undicesimo appuntamento del Mondiale di F1 corso al Red Bull Ring.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

Dopo 150 gran premi è finalmente arrivato il momento di gloria per lo spagnolo Carlos Sainz, con la prima vittoria in carriera in F1, nel GP Bretagna. Una corsa costellata da colpi di scena dall’inizio alla fine: a partire dalla carambola iniziale, dove San Halo ha ancora una volta fatto il suo dovere salvando Zhou mentre qualche altro Santo ha evitato che potesse succedere una tragedia con l’Alfa Romeo del cinese fermatasi sulla prima rete di protezione del pubblico dopo aver saltato le barriere.

di Vincenzo Bajardi Ed Eugenio Mosca

Un GP del Canada che, praticamente, è partito nel finale: al 55° dei 70 giri in programma, con tutto il gruppo compatto dopo la neutralizzazione per l’uscita di pista di Tsunoda. Nel nono appuntamento del Mondiale di F1, a Montreal, su pista asciutta contrariamente alla vigilia, si è assistito ad un epilogo da batticuore. Con Max Verstappen che ha, meritatamente, firmato la sesta vittoria stagionale.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

Che botta inattesa per le Rosse! Nel settimo appuntamento di F1 a Baku, per il Gran Premio Azerbaigian su 51 giri, entrambe le Ferrari sono uscite di scena per problemi tecnici: Leclerc costretto al ritiro al 21° giro per evidente rottura del motore quando era in testa, mentre in precedenza, al 9° giro, era uscito di scena Sainz per problemi idraulici. Insomma, Pole che entusiasmano e gare che deludono. E il muretto? Cosa avrà da dire collezionando una magra dopo l'altra.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca – Foto AG Photo/Galli

Dopo l'acuto nelle qualifiche, con la conquista della prima fila, nel settimo appuntamento della stagione, il Gran Premio di Monaco, la Ferrari ha buttato alle ortiche l'occasione d'oro per riprendersi ciò che aveva perso in Spagna, cioè vittoria e primato nel Mondiale.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

Dopo la stupenda pole position firmata Leclerc e il brillante avvio di gara del monegasco, che anche per le disavventure del rivale numero 1 (in tutti i sensi), la Ferrari è uscita matata dal Premio di Spagna, sesto appuntamento del Mondiale di F1. Il monegasco ha dovuto, inaspettatamente, alzare bandiera bianca e ritirare nel box quando era al comando al 28° giro, tradito dal motore. "Lo stop Ferrari fa male ma il Mondiale è lungo", l'amaro commento del monegasco. Per lui un primo zero in campionato, che ha
mandato in frantumi l'entusiasmo dei tifosi del Cavallino che già si stavano pregustando un grande, e meritato, successo.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca

Il Gran Premio di Miami si è tolto di dosso la noia dal 47° giro in poi. Nella quinta tappa del Mondiale il gran finale lo hanno firmato Verstappen e Leclerc, che hanno impresso ritmi sostenuti lasciando discosti, molto discosti, i deboli rivali. Una corsa fra due assi alla presenza di 82 mila spettatori, con tanti ospiti da red carpet. E nel gran finale da Super Bowl, dato il contesto, ha prevalso con pieno merito Max Verstappen che a suon di giri veloci, tanto da segnare il migliore che è valso il punto aggiuntivo proprio all’ultimo passaggio, al volante della sua Red Bull ha distanziato di 3"786 Charles Leclerc che in precedenza aveva pure tentato il sorpasso sull’olandese.
 

A quaranta giorni dalla 90.ma edizione della 24 Ore di Le Mans, terzo round del FIA World Endurance Championship in programma l’11 e 12 giugno, gli organizzatori pubblicano l’elenco iscritti. Saranno 186 i piloti in gara, suddivisi in equipaggi di tre unità a macchina. Scorrendo l’elenco, che pubblichiamo integralmente, notiamo la presenza di sei donne, dell’otto volte iridato rally Sébastien Ogier, il famoso attore Michael Fassbender e diversi ex vincitori della classica francese ed ex piloti di Formula 1. Ben 62 le vetture sulla griglia di partenza, di cui 5 Hypercar, 27 prototipi LMP2, 7 Gran Turismo LMGTE Pro e 23 LMGTE Am.

di Vincenzo Bajardi e Eugenio Mosca.

Un Leclerc super con una Ferrari che, parole sue, “qui era una bestia!”. Così nel GP di Australia, a Melbourne, il monegasco ha firmato il secondo successo nella stagione, in 1h27'46"548, stabilendo anche il gran chelem, cioè pole position, vittoria in gara dopo essere stato sempre in testa e giro più veloce. Come dire: dominio assoluto. Mentre il grande rivale, Max Verstappen e la sua Red Bull sono andati ko per la seconda volta in tre gare, restando piantati a 25 punti. Non avrebbero potuto aspettarsi di meglio a Maranello. Insomma, la Ferrari c’è! E con i 26 punti messi in saccoccia all’Albert Park, che portano a 46 il vantaggio sul rivale olandese, si può parlare di inizio di fuga nel Mondiale Formula 1 2022.

Che gara! Questa è la prima considerazione a caldo. L’altra, che speriamo vivamente venga confermata, è che lo spettacolo offerto in Arabia Saudita da Verstappen e Leclerc sia il gustoso antipasto di quanto potremo vivere nel prosieguo della stagione. Magari con l’inserimento ai vertici di qualcun altro. Alla fine, ha vinto, meritatamente, il Campione del Mondo in carica, che così ha pareggiato il conto con la sfortuna del Bahrain. Ma quanto a merito Charles Leclerc avrebbe meritato l’ex aequo. Purtroppo, non è possibile, perciò attendiamo con trepidazione lo “spareggio” tra quindici giorni in Australia.

Un noto adagio recita che “chi ben comincia è a metà dell’opera”. Dato che nello specifico l’”opera” è il Mondiale di Formula 1 2022 non vogliamo farci prendere da facili entusiasmi ed essere esageratamente ottimisti, ma senz’altro quello della Ferrari nella gara d’apertura della stagione, oltre che di questa nuova era della Formula 1, è stato un gran bell’inizio. Grand chelem per Charles Leclerc, cioè pole position, dominio completo in gara e giro più veloce, e doppietta per la squadra del Cavallino completata dalla piazza d’onore di “Carlito” Sainz. Che non succedeva da ben 12 anni.

Si sono appena spenti i motori delle nuove vetture ibride Rally1, che hanno dato vita alla 90.ma edizione del Rallye Monte-Carlo, e stanno già per accendersi quelli “tradizionali” delle auto storiche che nei prossimi giorni, a partire da oggi con esposizione e verifiche a Milano per la “pattuglia tricolore”, saranno impegnate nel XXIV Rallye Monte-Carlo Historique.

In contemporanea con l’uscita nelle edicole del numero di novembre di Automobilismo d’Epoca, che vi suggeriamo di recarvi ad acquistare perché potrete trovare l’articolo a carattere più generale sull’evento, pubblichiamo il racconto specifico della nostra partecipazione alla Targa Florio Classica 2021. A distanza di tre anni dall’ultima partecipazione, nel 2017, abbiamo ricomposto l’equipaggio  Eugenio Mosca e Simone Tacconi per tornare alla Targa Florio Classica, edizione numero 105 intitolata ad uno dei grandi interpreti de “La Cursa”, Nino Vaccarella.

di Vincenzo Bajardi – foto by Pirelli

Un Gran Premio ricco di suspense come da tempo non se ne vedeva. Da dove iniziare? Praticamente dalla fine. Da quando, a tre giri dalla fine, Verstappen finisce contro il muro quando era vicinissimo al suo tris di vittorie nel Mondiale. Un gran botto,  a 320 kmh a causa di un problema al pneumatico sinistro sul rettilineo del traguardo, così com’era successo poco prima a Stroll. Come il canadese, anche il pilota Red Bull non subisce danni fisici, tanto da sfogarsi con dei gran calci contro il pneumatico “colpevole”, grazie ai passi da gigante fatti in tema sicurezza sulle scocche delle attuali Formula 1.

di Eugenio Mosca

Si dice che la prima volta non scorda mai. E non stentiamo a credere che il detto valga quanto mai in questa occasione per Max Verstappen, che dopo tanta sofferenza, visto che finora il Principato con lui era stato piuttosto avaro di soddisfazioni, è stato ripagato con gli interessi.

di Vincenzo Bajardi ed Eugenio Mosca – Foto by Pirelli

Dopo il Bahrain ed il Portogallo per Hamilton e la maiuscola Mercedes, nel GP Spagna valido come quarta prova del Mondiale F. 1, è arrivata la tripletta di fronte ad un pubblico di mille persone.

Di Eugenio Mosca – Foto by Pirelli

Lewis Hamilton vince alla grande il Gran Premio del Portogallo e allunga in vetta alla  classifica iridata Piloti. Il terzo gran premio della stagione, sulla spettacolare pista di Portimao, può essere paragonato ad una sorta di spareggio tra i “due litiganti”, come avevamo definito alla vigilia il pilota inglese della Mercedes e l’olandesino della Red Bull Max Verstappen, che si erano equamente divisi le vittorie nelle due gare precedenti trovandosi pressoché appaiati nella classifica generale, divisi da un solo punticino messo a segno da Hamilton con il giro veloce a Imola.

Leader Max… imo

Di Vincenzo Bajardi e Eugenio Mosca – Foto by Pirelli

Che volata.

Di Vincenzo Bajardi e Eugenio Mosca – Foto by Pirelli

VERSTAPPEN LANCIA LA SFIDA
di Vincenzo Bajardi  (foto by Pirelli)

Il Gran Premio d’Italia compie 100 anni dalla sua prima edizione disputata nel 1921 sul circuito di Brescia-Montichiari. ASI presenta il grande evento del centenario, che coincide con la tradizionale Rievocazione Storica del Circuito Internazionale Brescia-Montichiari organizzata dall’Historic Racing Club Fascia d’Oro.

FIA e Formula 1 hanno concordato con Pirelli l’estensione del contratto in essere di un’ulteriore stagione, così da ristabilire l’equilibrio complessivo e le condizioni della gara indetta da FIA e FOM nel 2018 per la selezione del nuovo tyre partner, che prevedeva la fornitura di pneumatici da 13 pollici per la stagione 2020 e poi il passaggio ai 18 pollici a partire dal 2021 e fino al 2023, quindi per 3 stagioni consecutive. Ciò, in definitiva, significa il prolungamento del contratto con Pirelli fino al 2024 in qualità di fornitore esclusivo per la Formula 1.

Giunta alla sua 56^ stagione la Formula Class Junior annuncia una stagione con grandi numeri.

In uno dei gran premi più monotoni della stagione arriva la, meritatissima, seconda vittoria in Formula 1 di Max Verstappen, che precede i due piloti della Mercedes condizionati rispettivamente da problemi “psicologici” e fisici. Finale imbarazzante per le Ferrari, entrambe doppiate. A Maranello bisogna voltare pagina.

Con una spettacolare rimonta dall’ultimo posto Sergio Perez si conquista il primo successo in Formula 1, aiutato anche dal caos al box Mercedes che rovinano la bella impresa di Russell.

In un gran premio in cui l’adrenalina non è certo mancata, Hamilton ha messo a segno l’ennesima vittoria in apparente scioltezza, onorando nel migliore dei modi il fresco titolo iridato. Ma il giorno successivo la doccia fredda, con la positività al Covid che lo terrà ai box almeno per la prossima gara.

L’inglese della Mercedes onora con una corsa da campione vero il settimo titolo iridato, che lo porta a pareggiare il conto con Schumacher. Nella bagnatissima gara turca le Ferrari tornano a galleggiare.

La stagione 2020 della Formula Class Junior ha sancito la definitiva rinascita di una categoria che ha 55 anni di storia.

Con la doppietta nel Gran Premio Emilia Romagna, proprio in casa della Ferrari, la Mercedes ha conquistato il suo settimo titolo mondiale Costruttori consecutivo, lasciando la Rossa a quota sei.

Con la doppietta di Imola la Mercedes mette in bacheca il settimo titolo iridato Costruttori consecutivo, mentre Hamilton potrebbe potrebbe fare altrettanto nel prossimo GP di Turchia. Sfortunato Verstappen, out per un detrito, che spiana la strada ad un altro podio di Ricciardo. La Ferrari torna in ombra.

Con la 92.ma vittoria nel Gran Premio del Portogallo, Lewis Hamilton entra nella storia della Formula 1 come pilota più vincente di tutti i tempi. Con l’ennesima doppietta la Mercedes è ad un passo dal titolo iridato Costruttori, che potrebbe conquistare a Imola, in casa della Ferrari che con il quarto posto di Leclerc dà segni di leggera ripresa.

Con la vittoria nel Gra Premio dell’Eifel Hamilton raggiunge a quota 91 successi il grande Michael Schumacher, che onora portando sul podio il casco del tedesco regalatogli dal figlio Mick.

Pasticcio bis di Hamilton nelle fasi di avvio del gran premio e si becca 10” di penalità che lo relegano al terzo posto. Ne approfitta prontamente il compagno di squadra Bottas per mettersi in tasca la seconda vittoria stagionale, seguito dal “solito” Verstappen. Sempre in sofferenza le Ferrari, con Leclerc sesto che salva la bandiera.

Questa volta non è bastata un’altra gara pazza, divisa in tre spezzoni e con incidenti che hanno eliminato quasi la metà dei piloti in gara, per scongiurare l’ennesima doppietta Mercedes. Con Hamilton che prende il volo in classifica grazie alla 90.ma vittoria e al ko dei diretti inseguitori.

Nel suo 1000.mo gran premio, male ancora le Ferrari.

Dalla roulette di Monza esce vincente il 10 di Pierre Gasly e dell’Alpha Tauri, che hanno saputo sfruttare al meglio un pit stop “fortunato”. Ancora peggio di quanto preventivato la Ferrari, con entrambe le monoposto fuori gara, ma anche Mercedes e Red Bull incappano in una giornata poco brillante.

E’ quello della Ferrari 488 GT3 che domina il secondo round del Tricolore GT Endurance, ma anche il giovane Andrea Rosso che vincendo Gara 3 della Formula 4 tiene alto il Tricolore.

Con un  passo insostenibile per tutti gli altri, Hamilton si porta a casa il quinto successo stagionale e prende il volo in classifica. Unico a mettere una certa pressione alle Mercedes è il solito Verstappen. Ai piedi del podio il sempre consistente Ricciardo con la Renault in costante crescita, mentre la Ferrari sprofonda sempre più in basso.

Al Montmelò Hamilton e la Mercedes ripropongono una passeggiata vincente. Verstappen si conferma la spina nel fianco delle “Stelle nere”, incuneandosi ancora una volta tra l’inglese e Bottas. Bilancio decisamente in rosso per le Ferrari, con Leclerc ritirato e Vettel doppiato.